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A cura della redazione
Le nuove raccomandazioni del Ministero della Salute indicano i fondamenti per orientare, a livello nazionale, le strategie, gli interventi e le azioni di contrasto ai comportamenti sedentari e per facilitare la pratica di regolare attività fisica, puntando a superare le disuguaglianze attraverso opportunità concrete per tutti.
La Conferenza Stato-Regioni ha approvato, il 3 novembre scorso, le nuove “Linee di indirizzo sull’attività fisica - Revisione delle raccomandazioni per le differenti fasce d’età e situazioni fisiologiche e nuove raccomandazioni per specifiche patologie”. Tali raccomandazioni, elaborate dal Tavolo di lavoro intersettoriale per la promozione dell’attività fisica e la tutela della salute nelle attività sportive istituito dal Ministro della Salute nel 2019, aggiornano e integrano le precedenti “Linee di indirizzo sull’attività fisica per le differenti fasce d’età e con riferimento a situazioni fisiologiche e fisiopatologiche e a sottogruppi specifici di popolazione”, coerentemente con le linee-guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sui livelli raccomandati di attività fisica, rispettivamente nei bambini fino a quattro anni di età e nella popolazione dai cinque anni in su.
Le nuove Linee di indirizzo 2021 indicano i fondamenti per orientare, in ambito nazionale, le strategie, gli interventi e le azioni di contrasto ai comportamenti sedentari e per facilitare la pratica di regolare attività fisica, puntando a superare le disuguaglianze attraverso opportunità concrete per tutti, in particolare per i soggetti più vulnerabili. Il raggiungimento di questi obiettivi, e la soddisfazione delle molteplici esigenze della popolazione, implicano la collaborazione di soggetti istituzionali e non istituzionali per favorire la pratica di attività motoria in spazi e luoghi della vita quotidiana.
Il documento, allineato al “Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025”, ribadisce la necessità di supportare la pratica di attività fisica attraverso un’ampia collaborazione intersettoriale per armonizzare le azioni attuate in settori differenti per raggiungere il medesimo obiettivo, ovvero la promozione della salute con ogni mezzo possibile. Fornisce inoltre un importante riferimento alle Regioni (per la progettazione dei piani di prevenzione regionali), nonché alle istituzioni e organizzazioni impegnate nella progettazione di percorsi di formazione superiore dedicate alla promozione dell’attività fisica. Tra queste figura l’Istituto Superiore di Sanità, che ha partecipato alla stesura delle Linee di indirizzo del 2019 e del 2021 e che ha l’importante compito, tra gli altri, di formare i professionisti del territorio che operano nell’ambito della salute pubblica.
Rispetto alle precedenti Linee di indirizzo del 2019, quelle del 2021 aggiornano i livelli raccomandati di attività fisica per la salute nelle diverse fasce di popolazione, sulla base delle linee guida OMS (2019, 2020) e in riferimento a situazioni fisiologiche e patologiche (neoplasie). Inoltre, ribadiscono l’importanza dell’attività motoria/esercizio fisico nella prevenzione e nella gestione delle principali malattie croniche non trasmissibili (MCNT), dunque come “strumento terapeutico” necessario per migliorare lo stato di salute fisica e mentale, nonché per garantire un maggiore benessere della popolazione e una migliore qualità della vita.
Coerentemente con questo indirizzo, hanno introdotto raccomandazioni per persone affette da malattie cardio-cerebrovascolari, malattie respiratorie e patologie psichiatriche. E per quanto concerne la salute mentale, dedicano un apposito spazio all’attività fisica intesa come strumento per favorire questo importante tipo di benessere. Un capitolo, poi, è dedicato alla pandemia COVID-19 e ai suoi effetti in termini di riduzione dell’attività fisica, aumento della sedentarietà e, più in generale, le ripercussioni psicologiche negative delle restrizioni imposte per contrastare la circolazione del virus. Questi effetti, prolungatisi oltre il lockdown di marzo-aprile 2020, rendono necessario un intervento incisivo di più settori della società, in particolare verso i gruppi di popolazione che hanno subito le maggiori conseguenze anche rispetto al proprio stile di vita, come gli adolescenti, le persone con patologie croniche e gli anziani.
L’esercizio fisico svolto in casa ha indubbiamente consentito a un certo numero di persone di mantenersi attive, ma non va dimenticata l’importanza dell’attività fisica intesa anche come importante momento di socialità. È dunque necessario mettere a disposizione dei cittadini spazi e contesti che consentano di praticare regolarmente attività fisica, tarati sulle molteplici esigenze della popolazione, promuovendo e facilitando la continuità nell’adozione di uno stile di vita attivo.
Altro aspetto centrale nelle nuove Linee di indirizzo è l’attenzione prestata alla formazione delle figure sanitarie (e non sanitarie) che si trovano in prima linea nella promozione della salute e dell’attività fisica quale strumento di benessere, prevenzione e cura. Viene sottolineata la necessità di implementare un adeguato piano formativo che riconosca i diversi ruoli e le diverse competenze, contribuisca alla costruzione di un linguaggio comune e delinei modelli coerenti con le opportunità di promozione dell’attività fisica nei diversi setting. L’obiettivo è attuare momenti formativi congiunti che arricchiscano il bagaglio di competenze tecnico-scientifiche specifiche e competenze trasversali, come quelle comunicativo-relazionali, il counselling e il lavoro in team.
Scarica il documento completo “Linee di indirizzo sull’attività fisica - Revisione delle raccomandazioni per le differenti fasce d’età e situazioni fisiologiche e nuove raccomandazioni per specifiche patologie”