News

09.02.2012

Presente e futuro dell’impiantistica sportiva in Italia: intervista a Roberto Pella dell’Anci

di Lucia Dallavalle

Questo articolo è inserito in sport, news sport, istituzioni sportive

di Lucia Dallavalle

Si assottigliano gli investimenti pubblici e privati nel settore sportivo (e a risentirne è soprattutto lo sport di base), ma si intensificano le attività di monitoraggio del patrimonio impiantistico del nostro Paese, che portano alla creazione di vere e proprie banche dati che raccolgono gli impianti sportivi collocati sui singoli territori regionali.

Un buon segno, se prelude all’inaugurazione di una stagione di interventi finalizzati, quanto meno, a rinnovare e adeguare gli impianti esistenti. Di questo e di altri argomenti, connessi con la gestione del sistema sportivo italiano e con le risorse che necessariamente occorre mettere in campo, parliamo con Roberto Pella, Responsabile Nazionale per lo Sport e le Politiche Giovanili di ANCI - Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e Assessore allo Sport della Città di Biella.

Indice delle domande
  1. Negli ultimi mesi sono state avviate diverse iniziative, a livello istituzionale, con l’obiettivo di fotografare la situazione degli impianti sportivi sul territorio nazionale, del loro stato e delle loro condizioni di utilizzo. Qual è il ruolo dell’Anci in questo contesto? Come procede questa attività di ricognizione?
  2. Considerando le difficoltà che i Comuni incontrano nel fare fronte alla gestione degli impianti sportivi esistenti, per il 97% circa di proprietà comunale, quali sono le proposte dell’Anci per sostenere i necessari investimenti in questo ambito?
  3. A proposito della situazione degli impianti sportivi, lei ha recentemente parlato di gap tra l’Italia e gli altri Paesi Europei. Quali sono gli aspetti in cui si evidenzia maggiormente questa distanza?
  4. Nel parere da lei presentato lo scorso ottobre a Bruxelles, sono emerse diverse proposte, tra cui la possibilità di utilizzare i fondi strutturali per l’impiantistica sportiva e per creare posti di lavoro nel settore dello sport. A distanza di qualche mese, qual è il punto della situazione riguardo a queste proposte e alle altre contenute nel parere?
  5. I finanziamenti allo sport di base, in prevalenza a carico dei Comuni, si sono inesorabilmente assottigliati nel corso degli anni. Qual è la situazione oggi?
  6. Riguardo ai riconoscimenti attribuiti ogni anno dall’Aces (capitale europea dello sport, city e town), in che misura possono contribuire a sviluppare la “dimensione” sportiva di un territorio, in tutte le sue valenze, compresa quella economica?
       
L'intervista

1) Negli ultimi mesi sono state avviate diverse iniziative, a livello istituzionale, con l’obiettivo di fotografare la situazione degli impianti sportivi sul territorio nazionale, del loro stato e delle loro condizioni di utilizzo. Qual è il ruolo dell’Anci in questo contesto? Come procede questa attività di ricognizione?

Tra le recenti iniziative a livello istituzionale vi è la costituzione dell’Osservatorio nazionale per l’impiantistica sportiva, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il coinvolgimento dell’Anci, quale organismo di supporto tecnico-scientifico per l’elaborazione delle politiche nazionali per lo sport. Nell’ambito delle proprie funzioni, l’Osservatorio svolge un’accurata classificazione ed un costante monitoraggio dell’impiantistica sportiva; analisi che permette di rilevare le criticità economiche, sociali e strutturali che ostacolano la fruizione degli impianti sul territorio nazionale in riferimento a specifiche discipline sportive.

La creazione di una banca dati condivisa del patrimonio sportivo consente di evidenziare il reale fabbisogno, le necessità manutentive e i problemi di sicurezza delle strutture, consentendo la costituzione di un sistema di rete con gli enti locali, facilitando la programmazione di azioni mirate. Le informazioni sulla disponibilità dei servizi sportivi saranno a disposizione degli utenti, al fine di incentivare la pratica sportiva.

Inoltre la costituzione di Protocolli d’Intesa con Anci consente alle Società sportive di effettuare una progettazione sull’impiantistica sportiva, concordando preventivamente tempi, modi e condizioni standard che, senza limitare la sovranità e le prerogative delle singole amministrazioni, rendono più trasparente e certo il percorso amministrativo.

torna su

2) Considerando le difficoltà che i Comuni incontrano nel fare fronte alla gestione degli impianti sportivi esistenti, per il 97% circa di proprietà comunale, quali sono le proposte dell’Anci per sostenere i necessari investimenti in questo ambito?

