Impianti Sportivi

06.12.2011

Lo stadio della Juventus nelle parole di Gino Zavanella

Foto La Presse

Questo articolo è inserito in sport, news sport, impianti sportivi, stadi e arene polifunzionali

di Lucia Dallavalle

Uno stadio che è anche altro, molto altro. Centro commerciale, luogo di ritrovo, museo, spazio per meeting a disposizione di aziende e di chiunque voglia sfruttare l’impianto o l’evento sportivo come occasione di pubbliche relazioni.

Ma anche in un progetto così ampio, dove lo stadio è rivolto all’intera città e vivibile sette giorni su sette, nel match day i tifosi – vip e non, giovani e meno giovani, con o senza famiglia al seguito – rimangono il cuore pulsante della struttura, il dodicesimo uomo in campo: per il loro comfort e per la loro sicurezza la Juventus ha investito molto.

Dello stadio bianco-nero inaugurato lo scorso settembre e, più in generale, del nuovo modo di concepire e progettare gli stadi che si sta affermando anche in Italia, parliamo con l’ architetto Gino Zavanella dello studio Gau Arena, co-progettista dell'impianto juventino.

          

Indice delle domande
  1. Architetto Zavanella, quali caratteristiche deve avere uno stadio di ultima generazione?
  2. Dunque, un punto di riferimento importante. Quale rapporto virtuoso si deve instaurare tra uno stadio e il suo territorio?
  3. Con l’attesa legge sugli stadi, quali nuove opportunità si configureranno per le squadre, per gli imprenditori e per le città? Quali club si attiveranno per primi?
  4. La realizzazione dello stadio della Juventus ha interessato diversi professionisti. Come si è sviluppata questa collaborazione?
  5. Nel progetto architettonico vi siete ispirati a qualche stadio in particolare?
  6. 122 milioni di investimento, corretto?
  7. Quali soluzioni avete adottato per garantire la sicurezza, senza ostacolare i flussi?
  8. Il nuovo stadio è stato realizzato all’insegna dell’ecosostenibilità. Quali metodi e tecnologie sono stati impiegati per questo fine?
  9. Può esprimere una sua opinione sull’inchiesta avviata dalla Procura di Torino?
  10. E riguardo ai tiranti che, secondo alcuni, compromettono la visuale dei tifosi in alcuni posti?

1) Architetto Zavanella, quali caratteristiche deve avere uno stadio di ultima generazione?

Il modello a cui il mio gruppo si ispira è un modello, innanzitutto, italiano. Partiamo da questo concetto: oggi, uno stadio costruito esclusivamente per il calcio non sarebbe accettato dalla città, anche in considerazione dell’immagine che il calcio ha dato di sé negli ultimi anni, mi riferisco alla violenza e ai disordini. Pensiamo che uno stadio debba essere una grande occasione per soddisfare le esigenze del territorio e che, per funzionare, abbia la necessità di avere infrastrutture adeguate alla capienza, comunque importanti, così come parcheggi e servizi pubblici consistenti. Tra l’altro, lo stadio è un’architettura che entra molto facilmente nella memoria collettiva: in qualunque città, chiunque, anche chi non ci è mai andato, sa dove sia lo stadio, così come sa dove si trova l’ospedale o la cattedrale.

torna su

2) Dunque, un punto di riferimento importante. Quale rapporto virtuoso si deve instaurare tra uno stadio e il suo territorio?

Credo che, in maniera leggermente diversa da come, per esempio si intendono gli stadi anglosassoni, che sono rivolti soprattutto ai tifosi e ai supporter, lo stadio italiano – vista anche la morfologia, la cultura e la tipologia delle nostre città – deve essere uno stadio rivolto anche alla città, non solo ai tifosi. Quindi, parliamo di uno stadio che è “casa” della squadra, ma anche luogo di incontro e occasione per risolvere i problemi della collettività.

torna su

3) Con l’attesa legge sugli stadi, quali nuove opportunità si configureranno per i club, per gli imprenditori e per le città? Quali club si attiveranno per primi?

Tutte le squadre dovrebbero avere il loro stadio, perché è assurdo che, nella crisi economica che il calcio italiano sta attraversando, si perda un’opportunità così importante di supportare dal punto di vista economico la squadra. Avere uno stadio proprio è una grande occasione di stabilità finanziaria di un club. Il patrimonio delle nostre squadre è nelle gambe dei giocatori… una volta che uno di questi si fa male, la società perde il patrimonio. Nessuna delle nostre squadre, se escludiamo la Juventus, ha un solido patrimonio immobiliare, portatore di redditività. Premesso che mi meraviglio che una legge così importante, in un momento economico così delicato, sia ferma da tanto tempo – e visto che non faccio il politico, non do commenti né positivi né negativi a riguardo – tuttavia ci tengo a osservare che quando un’amministrazione vuole fare un’operazione di questo genere, legge o non legge, ci riesce. E Torino ne è l’esempio.

torna su

4) La realizzazione dello stadio della Juventus ha interessato diversi professionisti. Come si è sviluppata questa collaborazione?

