Gestione impianti sportivi

Energy cap
27.04.2022

Fronteggiare il caro bollette con l'energy cap

L’introduzione di un tetto massimo sui prezzi dell’energia, il cosiddetto “energy cap”, è uno degli strumenti presi in considerazione dalle istituzioni per fronteggiare i gravosi rincari che stanno affliggendo soprattutto piscine e centri sportivi, ma anche fitness club.

Categorie: complementi

A cura della redazione

          

Il grande rincaro del prezzo dell’energia, che ha appesantito in modo insostenibile il costo delle utenze, è un ulteriore grave problema che affligge soprattutto piscine e centri sportivi – strutture energivore – e fitness club, minacciandone in molti casi la sopravvivenza.

Il tetto massimo sul prezzo del gas è uno degli strumenti presi in considerazione per ridurre l’attuale caro-bollette che sta colpendo il Paese. I prezzi di gas e luce hanno raggiunto livelli talmente alti rispetto ai mesi precedenti che è necessario un intervento statale per limitare il più possibile il rincaro delle bollette per i cittadini e per le imprese. Il prezzo è di quattro volte superiore a quello dello stesso periodo di un anno fa, prima dell’aumento e molte forze politiche chiedono insistentemente al Governo di implementare una soluzione di questo tipo.

In che cosa consisterebbe l’introduzione di un tetto massimo sui prezzi dell’energia?

Il Governo potrebbe stabilire un limite ai prezzi di luce e gas per impedire ai fornitori di aumentarli ulteriormente e trarre vantaggio dalla situazione. Il meccanismo con cui attuare tale provvedimento è ancora da stabilire, ma potrebbe portare a un avvicinamento dei prezzi del mercato libero a quelli del mercato tutelato, determinati da ARERA, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente che svolge attività di regolazione e controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore. Tale misura andrebbe a interessare solo i clienti del mercato libero in quanto il mercato tutelato viene già regolamentato e indicizzato da ARERA ogni trimestre.

Il costo in kWh dell’energia – in larga parte prodotta dal gas – sono aumentati esponenzialmente: per il mercato tutelato, hanno raggiunto il prezzo di 0,35485 €/kWh, mentre nello stesso trimestre dell’anno precedente toccavano a malapena gli 0,07325 €/kWh. Un incremento superiore al 350% che colpisce tutti i consumatori e ancor di più le aziende.

Quasi tutte le forze politiche italiane, al momento, stanno mettendo pressione al Governo per implementare un tetto massimo per il prezzo dell’energia. A livello europeo, invece, gli stati a favore (Francia, Grecia, Italia, Polonia e Spagna) stanno riscontrando l’opposizione di Germania e Paesi Bassi, dunque il premier Mario Draghi è tornato a mani vuote dal Consiglio Europeo, in cui non si è riuscito a raggiungere un accordo per porre il limite al prezzo dell’energia elettrica e del gas. Resta dunque il fatto che per l’immediato futuro l’Italia, costretta a ricercare fondi per porre un limite a questa crescita insostenibile di prezzi, pensa a ridurre l’illuminazione urbana, limitare il riscaldamento, limitare l’export delle materie prime e attuare una generale riduzione delle tasse sull’energia.

Scatta quindi la caccia ai fondi da destinare a questa soluzione. Le alternative sono piuttosto limitate per i grandi sforzi sostenuti nei mesi precedenti in questa direzione. Sono già stati stanziati 16 miliardi di euro in diverse forme:

  • taglio dell’IVA sul gas al 5%;
  • azzeramento oneri di sistema;
  • rafforzamenti dei sussidi energetici;
  • credito d’imposta su spesa bolletta luce e gas.

I residui di bilancio dovrebbero essere aggiunti a questi finanziamenti, ma sono circa 4-5 miliardi di euro che potrebbero non bastare per far fronte a un vero e proprio tetto massimo dei prezzi. Sarebbero quindi necessari altri fondi da prendere da altri progetti stabiliti per il 2022.

           

Articolo tratto da Tetto massimo prezzi energia: cos’è l’Energy Cap?

 
 
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