Impianti Sportivi

28.04.2011

Erba naturale rinforzata: tecnologia tutta italiana

Categorie: sport, news sport, superfici sportive, impianti sportivi,

di Lucia Dallavalle

L’ultima frontiera nel settore dell’erba artificiale per lo sport è la cosiddetta “erba naturale rinforzata”, una tecnologia che potrebbe risolvere molti dei problemi che affliggono i campi sportivi, in particolare quelli da calcio.

Il progetto e la ricerca di questo nuovo manto sono maturati e si sono sviluppati in ambito tutto italiano, attraverso la collaborazione tra la FIGC-Lega Nazionale Dilettanti e il Centro di ricerche tappeti erbosi sportivi, CeRTES, dell’Università di Pisa. Partner del progetto, sul versante della produzione e dell’industrializzazione, Limonta Sport Italia, che da diversi anni collabora con l’équipe del CeRTES.

Per illustrare le peculiarità di questa nuova superficie, che rientra nella tipologia dei manti misti, abbiamo raccolto le parole del prof. Marco Volterrani, responsabile dell’istituto dove è stata messa a punto questa tecnologia.

Prof. Volterrani, quali sono, in sintesi, le caratteristiche di quella che viene denominata “erba naturale rinforzata” e quali i vantaggi per la pratica sportiva?

“L’erba naturale rinforzata ha una resistenza all’usura molto superiore ai migliori prati in erba naturale che si conoscono. Fondamentalmente, il motivo principale per cui si ricorre a questo tipo di tecnologia è proprio perché sopporta un carico di gioco fino a dieci volte superiore rispetto a un prato naturale.”

In relazione alla sicurezza di chi pratica attività su queste superfici, quali garanzie offre questo tipo di manto misto?


“Il manto è stato calibrato affinché l’interazione dell’atleta con la superficie sportiva sia completamente sicura. Mi spiego meglio: noi possiamo regolare la morbidezza e la rigidità del manto in funzione del tipo di riempimento che viene messo all’interno, per cui possiamo renderlo più o meno soffice, quindi più o meno sicuro La qualità del gioco è eccellente, perché non si formano buche e non si staccano zolle, non ci sono divot, cioè pezzetti di prato che saltano via; di conseguenza la superficie è uniforme, l’atleta non ha incertezze nel correre e nel cambiare direzione, e si sente molto più sicuro.”

Lo sviluppo di questa tecnologia è in qualche modo connesso con le preoccupazioni emerse qualche anno fa circa i rischi dell’erba artificiale per la salute e l’ambiente?

“Prima di tutto occorre dire che la tecnologia del tappeto erboso naturale rinforzato non fa utilizzo di gomme, e proprio le gomme riciclate sono state al centro di polemiche. Il tappeto erboso naturale rinforzato è realizzato a partire da un manto artificiale che però viene riempito con un mix di materiali organici naturali. In particolare, sono presenti granuli di sughero, di cocco e pula di riso, che è un sottoprodotto della lavorazione del riso. Niente di tossico né di pericoloso per l’ambiente. Invece, nel passato, per i manti artificiali si utilizzavano pneumatici riciclati. Questo destava delle preoccupazioni per la salute degli atleti, perché questo materiale riciclato può emanare delle sostanze tossiche, che possono causare problemi agli atleti. Ma questi materiali sono banditi in Italia.”.

Nel calcio, il “collaudo” dell’erba mista è avvenuto nel Centro di Preparazione Olimpica CONI di Tirrenia. Quali sono state le tappe successive?

“Dopo circa cinque anni di studi presso la struttura di cui sono responsabile, il CeRTES, all’Università di Pisa, e dopo le realizzazioni sperimentali, ci sono state le applicazioni su campi veri. La prima è stata nel 2007, presso il centro di Preparazione Olimpica CONI di Tirrenia, poi c’è stata una realizzazione importante nello stadio principale della Repubblica di San Marino, “Serravalle”; nel 2010 ci sono state altre due realizzazioni: il campo da calcio di Fondi, in provincia di Latina, e un campo di allenamento dell’Inter, ad Appiano Gentile, nel centro di preparazione della Pinetina. In questi giorni, sta per essere completata la realizzazione di un campo di questo tipo in Svizzera, a Vevey.
Sono state fatte molte esperienze, con un uso reale, anche molto intenso. Presso il centro coni di Tirrenia, l’utilizzo è di cinque – sei ore al giorno, con qualsiasi condizione meteorologica, e non osserviamo danni al tappeto erboso.”

Il nuovo modello di superficie a intaso organico è stato brevettato da Limonta Sport Italia, che ha collaborato con il vostro istituto di ricerca. Altre aziende, italiane o estere, hanno messo a punto tecnologie che si basano su principi e tecniche simili?

“Sì, nella storia del tappeto erboso sono stati realizzati sistemi che in qualche modo possono assomigliare al “tappeto erboso naturale rinforzato”, ma sono lontani come tecnologia, perché si basano sul tappeto naturale che viene rinforzato con filamenti artificiali. In questo caso, invece, si parte dal tappeto artificiale, completamente artificiale, del tipo omologato dalla Lega Nazionale Dilettanti, e su questo ci si inserisce con un tappeto naturale: abbiamo quindi tutta la forza dei manti artificiali e tutta la naturalità dei prati.”

Visto da vicino

Marco Volterrani, responsabile del CeRTES dell’Università di Pisa.

 

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