Il taglio dei fondi agli Enti locali, che ricade sugli investimenti legati al tempo libero, richiede un maggiore utilizzo della formula della gestione degli impianti sportivi comunali da parte delle associazioni sportive locali; tale sistema consente una riduzione dei costi di gestione diretti e agevola le associazioni nello svolgimento delle loro attività. Una criticità riscontrata negli ultimi anni riguarda l’aumento dei costi energetici a carico dei gestori; per questo motivo, è utile che gli enti privilegino interventi finalizzati ad ottenere un risparmio dei costi in tale ambito.

torna su

3) A proposito della situazione degli impianti sportivi, lei ha recentemente parlato di gap tra l’Italia e gli altri Paesi Europei. Quali sono gli aspetti in cui si evidenzia maggiormente questa distanza?

Certamente nell’ambito degli stanziamenti legati all’impiantistica sportiva. In questo senso è fondamentale che Stato, Regioni, Comuni, Coni e Istituto per il Credito Sportivo gestiscano in sinergia e con progettualità i fondi per lo sport.

torna su

4) Nel parere da lei presentato lo scorso ottobre a Bruxelles, sono emerse diverse proposte, tra cui la possibilità di utilizzare i fondi strutturali per l’impiantistica sportiva e per creare posti di lavoro nel settore dello sport. A distanza di qualche mese, qual è il punto della situazione riguardo a queste proposte e alle altre contenute nel parere?

Il Parere, da me presentato con Demetrio Albertini, Vicepresidente della Figc, prende in considerazione diverse priorità. In merito alla dimensione economica dello sport abbiamo sottolineato come le azioni in ambito sportivo debbano essere finanziate attraverso programmi europei quali il Fondo di Sviluppo Regionale (FESR) e il Fondo sociale europeo (FSE). Abbiamo inoltre proposto l’investimento nello sport di base di parte dei proventi delle scommesse legali e del gioco d’azzardo e la creazione di fondi di Solidarietà a sostegno dello sport. Lo studio del ruolo Sociale dello Sport ha ribadito la necessità di arginare il problema del doping; è stato richiesto un inasprimento delle pene, armonizzando le diverse leggi nazionali.

All’interno del parere si pone l’accento sul legame inscindibile tra sport e istruzione: da sottolineare la proposta dell’introduzione di una pratica sportiva giornaliera, gratuita, in ambito scolastico, sul modello ungherese. Va inoltre garantita la presenza di personale qualificato, ad esempio incentivando il passaggio degli atleti, al termine della loro carriera agonistica, al ruolo di istruttori e consulenti sportivi nelle scuole e nelle università, al fine di mettere a disposizione della collettività le loro competenze di alto profilo. Il parere richiede una valorizzazione del ruolo del volontario sportivo. Nell’ambito dell’organizzazione dello Sport, ulteriori proposte riguardano il sostegno ad iniziative quali l’Anno Europeo dello sport, dell’Erasmus per lo Sport ed un maggiore riconoscimento del titolo di Capitale Europea dello Sport.

torna su

5) I finanziamenti allo sport di base, in prevalenza a carico dei Comuni, si sono inesorabilmente assottigliati nel corso degli anni. Qual è la situazione oggi?

Negli ultimi anni il livello d’investimento nello sport e nell’impiantistica sportiva di base si è ridotto di pari passo con la riduzione dei fondi a disposizione degli enti locali. Il tutto sottovalutando quanto la promozione della pratica sportiva nelle fasce d’età più critiche contribuisca alla prevenzione di problemi di salute ed eviti l’abbandono dell’attività stessa da parte dei giovani tra i 14 e i 24 anni. I Comuni non possono dimenticare il loro ruolo di coordinamento sul territorio ed ora più che mai devono premiare i progetti più meritevoli e diffondere la conoscenza delle buone pratiche.

torna su

6) Riguardo ai riconoscimenti attribuiti ogni anno dall’Aces (capitale europea dello sport, city e town), in che misura possono contribuire a sviluppare la “dimensione” sportiva di un territorio, in tutte le sue valenze, compresa quella economica?

Il riconoscimento di capitale europea della Sport è un incentivo per le amministrazioni locali a potenziare le politiche sportive a livello sociale, infrastrutturale e turistico. Le città che hanno ottenuto tale riconoscimento sono considerate un modello a livello europeo, sono viste come esempi positivi di quanto una pianificazione sportiva contraddistinta da una forte responsabilità etica, possa migliorare la qualità della vita dei cittadini, il loro livello di integrazione e il benessere fisico. La necessità di stabilire con largo anticipo le attività e l’esigenza di soddisfare i criteri di eleggibilità, al momento della candidatura, stimolano fortemente la programmazione in ambito infrastrutturale e promozionale con un’indubbia ricaduta positiva sul territorio in termini di crescita dell’economia turistica. È necessario che le città coinvolgano fortemente nella stesura delle candidature tutta la cittadinanza, le scuole e le associazioni sportive.

torna su

           

Per approfondire

articoli correlati

Istanbul Capitale Europea dello Sport
Gli investimenti per lo sport del Comune di Verona, intervista a Federico Sboarina
Parma Città Europea dello sport: bilancio positivo

 
 
Torna indietro