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11.05.2012

Ristrutturare gli impianti natatori italiani: dal progetto alla gestione

Intervista all'architetto Paolo Pettene a cura di Alice Spiga

Categorie: piscine, gestione piscine

Grazie alla collaborazione con l'architetto Paolo Pettene, affrontiamo il tema della ristrutturazione degli impianti natatori in Italia, una necessità sempre più impellente al fine di garantire strutture adeguate all'offerta, economicamente vantaggiose ed (eco)sostenibili.

La maggior parte delle strutture natatorie italiane è infatti costretta a sostenere spese di mantenimento talmente elevate da diventare, in questo periodo non propriamente facile, insostenibili dal punto di vista economico, energetico e manutentivo.

Ristrutturarle non è dunque solo un obbligo "morale", per dare a chi è ama la piscina, un luogo consono allo svolgimento di tutte le attività in acqua, dal nuoto all'acquafitness all'idromassaggio, ma è ormai diventato un dovere "economico", che chiama in causa la sostenibilità dell'intero impianto piscina.

Perché mettere a norma gli impianti, sostituire i serramenti a vetro singolo con quelli a camera doppia, installare pannelli solari termici per il riscaldamento dell'acqua e fotovoltaci per la produzione di energia elettrica, oppure inserire sistemi per il recupero e il riutilizzo di calore, significa fare investimenti che permettono di risparmiare da subito sulle bollette, riducendo nel contempo l'emissione di CO2 nell'atmosfera.

Per approfondire l'argomento, oltre alla lettura dell'intervista che segue, si consiglia la consultazione dell'intervista a Paolo Smania, tecnico ASL, che completa il quadro della ristrutturazione degli impianti natatori in Italia dal punto di vista più prettamente gestionale: Impianti natatori: rischi e consigli per chi li gestisce

L'intervista qui presentata è inoltre parte integrante di un articolo sulla ristrutturazione delle piscine pubbliche in Italia, che compare sul numero 8 di Sport Industry Magazine . Per ricevere gratuitamente la nostra rivista, registrati al Portale www.sportindustry.com.

L'intervista

Quanto è importante che venga iniziato una capillare opera di ristrutturazione degli impianti natatori in Italia?
Occorre evidenziare che gli impianti natatori pubblici si sono conquistati, negli ultimi anni, lo status di centri polifunzionali multi-servizio, considerati ormai indispensabili grazie alle diverse attività praticabili e all’utenza eterogenea che li frequenta. Gli sport acquatici (fonte ISTAT) contano circa 3.200.000 presenze annuali, a cui si devono aggiungere circa 1.000.000 praticanti per le attività di fitness e benessere in piscina (fonte FIN). Sport acquatici e fitness in acqua rappresentano quindi la terza attività sportiva più praticata. La diffusione del nuoto è capillare e in crescita, soprattutto nelle fasce di età giovanissime e over 50 (pratica amatoriale non agonistica, ma con forti ricadute salutistiche e di prevenzione per la popolazione). La pratica natatoria è ormai percepita come attività indispensabile nella nostra società e finora, nonostante la crisi, le famiglie non hanno rinunciato a tale servizio.

Da questa premessa si evince la necessità, per gli impianti natatori (e per chi li gestisce), di rilanciare offrendo un servizio moderno e variegato, adatto a tutte le fasce d’età, nel rispetto dei parametri igienici e di sicurezza. La condizione attuale di grave congiuntura economica pone inoltre il problema dell’allocazione delle risorse disponibili. Nella redazione del progetto preliminare, va quindi condotta un’analisi di soglia per stabilire la convenienza economica e funzionale per il recupero degli impianti esistenti e un'analitica e preliminare valutazione dei rischi. Altrettanto importante risulta, secondo la nostra esperienza di progettisti, un atteggiamento di maggiore flessibilità normativa, pensando a eventuali deroghe per gli impianti preesistenti, che spesso presentano situazioni strutturali critiche per la messa a norma. Il rilancio del settore piscine potrà quindi essere veicolato da un’azione di programmazione e di riqualificazione del servizio natatorio, che passi attraverso la ristrutturazione del patrimonio esistente parallelamente (si auspica) alla realizzazione di nuovi impianti di moderna concezione.

