La questione diventa ancora più interessante se si considera che le squadre della massima serie hanno un valore complessivo di 1,6 miliardi di euro e le loro perdite nette del 2011 ammontano a 285 milioni di euro.

Inoltre quattro squadre risultano avere un patrimonio netto negativo, mentre nove hanno un margine operativo lordo inferiore allo zero. Ne consegue che, nonostante le squadre si siano adeguate al fairplay finanziario, il mondo del calcio continua a vivere solo grazie a un’iniezione continua di capitali da parte degli azionisti e al finanziamento di parti terze.

Il profilo economico pare oltretutto in lieve peggioramento rispetto al 2010 e dall’analisi della condizione delle squadre di Serie A fatta applicando i principi di valutazione del rischio emerge un profilo altamente compromesso per le annate 2010 e 2011.

Infatti nonostante gli ingenti ricavi, le perdite in conto economico sono pesanti (-19%) e le squadre presentano una scarsa disponibilità di cassa nonché un eccessivo indebitamente rispetto al profilo economico.

In conclusione, emerge un quadro compresso del calcio italiano, i cui costi stanno diventando ogni giono più difficili da sostenere. I primi provvedimenti sono stati presi dalle squadre milanesi che hanno iniziato a tagliare la voce più cospicua, ovvero gli stipendi.

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