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05.09.2013

Educazione fisica a scuola: i paesi europei più attivi

di Lucia Dallavalle

Categorie: sport, sport news, ricerche e studi scientifici, promozione sport,

Un utile confronto tra le politiche motorie attuate in ambito scolastico, in Europa, è stato pubblicato dalla Commissione Europea a marzo 2013 e rappresenta il primo tentativo di questo organismo di individuare i punti di debolezza e di forza dell’educazione fisica nell’istruzione primaria e secondaria inferiore.

Realizzato dalla rete Euridice, che ha la finalità di fornire informazioni e analisi sui sistemi educativi europei e sulle relative politiche, il rapporto Physical Education at School in Europe descrive lo stato dell’arte dell’educazione fisica e della pratica sportiva a scuola, in 30 paesi, prendendo in considerazione differenti aspetti, tra cui le attività svolte, il tempo dedicato a questa materia, le modalità di insegnamento, i titoli professionali richiesti ai docenti, la valutazione della competenza degli alunni in questa disciplina e anche le iniziative extracurricolari proposte dalle scuole in ambito sportivo e motorio.

    

Quante ore di attività fisica nei programmi scolastici?

Per quanto l’educazione fisica sia obbligatoria, in tutti i curricoli nazionali esaminati si osserva, a livello di istruzione sia primaria sia secondaria inferiore, che le ore minime dedicate ad essa variano sensibilmente da un paese all’altro; in alcune nazioni, questo limite non è fissato a livello centrale, ma demandato alle decisioni delle scuole.

Esempi di questa flessibilità di orario si trovano in Italia, nella scuola primaria, e in Belgio, per la comunità di lingua tedesca.

Nell’anno scolastico 2011/12, l’orario medio minimo raccomandato oscillava tra le 37 ore annuali in Irlanda e le 108 in Francia, nella scuola primaria; nel ciclo successivo, al livello di base troviamo Spagna, Malta e Turchia, con un monte ore compreso tra le 24 e le 35, e, in vetta alla classifica, Austria e ancora Francia (dalle 102 alle 108 ore di “Educazione Fisica e Sportiva”).

Svetta dunque in cima alle graduatorie la Francia, dove gli studenti del ciclo di istruzione secondaria obbligatoria dedicano all’educazione fisica il 15% dell’orario complessivo, percentuale che scende al 7% per gli scolari italiani dello stesso grado (tutto sommato in media con la tendenza che si ravvisa nel resto d’Europa) e a valori più bassi in paesi come Irlanda, Spagna, Malta e Turchia.

    

L’educazione fisica e la didattica

Oltre alla quantità di tempo dedicato a questa disciplina, il report si sofferma anche sulla qualità, analizzando sia le modalità didattiche sia le competenze degli insegnanti.

Tra i paesi che si contraddistinguono per l’approccio interdisciplinare troviamo Germania, Portogallo, Regno Unito e i paesi nordici, dove, per esempio, durante la lezione di educazione fisica entrano in campo le scienze naturali e viceversa.

Riguardo alle qualifiche degli insegnanti, dallo studio emerge che, mentre nel ciclo di istruzione primaria, in molti paesi, tra cui l’Italia, l’educazione fisica può essere insegnata da docenti generalisti, nel ciclo superiore, la tendenza a livello europeo è di affidare l’insegnamento a specialisti della materia.

Infine, il report mette in evidenza l’attenzione che molti paesi, circa un terzo, stanno rivolgendo a questo tema, promuovendo riforme e iniziative – descritte dettagliatamente nel rapporto – per migliorare, in alcuni casi anche incrementare, l’insegnamento dell’educazione fisica nelle scuole.

Orario minimo assegnato all’educazione fisica, come percentuale dell’orario totale nell’istruzione primaria e nell’istruzione secondaria obbligatoria di tipo generale a tempo pieno, 2011/12.
    
      Istruzione primaria
      Istruzione secondaria obbligatoria di tipo generale
  •   Materia obbligatoria con orario flessibile

   
Per approfondire

Chi volesse maggiori informazioni riguardo a questa analisi può consultare il pdf dello studio in inglese in allegato a fine articolo, consultare la sintesi in italiano sul sito indire.it.

Vi consigliamo anche di leggere l'intervista a Michele Uva riguardante i progetti per lo sport in Italia.

Foto da Freeimages.com

 
 
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