È stata un’esperienza che mi ha dato molto, interessante e difficile, perché la Juventus ha messo in campo parecchi fuoriclasse, da Ossola, per le strutture, a Giugiaro, per il design degli esterni, a Pininfarina, per il design degli interni, senza pensare agli impiantisti, anche loro di primissima qualità. Credo veramente che questo progetto abbia fatto scuola. Teniamo conto, inoltre, che la Juventus ha anche una sua propria struttura, che ha operato in maniera forte, ha svolto ricerche importantissime ed è stata determinate nelle scelte progettuali. Tutta la struttura Juventus ha collaborato, da chi si interessa del marketing a chi si occupa della comunicazione; questo è un progetto durato talmente tanti anni che ci sono stati anche dei turn over. La Juventus ha partecipato fino in fondo. L’ing. Abrate, tanto per citare una persona importantissima, è il professionista che ha seguito tutti i lavori dall’inizio alla fine.

torna su

5) Nel progetto architettonico vi siete ispirati a qualche stadio in particolare?

Direi proprio di no. Lo stadio presenta delle novità assolute. Il catino per esempio è una novità assoluta, se lo si guarda con attenzione; anche i servizi proposti sono delle novità direi uniche; molte soluzioni non le troviamo in nessun altro stadio. E se dobbiamo citare un aspetto che è un po’ il fiore all’occhiello del progetto, questo è il rapporto qualità-prezzo. Direi che è stato eccezionale. Uno stadio secondo me a cinque stelle, costato leggermente, anzi notevolmente meno, di stadi tedeschi e inglesi.

torna su

6) 122 milioni di investimento, corretto?

Considerando anche opere esterne. Quindi possiamo dire che ha avuto grosso modo un costo di 2000 euro a spettatore, quando in altri paesi europei siamo arrivati a 4000, 6000 persino 8 o 9000 euro a spettatore.

torna su

7) Quali soluzioni avete adottato per garantire la sicurezza, senza ostacolare i flussi?

Anche questo è un po’ un nostro vanto. Per lo stadio della Juventus abbiamo ricevuto il premio Fiaba – assegnato da un’associazione che promuove la cultura dell’accessibilità globale – perché non ha barriere architettoniche e tutti i settori sono raggiungibili da portatori di handicap, o comunque persone che si muovono in maniera diversa. Poi è stato studiato in modo tale che tutto il catino si può vuotare in maniera molto semplice e molto rapida, in pochissimi minuti (noi diciamo cinque, considerando venti metri al minuto). La semplicità è spesso vicina alla velocità di evacuazione.

torna su

8) Il nuovo stadio è stato realizzato all’insegna dell’ecosostenibilità. Quali metodi e tecnologie sono stati impiegati per questo fine?

Sarebbe più giusto rivolgere questa domanda in parte agli impiantisti, ma soprattutto all’ing. Ossola, che ha curato in particolare questo settore. Diciamo che siamo stati attentissimi al recupero dei materiali ottenuti dalla demolizione del vecchio stadio e al risparmio energetico.

torna su

9) Può esprimere una sua opinione sull’inchiesta avviata dalla Procura di Torino?

È un’inchiesta che non conosco, perché non mi riguarda. Quello che ci tengo a dire è questo: conosco da anni i professionisti che sono stati citati e sono di primissima qualità, di altissimo livello e di una serietà che non mi sento di mettere in discussione. Credo che sia un problema burocratico, un grande equivoco, anche perché in due ore non avrebbero cambiato idea e dato l’agibilità, se ci fosse stato un minimo pericolo di crollo. Dico, però, che prima di fare l’allarmismo che è stato fatto dai media, forse bisognava verificare con più attenzione di cosa si trattava.

torna su

10) E riguardo ai tiranti che, secondo alcuni, compromettono la visuale dei tifosi in alcuni posti?

Anche questa è una domanda che dovrebbe essere rivolta all’ing Ossola, perché è una scelta strutturale, che quindi deve essere vista nel complesso delle scelte strutturali. Non mi sembra comunque che impattino in maniera sostanziale, anche perché cadono esattamente in direzione dei corselli. Io sono stato proprio in questi posti, e non mi ha dato nessun fastidio.

torna su

                        


visto da vicino

Gino Zavanella, Architetto

In quasi quarant’anni di esperienza nell’ambito dell’impiantistica sportiva, l’architetto Zavanella si è occupato della progettazione, dell’ampliamento e della riqualificazione di diversi stadi italiani. Negli ultimi anni, oltre al ruolo di co-progettista del nuovo impianto bianco-nero, ha firmato il progetto dello stadio del Palermo , da poco presentato al pubblico, e si è occupato di quello dello stadio della Roma, un progetto in fase avanzata, attualmente però sospeso, in attesa delle decisioni della nuova proprietà. Nel frattempo, si è intensificata anche l’attività all’estero. L’ultima delle opere è lo stadio di Mosul, in Iraq, un impianto da 35.000 posti, dove Zavanella e il suo team hanno portato, in parte, i concetti espressi anche nell'intervista.

torna su 


         
Per approfondire

articoli correlati:

L'articolo completo

Questa intervista fa parte di un articolo approfondito dedicato al Nuovo Stadio della Juventus, che compare sul numero 6 di Sport Industry Magazine . Registrati al portale e richiedi una copia gratuita.

Lo stadio della Juventus pezzo per pezzo
Uno stadio per il Palermo


            

 
 
Torna indietro