Categoria: complementi, aziende e prodotti
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Chi lavora a vario titolo nell’ambito dell’arredo urbano si occupa di progettare e realizzare a complementi, di diverse dimensioni, che sono composti non solo dalle grandi infrastrutture e dagli edifici, ma anche da un’ampia serie di elementi funzionali e/o di decoro.
Un progetto di arredo urbano non è semplice da stilare, come forse si potrebbe superficialmente pensare: l’inserimento di complementi d’arredo nella città, infatti, sia che si lavori su un contesto già definito, sia che si debba realizzare uno spazio ex novo, nasce da un processo analitico e progettuale minuzioso il cui fine è quello di dotare la città di equipaggiamenti fissi e mobili che, almeno in linea teorica, dovrebbero corrispondere a un’immagine minimamente coordinata e soddisfare non solo un’esigenza puramente estetica, ma anche funzionale.
Un aspetto cruciale è che i progettisti non possono esimersi dal tenere conto delle esigenze, delle aspettative e dei gusti estetici di chi governa e abita la città, un aspetto tutt’altro che semplice poiché non si tratta della soddisfazione di un singolo (già spesso complessa da rispettare), ma di una collettività composta da molteplici individui diversi tra loro. Però, è vero anche il contrario: le realizzazioni di arredo urbano hanno potenzialmente la capacità di plasmare i gusti e le abitudini visive dei fruitori, spingendo il “gusto collettivo” verso nuovi orizzonti.
Ne consegue che i teorici e i progettisti devono muoversi non solo sulla base delle loro competenze tecniche, ma anche con grande consapevolezza, sensibilità e lungimiranza, riuscendo a intercettare tanto i bisogni e la sensibilità estetica dei luoghi, quanto la vita futura delle loro proposte, che potranno cambiare in meglio (o in peggio) la qualità della vita dei cittadini. Il tutto passando attraverso un inevitabile confronto e il dialogo con i politici e gli amministratori delle città.
Considerando più da vicino gli elementi costitutivi dell’arredo urbano, è facile renderci conto di quanto essi rivestano un ruolo assolutamente centrale per il quotidiano dei cittadini. La segnaletica è di primaria importanza per la gestione della viabilità e del traffico, inoltre agevola il lavoro del personale specializzato, come gli operatori ecologici, il personale medico e paramedico, gli addetti alla consegna di corrispondenza e merci ecc. Sempre sotto il capitolo “viabilità e traffico” ricadono elementi quali dissuasori di sosta fissi e mobili, barriere pedonali, torrette a scomparsa. C’è il capitolo cruciale dell’illuminazione delle strade, delle aree verdi, di alcuni edifici pubblici e istituzionali. Ci sono elementi legati al mantenimento dell’igiene e dell’ordine, come cestini e bidoni la raccolta differenziata dei rifiuti.
L’arredo urbano segue passo passo i grandi processi di mutazione sociale sia dal punto di vista dei progressi, sia da quello dei nodi problematici con cui ci confrontiamo nelle società del Terzo Millennio. Ne consegue che se alcune delle sue componenti vanno progressivamente scomparendo (per esempio le cabine telefoniche) altre diventano sempre più rilevanti (per esempio le aree per le biciclette personali o di servizi di sharing). Un complesso capitolo è dedicato alle attrezzature per parchi e giardini: sedute, aree ristoro, giochi, il tutto possibilmente inclusivo rispetto alle esigenze dei soggetti disabili. Anche in questo caso, occuparsi di progettazione significa occuparsi sostanzialmente di rendere più vivibili i nostri spazi urbani. Senza dimenticare, infine, gli elementi funzionali alla trasmissione di messaggi pubblicitari, un aspetto tutt’altro che marginale per la nostra società.
In Italia, sono soprattutto le grandi città e quelle che conosciamo come “città storiche” a essersi dotate di un Regolamento per l’arredo e il decoro dell’ambiente urbano, testo che indicizza e disciplina l’impiego di elementi genericamente definiti “di arredo urbano” utilizzabili nel proprio territorio. Esistono alcune norme UNI a cui fare riferimento, in particolare UNI 11248 e UNI EN 13201, per l’illuminazione pubblica stradale, e UNI 11306, per le panchine.
Oltre alle UNI, si possono poi citare come punti di riferimento per l’arredo urbano italiano alcuni atti normativi statali: il d.lgs. n. 42/2004 – Codice dei beni culturali e del paesaggio, il dpr n. 380/2001 – Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, e il dm 37/2008 – Norme per la sicurezza degli impianti.
Le componenti dell’arredo urbano sono sempre più armoniche con l’ambiente circostante, all’insegna del rispetto per quest’ultimo.
Una conseguenza positiva di questo modo virtuoso di progettare riguarda il fatto che gli oggetti di uso comune influenzano i cittadini a muoversi e comportarsi in maniera a loro volta più rispettosa del contesto ambientale, senza contare che favoriscono la fruizione degli spazi pubblici, dunque la socialità. Poiché occorre conciliare funzionalità ed estetica, un Piano di arredo urbano non può esimersi da uno studio quanto mai attento e scrupoloso della realtà fisica, sociale e culturale in cui si inseriranno i complementi d’arredo. A disposizione dei progettisti ci sono veri e propri repertori dai quali attingere, ovvero cataloghi e librerie di oggetti BIM costituiti da archivi di blocchi quali segnaletica, alberi, panchine, lampioni, ecc.
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