          
L'impianto natatorio di Follonica, in Provincia di Grosseto, prima e dopo l'intervento di riqualificazione operato dall'architetto Pettene. Il progetto è presentato nel numero 8 di Sport Industry Magazine.
         

Quali sono gli interventi più importanti quando si parla di ristrutturazione degli impianti esistenti?
Nel momento in cui si decide di mettere mano a impianti natatori esistenti, spesso obsoleti e non più in grado di garantire le condizioni igienico-sanitarie richieste da normativa (per esempio per la sanificazione dell’acqua, a causa di tecnologie ormai superate), oppure con un’offerta di spazi acqua non più adeguata, risulta necessario interrogarsi sui reali bisogni dell’utenza del bacino d’utenza in cui tale impianto si colloca. Fermi restando gli interventi necessari al rispetto dei parametri igienico-sanitari di legge per garantire la sicurezza degli utenti, dovranno essere individuati una serie di interventi che riguarderanno: la messa a norma degli impianti tecnologici (impianto di trattamento acqua, di termoventilazione, elettrico, termofluidici con attenzione al rischio latente legionella), il contenimento dei consumi energetici (serramenti a taglio termico, cappotto di coibentazione, caldaie e scambiatori di nuova generazione, solare termico per l’acqua sanitaria, sistemi di recupero di tutti i cosiddetti “cascami energetici”, con scambi termici e pompe di calore…). Ulteriori interventi potranno riguardare l’aumento degli spazi acqua, con vasche che diano risposta ai bisogni latenti dell’utenza quali per esempio quelle per lo svolgimento del fitness in acqua, quelle a bassa profondità per i bambini, vasche per il relax-benessere con opzioni di lettini idromassaggio, getti d’acqua per massaggio cervicale. Parallelamente all’elenco di interventi auspicabili per la riqualificazione dell’impianto, andrà quindi condotta un’analisi costi-benefici, meglio se in collaborazione con il gestore, che dispone dei dati concreti di utilizzazione dei diversi spazi e della relativa resa gestionale. In tal modo, in un momento di forte contrazione delle risorse disponibili l’obiettivo comune dovrebbe essere quello di utilizzare al meglio i fondi pubblici senza incappare in errori di sovradimensionamento o sottodimensionamento rispetto al reale utilizzo, individuando il cronoprogramma attuativo ottimale.

E per quanto riguarda la messa in opera degli interventi e la successiva gestione?
Mai come oggi è diventato necessario responsabilizzare le imprese ad avvalersi, in fase esecutiva, della collaborazione di ditte specializzate, conducendo azioni puntuali di ripristino tramite l'utilizzo di materiali e tecnologie certificabili. Altra azione indispensabile è quella di concertare, con le stazioni appaltanti, modalità di affidamento dei lavori evidenziando quelli specialistici e indire gare non solo finalizzate al massimo ribasso, ma con offerte economicamente più vantaggiose.  I gestori dovranno invece garantire, oltre alla qualità del servizio globale con tutti gli adempimenti di competenza, anche interventi di manutenzione ordinaria e migliorativa secondo un calendario stabilito dal piano di autocontrollo, in collaborazione con ditte di settore.

Visto da vicino

Paolo Pettene
Negli ultimi anni, lo Studio di Architettura SdiA dell’architetto Pettene è stato impegnato nella progettazione e direzione lavori di molteplici interventi di ristrutturazione e riqualificazione di impianti natatori preesistenti: tra gli altri nell’ultimo quinquennio l’impianto natatorio Trecate a Torino (pubblicato sulla rivista tecnica Piscine Oggi), gli impianti natatori pubblici di Aosta, Città di Castello, Follonica, Lanzo Torinese, Ciriè e Borgaro Torinese, Collegno, Trezzo sull’Adda. Attualmente in corso, impianti nelle città di Grugliasco, Norcia e Udine, e la piscina comprensoriale di Moie, di Maiolati Spontini, Ancona.

 
 
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