Mercato impiantistica sportiva

trekking in montagna
17.12.2012

Turismo sportivo: mercato e prospettive di sviluppo in Italia

Quanto vale il turismo sportivo in Italia e quali sono le potenzialità di sviluppo di questo mercato?

Categorie: sport news, sport e turismo, mercato impiantistica sportiva

di Andrea Muzzarelli

Nel corso dell’ultimo decennio, il mercato del turismo sportivo ha conosciuto in tutta Europa un notevole incremento del giro d’affari. Quella che un tempo era definita come una semplice nicchia rappresenta oggi un vero e proprio segmento che cresce a un ritmo sostenuto.

E l’Italia? Negli ultimi anni il nostro Paese, anche a causa della pesante crisi economica, è purtroppo sceso al quinto posto fra le mete turistiche internazionali preferite. Nonostante questo, i numeri diffusi dalla Borsa per il Turismo Sportivo (BTS) in occasione dell’edizione 2011 sono promettenti: il giro d’affari annuo è stimato in 6,3 miliardi di euro, la spesa dedicata agli sport acquatici come vela, canoa e diving ammonta a circa 1,5 miliardi, mentre si stima che un italiano su quattro scelga la meta delle proprie vacanze anche in virtù dell’offerta sportiva.

Le forme di turismo sportivo nel nostro Paese, sostiene BTS, sono in continuo aumento: dalla pesca alla caccia, dal golf al cicloturismo e all’escursionismo in montagna, le strutture ricettive si preparano ad assecondare le richieste dei turisti. Insomma, anche se l’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) non lo considera ancora in modo del tutto indipendente dagli altri fenomeni turistici – nella propria classificazione, l’OMT lo colloca infatti all’interno della categoria “tempo libero, relax, vacanza” – il turismo sportivo è ormai diventato una vera e propria risorsa per il marketing e gli operatori dei settori turistico e sportivo.

Circolo virtuoso

Le grandi potenzialità del turismo sportivo sono state ben evidenziate da Elena Tarfanelli, editor della società di ricerca e consulenza Teamwork, nel volume Sport e turismo - Come fare business con il turismo sportivo (FrancoAngeli, 2010).

In un’intervista concessa alla nostra redazione, la dottoressa Tarfanelli ha ricordato che “il turismo sportivo non è solo un ottimo prodotto, versatile e poliedrico, per incrementare il business di numerosi settori (dall’ospitale all’alimentare, dal manifatturiero all’industriale), ma è anche un potente mezzo per rivalutare il territorio e migliorare la qualità della vita degli stessi cittadini”.

Stiamo quindi parlando di un vero e proprio “catalizzatore in grado di innescare un circolo virtuoso che permette di promuovere una destinazione come meta turistica, attirare persone, migliorare l’offerta ricettiva, ristorativa e commerciale, riqualificare e valorizzare le aree meno sviluppate”.

Rispetto al turismo, lo sport “garantisce la destagionalizzazione della domanda, aumentando il tasso di occupazione anche nelle stagioni più critiche”, mentre “l’offerta turistica, in particolar modo quella alberghiera, può incentivare il flusso del segmento sportivo”.

Senza dimenticare “il ritorno in termini di visibilità che può portare non solo clienti sportivi, ma anche un concreto interesse da parte degli organizzatori delle manifestazioni di settore”.

Volano per la ripresa

Se, dunque, il potenziale non manca – e a questo proposito è opportuno ricordare l’attivazione di veri e propri master di laurea come quello in Marketing Sportivo e Strategie per il Business dello Sport di Treviso – troppo spesso le politiche del turismo si dimenticano del ruolo fondamentale che può essere giocato dallo sport.

Questi e altri aspetti sono stati affrontati nel corso della Tavola Rotonda dal titolo Sport & Turismo: quali opportunità? , che si è tenuta lo scorso anno a Milano. L’evento – organizzato da Sportur – ha enfatizzato l’importanza di sviluppare una maggiore sensibilità sul tema e di attivare sinergie che rafforzino il legame tra sport e turismo. In quell’occasione, l’amministratore delegato di Apt Servizi Emilia-Romagna Andrea Babbi ha sottolineato come, a suo avviso, vi siano le risorse territoriali e culturali necessarie per poter crescere e migliorare.

L’impatto dello sport sul turismo può del resto essere notevole: come rivelato da una ricerca Nielsen , l’indotto di un evento come il Giro d’Italia su una singola città-tappa è di circa 110 milioni di euro, di cui 34 nel breve periodo e 76 nel medio-lungo. E, oltre al ritorno economico, bisogna anche considerare l’impatto turistico, ambientale, politico, culturale, sociale, diventando dunque un volano per la ripresa dell’economia.

A esserne convinta è anche la giovane imprenditrice catanese Sofia Biancarosa. Ventotto anni, laureata in Direzione aziendale, Sofia ha appena fondato una micro-impresa insieme a due amiche, Valentina Ragusa e Anna Guerrero.

Tutte e tre sono appassionate di sport (e di atletica in particolare) e si propongono di offrire servizi di turismo sportivo stagionale agli atleti del Nord Europa. Il loro scopo è di promuovere raduni in Sicilia – con la cura e l’attenzione proprie di un operatore turistico – nei periodi in cui questi atleti non possono allenarsi all’aperto nei loro paesi. E ciò sarà fatto in sinergia con le federazioni sportive, i tour operator e gli enti locali.

“Vorremmo che questa diventasse la loro seconda casa”, sostiene la dottoressa Biancarosa. “Li conosciamo molto bene e sognano di potersi allenare qui durante l’inverno. Abbiamo già accordi con le federazioni sportive dei loro paesi, e stiamo lavorando per garantire un’ottima permanenza e un servizio completo dal punto di vista turistico, sportivo e medico”.

In generale, Sofia e le sue socie sono convinte che il loro progetto avrà ricadute molto positive sul territorio, dal punto di vista sia sportivo sia turistico – anche perché a Catania c’è purtroppo una forte carenza di servizi e infrastrutture per tutti gli sport diversi dal calcio.

Cooperare e fare sistema

Ma quali sono le discipline sportive che, oltre all’atletica, potrebbero trarre vantaggio da un’alleanza con il turismo negli anni a venire? Secondo Elena Tarfanelli, al di là delle mode del momento ci sono sport che nel nostro Paese “hanno un potenziale di sviluppo sorprendente proprio in virtù del nostro clima e grazie alla conformazione morfologica del territorio: stiamo parlando del ciclismo, del trekking e delle attività legate al mare”.

Senza dimenticare il golf: “considerato fino a poco tempo fa uno sport d’élite, oggi sta conquistando varie fasce di mercato diventando un prodotto di punta di molte località italiane e un importante catalizzatore per il loro sviluppo turistico”.

Sofia Biancarosa, parlando in specifico della Sicilia, ritiene invece che tutti gli sport il cui allenamento richiede la pratica all’aperto possano beneficiare delle sinergie con il turismo locale. Del resto la Sicilia, con le sue caratteristiche climatiche, “può dare un ottimo contributo in termini di qualità delle prestazioni”.

Naturalmente, lo sviluppo del turismo sportivo – lo abbiamo già ricordato – è legato all’effettiva capacità di tutti i soggetti coinvolti di cooperare e fare sistema offrendo elevati standard di professionalità. Elena Tarfanelli sottolinea in proposito che “nel futuro imminente c’è la viva necessità di riprogettare le dinamiche turistiche pensando e creando prodotti autentici e innovativi che tutelino le radici culturali sulle quali poggiano il turismo prima e lo sport poi”.

Foto da Sxc.hu

 
 
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