Categorie: sport, mercato impiantistica sportiva,

di Silvia Bianchini

Dopo due anni di ricerca, lo studio sul “Contributo dello sport alla crescita economica e all’occupazione nell’Unione Europea” è stato completato e sono stati pubblicati i risultati. Il progetto, avvenuto fra il 2011-2012, è stato condotto dallo SpEA, l’Istituto Austriaco per l’Economia dello Sport.

I risultati dello studio toccano due livelli diversi: da una parte c’è l’intenzione di stabilire un database di riferimento per dare una stima complessiva del valore aggiunto legato allo sport e all’occupazione in Europa. Dall’altra parte c’è la volontà di stimare l’impatto economico dello sport a livello nazionale dei 27 Stati membri dell’UE, in particolare il suo potenziale di crescita e di occupazione, valutandone il ruolo all’interno della strategia economica europea.

Questo studio ha preso in esame il valore aggiunto dello sport, ovvero la differenza tra produzione e input necessari per generare questa produzione, l’occupazione, ovvero la struttura occupazionale dello sport e la sua produttività, e i moltiplicatori, ovvero l’interconnessione di un settore con il resto dell’economia.

L’esito dello studio mostra che il valore aggiunto lordo dello sport è pari all’1,13% se s’intende lo sport in senso stretto a livello economico (in questo caso sono considerate le attività sportive e i produttori di beni necessari alla pratica dello sport), mentre si parla dell’1,76% se prendiamo un’accezione più larga (attività sportive, produzione di beni sportivi e tutte le attività che hanno nello sport un importante input dei propri processi produttivi). Per quanto riguarda l’occupazione, è rilevato un contributo da parte dello sport del 2,12% che corrispondono a 4,46 milioni di lavoratori.

Per quanto riguarda l’Italia, i suoi valori sono al di sotto della media europea per quanto concerne il valore aggiunto legato allo sport sia in senso stretto sia nell’accezione più ampia: nel primo caso si tratta di una percentuale dello 0,76%, mentre nel secondo è di 1,21%. Il valore aggiunto collegato allo sport, derivato dai suoi effetti diretti, ammonta a 9,75 miliardi di euro per la definizione in senso stretto, mentre salgono a 15,6 miliardi di euro per la definizione più ampia. Il grafico a lato mostra i primi dieci settori che contribuiscono al valore aggiunto dello sport: il valore più alto si trova nel settore “servizi ricreativi, culturali e sportivi”, seguito da “servizi alberghieri e ristorativi” e dal settore dei trasporti.

Anche nel campo dell’impiego, le quote italiane si pongono al di sotto della media europea: l’1,07% contro l’1,49% per la definizione ristretta e l’1,47% contro il 2,12% per la definizione allargata. L’occupazione legata allo sport è pari a 239.881 persone, secondo la definizione ristretta, che salgono a quota di quasi 330mila se consideriamo quella allargata.

Arrivando all’analisi dei moltiplicatori, se questo è uguale a 1,0 il settore non è connesso con altri settori. Invece più è alto il moltiplicatore, più l’intera economia beneficerà di un’espansione del settore. Il moltiplicatore più alto del settore sport è legato a quello dei trasporti via acqua, seguito dall’arredamento e da prodotti in metallo, macchinari e equipaggiamenti, come mostrato dal grafico in basso.

Nel grafico seguente sono comparati i valori italiani con quelli europei e risulta che la più grande differenza a favore dell’Italia (+0,68) si trova nel settore della lavorazione della pelle. I più grandi divari a livello negativo si trovano, invece, nei campi della produzione agricola e della caccia, dei servizi educativi e della pubblica amministrazione e servizi di difesa.

Per maggiori informazioni, si consiglia la lettura integrale del Report allegato

Foto da Stock Free Images