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06.09.2012

Prevenzione in acqua, cosa fare?

Di fronte al crescente numero di persone affogate, Australia e Nuova Zelanda corrono ai ripari.

Questa notizia è pubblicata in news piscine, ricerche e studi scientifici, sicurezza in piscina,

Secondo i dati riportati da Australasian Leisure Management, nel 2011, sono state 131 le persone annegate in Nuova Zelanda, con una crescita di oltre il 50% rispetto all'anno precedente - il peggiore tasso di annegamento mai registrato dal 2003. In Australia, dall’altro canto, nel 2011 ci sono stati 315 morti per annegamento. Cosa fare dunque per porre rimedio a questi tragici casi? La parola d’ordine in entrambi gli stati è prevenzione.

E infatti la Water Safety New Zealand ha contribuito con una donazione di 500.000 $ al programma “impara a nuotare” promosso dall’Auckland Sport, che fornirà più di 320.000 lezioni gratuite ai bambini tra i 3 e i 6 anni. I bambini potranno contare su lezioni gratuite (8-10-20 minuti) con un istruttore qualificato direttamente a scuola. Se la scuola non può contare su una piscina, le lezioni si svolgeranno in strutture pubbliche o private vicine. Per ora, solo alcune scuole potranno aderire al progetto, ma – come ha detto Daniel Gerrard, amministratore delegato dello Sport Auckland – “un’iniezione di liquidità supplementare consentirebbe al programma di raggiungere 200 scuole più”.

E in Australia? A fine estate, visti gli alti tassi di mortalità degli ultimi anni, la Australian Water Safety ha pubblicato una strategia in 10 punti per la sicurezza in acqua, con l’obiettivo di ridurre entro il 2020 i decessi per annegamento del 50%. Pubblicato dalla Conferenza australiana per la sicurezza dell'acqua, la strategia è stata sviluppata in collaborazione con il Water Safety Council australiano (AWSC) e con le agenzie di sicurezza in acqua, il governo e altri gruppi con un interesse nella prevenzione annegamento.

Tre sono i punti focali che l’AWSC ha individuato: I punti salienti che dal 2008, l'Australia ha registrato un aumento relativo di annegare morti in tutta la gamma di demografia, luoghi e attività. Il AWSC ha individuato tre settori chiave e 10 gol nel 2012-15 strategia che contribuirà alla riduzione significativa di annegare in Australia se raggiunto.

Area Uno- stadi di vita

Gli stadi della vista saranno utilizzati per distinguere i fattori e l’esposizione al rischio di annegamento in base all'età. Questi variano in base al ciclo di vita di una persona, insieme con le fasi fisiche, emotive e sociali dello sviluppo. Le tre fasi della vita chiave individuate nella strategia sono: bambini 0-14 anni, giovani 15-24 e persone di età superiore a 55 anni.

Area Due - luoghi ad alto rischio

Il piano elaborato dall’Australian Water Safety prende in esame i luoghi ad alto rischio, le vie navigabili interne, le spiagge oceaniche e le località balneari e di surf, sottolineando la necessità di strategie specifiche per diminuire il rischio di annegamento in queste zone. Tra le quali: rafforzare l'industria australiana dell’acqua e un più serrato controllo delle norme di sicurezza presso le strutture acquatiche e ricreative.

Area Tre – la prevenzione

Di capillare importanza, ovviamente: la prevenzione, che si attua soprattutto con l’insegnamento del nuoto a vari livelli. I quattro principali problemi che verranno affrontati sono: l’influenza di alcol e droga sulle capacità di nuotare, l’utilizzo di moto d'acqua, surf e altri accessori ricreativi, attività acquatiche in località caratterizzate da condizioni climatiche estreme.

Fonte: Australasian Leisure Management

Per altre notizie sull'argomento, leggere le iniziative di Svizzera e Stati Uniti.

 
 
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