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10.08.2015

Lo sport come inclusione sociale. 3 esempi italiani

Dallo sport tutti possono imparare qualcosa. Il primo insegnamento è che dalla diversità nasce la vera forza.

Categorie: sport, sport news, istituzioni sportive, promozione sport,

a cura di Alice Spiga

Lo abbiamo sentito ripetere in molteplici occasioni, e la nostra redazione stessa l'ha spesso detto e ridetto: lo sport è inclusione sociale, è integrazione, è palestra di vita, è sana competizione, è amicizia, è divertimento, è lavorare insieme verso un risultato condiviso, è tutto questo e molto di più.

In alcuni casi, poi, lo sport ha molto da insegnare anche agli altri ambiti, dai più vicini ai più lontani (ma ci sono ambiti lontani dallo sport? Che non abbiano da imparare dallo sport?): alla cultura, alla società, alla politica, alla scuola, alla sanità, ecc.

I tre casi che vi riportiamo di seguito sono la perfetta esemplificazione di tutto quello che lo sport rende possibile. E ci teniamo a ringraziare le associazioni e le istituzioni che ogni giorno lavorano per rendere possibili questi piccoli, grandi miracoli sportivi.

Sono esempi di aggregazione, d'inclusione, d'integrazione. Il motore? Lo sport.

Presentato negli impianti dell’Associazione sportiva dilettantistica Happy Stable di Terrasini (PA), il progetto “Diversabili che aiutano altri diversabili”, finanziato nell’ambito del Piano Azione Coesione “Giovani no profit” dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.

L’iniziativa curata dalla Onlus, che svolge le sue attività in un bene confiscato alla mafia e restituito alla collettività, si prefigge come obiettivo principale quello dell’integrazione dei diversamente abili nella società.

Il progetto, che si svilupperà in 18 mesi, prevede un corso di formazione rivolto a giovani diversabili, che al termine di un tirocinio formativo di 4 mesi saranno in grado di essere inseriti nel mondo del lavoro e di diventare conduttori di riabilitazione equestre, per contribuire alla cura di altri diversabili.

Il progetto, che vedrà successivamente l’inserimento di alcuni diversamente abili precedentemente formati, si svilupperà successivamente con un servizio di ippoterapia per gli utenti del territorio e andrà avanti fino a dicembre 2016.

   

In occasione della Prima edizione dello Yellow Ball International Event di Pallanuoto, la società Sport Management è stata premiata, nella persona del Presidente Sergio Tosi, per aver dato vita alla Water Polo Ability, squadra perfettamente integrata tra normodotati e disabili.

La Water Polo Ability rappresenta un caso unico nel suo genere e un esempio raro di inclusione nello sport; inoltre è la prima volta che una squadra di ragazzi anche disabili partecipa a competizioni ufficiali.

Nel ritirare il premio, Maurizio Castagna, coordinatore nazionale dei centri Sport Management, ha dichiarato: «Ringrazio innanzitutto il Prof. Tosi che ha reso possibile tutto questo e poi tutti quelli che hanno contribuito alla crescita di questa realtà unica e bellissima: a partire dalla Federazione Italiana Nuoto Paralimpic) e la Federazione Italiana Disabilità Intellettivo Relazionali all'interno del Comitato Italiano Paralimpico.

Ringraziamo specialmente Pierangelo Vignati, campione Paralimpico e referente del settore sportivo disabile che ha voluto fortemente il progetto e lo sta sostenendo portandolo all’attenzione delle istituzioni».

«L'obiettivo primario è far vivere ai ragazzi un’esperienza positiva, prima di tutto nelle relazioni interpersonali, favorendo e incentivando l’amicizia, la lealtà, l’impegno, la responsabilità e l’integrazione.

L’avversario non è il nemico: si applaude quando vince, si rincuora se perde, l’arbitro è colui che detta regole, senza le quali diventerebbe difficile giocare. Tale è l’obiettivo: divertirsi senza esasperazione. Vogliamo dare a tutti, nessuno escluso, pari opportunità di partecipare alle varie attività».

Con queste parole don Paolo Pozzoli, il parroco della Sacra Famiglia (Imperia), presenta la nascita della nuova squadra di calcio giovanile, l’Oneglia Calcio: una scuola di vita, di cultura, di educazione, prima ancora che di sport, finalizzata a formare i ragazzi e a toglierli dalla strada.

L’attività, con allenatori base muniti di patentino Uefa B e istruttori esperti, inizierà a settembre. Le quote di iscrizione che saranno determinate tenendo conto anche dell’attuale periodo economico.

 

Per approfondire

Leggi anche Sport e disabilità: 3 progetti di promozione

Foto in apertura da freeimages.com

 
 
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