Stadi e arene

Architetto Gino Zavanella
27.09.2013

Gli stadi del futuro? Polifunzionali, polisportivi e al servizio della città

Intervista all'arch. Gino Zavanella, fondatore dello studio di progettazione GAU Arena e uno dei firmatari del nuovo Stadio della Juventus

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Intervista di Alice Spiga

"Io non credo nella ristrutturazione degli stadi, io credo negli stadi nuovi, di nuova concezione, che nascano in territori concordati con l’amministrazione pubblica e che diano grandi servizi alla città, perché per garantire uno stadio da 30/40mila posti servono strade, infrastrutture, ferrovie, servizi pubblici, servono sottoservizi".

Questo, in estrema sintesi, il parere espressodall'architetto Gino Zavanella, fondatore dello Studio GAU Arena. Dal 1986 si occupa principalmente di architetture per lo sport, sviluppando importanti incarichi in materia di stadi, palazzetti dello sport e diventando uno dei massimi esperti in materia.

Di recente, è stato tra le firme del nuovo Juventus Stadium, che oggi si pone come unico esempio di stadio in Italia di moderna concenzione. In questa intervista, l'architetto ci racconta la sua concezione di stadio modern o, ovvero polifunzionale, polisportivo e al servizio della città.

1) Arch. Zavanella, in che modo è cambiata la progettazione degli stadi in Italia dagli anni ’90 ad oggi?

"Negli anni ‘90 si concepivano stadi esclusivamente per il calcio, al massimo vi si accoppiava l’atletica leggera. Oggi, stadi in Italia se ne sono costruiti molto pochi, eccezion fatta per lo stadio della Juventus.

Il concetto su cui mi baso nella costruzione degli stadi è che, visto che per fare stadi occorrono infrastrutture, strade, parcheggi, servizi pubblici, sarebbero sprecati se fossero utilizzati solo per il calcio una volta ogni 15 giorni.

Gli stadi devono essere utilizzati 7 giorni su 7 e al loro interno dovrebbero offrire servizi per la città - il museo dello sport, negozi specializzati in articoli sportivi, sale per miniconferenze, multisale cinematografiche - affiancando attività collaterali che possano coesistere con lo stadio e che nascano a seguito di un’analisi precisa delle necessità della città in cui lo stadio viene pensato, progettato e costruito".

2) Uno stadio dunque polifunzionale, polisportivo e al servizio della città?

Sì, esattamente. Perché se noi pensiamo allo stadio vecchia maniera, gran parte delle città è infastidito dalla sua presenza: è collegato al concetto di violenza, sporcizia, disordini, caos, traffico. Se invece lo stadio potesse restituire dei servizi alla collettività, io credo che sarebbe ben accetto".

3) Esiste in Italia la possibilità concreta di costruire nuovi stadi?

Sì, io credo di sì. Credo esistano i presupposti economici e sociali. Il problema in Italia è che tutto è difficile, perché abbiamo una legislazione sugli stadi che non è mai decollata, abbiamo una legislazione urbanistica vecchissima e piena di orpelli e catenacci, per cui per avere dei permessi occorrono anni e chi investe cifre così importanti vuole invece avere la certezza della tempistica. Cosa che oggi in Italia, con questo tipo di legislazione e di impostazione burocratica, non è possibile dare.

Ed è una caratteristica propriamente italica, io credo che nemmeno la Legge sugli Stadi potrà risolvere tanto questo problema perché è la mentalità a dover cambiare, e forse ci vorrà una generazione per arrivare a cambiare lo stato delle cose.

4) Che cosa potrebbe trarre l'Italia dall'esempio degli stadi costruiti all'estero?

"Secondo il mio parere, non esiste un modello ideale di stadio, esiste uno stadio pensato, progettato e costruito per quella città, per quel sito, non è pensabile che il concetto dello stadio di Amsterdam sia trasportabile a Napoli.

Questo perché Napoli ha le sue esigenze, Catania ha le sue esigenze, Torino e Venezia hanno le loro esigenze. Non credo nei modelli precostituiti, io credo che ogni stadio sia un modello unico.

E non si può improvvisare o pretendere di essere dei tuttologi. Io sono più di vent’anni che mi interesso quasi esclusivamente di impiantistica sportiva e la mia equipe studia, si informa, sperimenta materiali, soluzioni tecniche e funzionali; abbiamo visitato più di 100 stadi nel mondo, perché credo che l’esperienza si faccia solo sul campo.

Per porle un esempio, come studio abbiamo appena progettato lo stadio di Pisa ed è stato pensato per Pisa, con tutti gli accorgimenti, le funzioni e i servizi per la città, pensando che c’è la torre, che c’è piazza dei Miracoli, che ci sono due milioni e mezzo di visitatori, che ci sono 33 mila studenti.

Poi il campo da calcio è uguale dappertutto".

                             
 
Guarda il video dedicato al progetto per il nuovo stadio di Pisa, su progetto dell'architetto Gino Zavanella
 

5) Come pensa si potrebbe risolvere il problema degli stadi in Italia?

"Io non credo nella ristrutturazione degli stadi, io credo negli stadi nuovi, di nuova concezione, che nascano in territori concordati con l’amministrazione pubblica e che diano grandi servizi alla città, perché per garantire uno stadio da 30/40mila posti servono strade, infrastrutture, ferrovie, servizi pubblici, servono sottoservizi.

Dobbiamo pensare allo stadio più una serie di servizi che però servano alla città. Dopo sarà automatico che la gente ci vada e li frequenti e diventeranno una garanzia del ritorno dell’investimento che permetterà di trovare anche finanziatori che si mettano in gioco.

E anche in questo caso, non esistono modelli validi per tutti. Se a una città potrebbe servire una palestra, può darsi che in un'altra sia necessario un centro per la riabilitazione o una beauty farm o un museo. E in questo caso, solo un'analisi puntuale dei servizi che mancano alla città può dare risposte adeguate.

Infine, dovranno essere stadi di proprietà. Con la situazione economica italiana ed estera che stiamo vivendo, certamente non potranno più nascere stadi pubblici, dovranno essere stadi privati e come tali dovranno avere una loro autonomia economica e funzionale".

Per approfondire

Questa intervista è parte integrante di un articolo dedicato alla situazione attuale degli stadi in Italia, pubblicato nel numero 13, luglio-settembre, di Sport Industry Magazine .

 
 
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