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A cura della redazione di Sport Industry
NIdiL e SLC Cgil hanno recentemente presentato la seconda fase del progetto incentrato sul mondo del lavoro nello sport, un settore produttivo che, purtroppo, risulta essere poco regolamentato in termini di tutele e diritti dei lavoratori. Sono più di un milione e centomila, infatti, i soggetti che operano nello sport a vario titolo e con diverse modalità di retribuzione: di questi, poco più di centomila hanno un rapporto di lavoro riconosciuto e contrattualizzato, in modo spesso flessibile e precario, e circa un milione non ha rappresentanza.
Si tratta di soggetti professionalizzati e impiegati nello svolgimento di diverse discipline, quasi sempre in modo prevalente ed esclusivo, ricevendo però come compenso solamente rimborsi spese, diarie o piccole cifre irrisorie. Ed è proprio questo aspetto che è stato denunciato congiuntamente da NIdiL e Slc Cgil in occasione della presentazione dellindagine nazionale Per te lo sport è un lavoro? (a cura dellIstituto SL&A Turismo e Territorio), che prevede la somministrazione di un questionario per ricostruire un inedito identikit dei lavoratori dello sport oggi in Italia che, dal 15 gennaio, è disponibile sul sito NidiL.
Fabrizio Solari, segretario generale Slc Cgil, ha dichiarato che Il Sindacato intende conoscere in maniera approfondita il settore dello sport, per includere nella sfera dei diritti pezzi di lavoro che tradizionalmente ne sono esenti. Se si alza il tetto ai 10 mila euro dellarea detassata e de contribuita, così come previsto dallultima legge di bilancio, ci avviciniamo ad una fascia di reddito che si conforma a lavori veri e propri. Siamo unarea in cui è possibile fare reddito dimpresa anche grazie ad una riduzione del costo del lavoro, al di fuori di qualsiasi regola. Bisogna porre un freno ad una deriva pericolosa.
Nidil-e SLC Cgil realizzeranno il primo Libro Bianco sui temi del lavoro nello sport, con lobiettivo principale di fornire un quadro di riferimento relativo a questo settore, approfondendo nello specifico i punti riguardanti il mondo dello sport dilettantistico, amatoriale e sociale.
Va sottolineato che nella recente Legge di Stabilità sono state inserite alcune risorse, anche se limitate, dedicate allimpiantistica sportiva. Ma sono presenti anche alcuni limiti, da rimodellare sicuramente, quali linnalzamento del limite per lesenzione fiscale e contributiva del compenso dai 7.500 ai 10 mila euro, la quasi totale assenza di coperture previdenziali, la mancanza totale di assistenza e copertura assicurativa (limitata al solo tesseramento alle federazioni sportive), la gravosa responsabilità civile contro terzi in capo ai singoli, oltre che il riconoscimento della maternità alle atlete, ma non alle allenatrici.