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11.01.2012

Pechino e Bologna, insieme per lo sport

di Martina Prati

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Il 16 dicembre 2011 è stato siglato un accordo tra l’Università di Bologna e la Bejing Sport University, presso la sua sede di Pechino, che è poi stato ratificato dal Consiglio della Facoltà di Scienze Motorie, svoltosi a Bologna la settimana successiva.

Si avvia così un’intesa scientifica importante che l’Università bolognese porta avanti con quella della grande metropoli orientale. Il Professor Antonio Cicchella, ricercatore confermato della Facoltà in Metodi e Didattiche delle Attività Sportive e delegato del Preside, si è recato in Cina e ha siglato quest’accordo, che segue quello firmato l’anno scorso tra l’Alma Mater bolognese e un’altra Università cinese, quella di Shangai, con la quale sono ancora in corso proficue relazioni scientifiche.

Il campus universitario di Pechino si distingue per i suoi numerosi impianti sportivi a disposizione degli studenti: 2 piste di atletica coperte, 2 piscine di cui una olimpionica, 8 palestre polifunzionali, 4 palazzetti dello sport per basket, pallavolo, tennis e calcio, 2 alberghi per gli ospiti, mense e diversi studentati. Di assoluta avanguardia, il Centro Ricerche per lo Sport, che copre un’area di circa 2.000 mq.

Tra le altre cose, c’è una palestra ipobarica, in grado di simulare al proprio interno le condizioni ambientali che si trovano ad un’altitudine di 6.000 metri, e diversi laboratori di ricerca nel campo della fisiologia dell’esercizio, biochimica, anatomia e biomeccanica dello sport.

Un accordo di questo genere permette agli studenti e ai docenti di organizzare esperienze di studio e di scambio interfacoltà. Gli studenti che volessero recarsi in Cina sono facilitati e seguiti nella trasferta e possono prendere parte gratuitamente ai corsi della Bejing Sport University. È un’esperienza formativa di alto livello, anche dal punto di vista culturale e sociale, data la situazione economica cinese, fortemente consigliata ai ragazzi. Anche la permanenza di studenti cinesi in Italia ha molti vantaggi: allarga gli orizzonti, porta novità, educa alla tolleranza e alla diversità.

In realtà, a seguito dei tagli finanziari ai fondi dell’Università, è venuto a mancare il supporto economico dell’Ateneo al progetto; quindi, per finanziare eventuali collaborazioni scientifiche bisogna sperare nel sostegno di qualche sponsor esterno.

Oltre a queste possibilità che si aprono ai giovani studenti, l’accordo testimonia l’attrattiva che ha nel mondo, a livello scientifico e didattico, la Facoltà di Scienze Motorie italiana.

Infine una collaborazione di questo genere dice molto sull’importanza della globalizzazione delle scienze sportive, requisito essenziale per la crescita della ricerca nel campo degli sport. Queste esperienze di scambio reciproco portano una mentalità innovativa, che fa crescere il gruppo di ricerca intero ed è l’unica via per migliorare davvero. Ecco perché quest’intesa può essere uno stimolo per la crescita del dipartimento bolognese. E non solo. Sarebbe auspicabile la nascita di un polo sportivo e tecnologico a Bologna, proprio come quello pechinese.

 
 
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