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15.02.2012

Roma 2020: una bocciatura necessaria

di Lucia Dallavalle

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Non è bastato l’appello dei 60 olimpionici, non è bastato presentare un programma che rispondesse in linea di massima alle richieste del governo: Monti ha detto no alla candidatura di Roma per le Olimpiadi 2020.

Resta l’amarezza del presidente del comitato promotore, Pescante, e del presidente Coni, Petrucci, per “un sogno ormai svanito”. Un sogno che sarebbe costato, nelle previsioni, 4,7 miliardi, destinati però a lievitare drasticamente nel corso degli anni.

Nella conferenza stampa che si è tenuta ieri pomeriggio il presidente del consiglio ha illustrato con chiarezza le ragioni che hanno spinto il suo esecutivo a non sottoscrivere la candidatura, riassumibili in una scelta di responsabilità nei confronti dei governi futuri e dell’Italia di oggi.

Per non mettere a rischio i sacrifici degli italiani, impegnandosi in uno sforzo organizzativo dai costi imprevedibili, come dimostra l’esperienza ancora in corso dei giochi di Londra 2012, il governo non ha firmato la lettera di garanzia richiesta dal CIO.

Roma non potrà quindi competere con le altre capitali in lizza, tra cui Madrid, Istanbul e Tokyo, le tre candidature favorite per i giochi del 2020.

 
 
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