Norme e leggi per l'impiantistica sportiva

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14.09.2012

Prime considerazioni sul "decreto defibrillatori"

Sono già sorti alcuni dibattiti sull'introduzione dei defibrillatori imposta del decreto Balduzzi

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di Alice Spiga

Sempre più al centro dell’attenzione la norma contenuta all’interno del nuovo decreto sanità che prevede, oltre a controlli medici per ottenere l’idoneità a praticare sport più accurati, l’adozione di defibrillatori semiautomatici esterni. La maggior parte dei medici plaude a questa iniziativa, che ha lo scopo di salvare vite umane, ma i proprietari e i gestori di palestre e centri sportivi si chiedono chi dovrà sobbarcarsi il costo di tali apparecchi.

Il decreto Balduzzi approvato dal Consiglio dei Ministri impone l’acquisto di defibrillatori semi-automatici (Dae) e di altri eventuali dispositivi salvavita da parte di società sportive professionistiche e dilettantistiche per tutelare la salute dei cittadini. Si tratta di strumenti che permettono di salvare una vita, in caso di infarto, basati su scariche elettriche controllate che possono ripristinare l’attività cardiaca e scongiurare la morte. Ma la loro presenza soltanto non è sufficiente: devono essere utilizzati da personale esperto, in possesso di un attestato rilasciato da un corso di formazione.

"Gli aspetti che per noi restano irrinunciabili - precisa Maurizio Casasco, presidente della Federazione Italiana Medici Sportivi, in un recente articolo pubblicato dall’ INAIL - sono sempre la prevenzione e la formazione. Se ci sono risorse andrebbero investite su queste'', anche perché "va sempre ricordato che l'Italia nella prevenzione è un'eccellenza assoluta. Nel mondo, infatti, il rapporto delle morti improvvise è di una su 100-300mila, da noi una su un milione, un milione e mezzo''

Entusiasta il presidente dell’Associazione dei medici del calcio, oltre che medico della nazionale, Enrico Castellucci, che ha elogiato questa iniziativa, poiché costituisce “un grande passo avanti” per la sicurezza di chi pratica sport e rende meno probabili gli eventi tragici capitati a Morosini e Bovolenta.

Massimo Archini, presidente nazionale del Centro Sportivo Italiano (CSI), frena invece gli entusiasmi e pone l’accento sulla questione economica. A fronte delle 110 mila società dilettantistiche censite dal Coni, si chiede quanti saranno i macchinari necessari in Italia e soprattutto a chi toccherà sobbarcarsi tale spesa.

"Se saranno adeguatamente finanziate - sostiene Archini - avremo un miglioramento della qualità della pratica sportiva di base, ma se tutto sarà lasciato sulle spalle delle famiglie e delle società sportive è fondato il rischio che la pratica sportiva nel Paese diminuisca. Le società sportive di quartiere e di oratorio non possono più reggere altri costi, perché non ce la fanno veramente più".
         

Fondi per la vita

I primi passi nella direzione augurata da Archini sono già stati mossi. A Piacenza, per esempio, è nata l’associazione Progetto Vita che ha lo scopo di portare un defibrillatore in ogni struttura sportiva della provincia emiliana. Fra le iniziative intraprese, è stata organizzata a luglio una serata di sensibilizzazione in collaborazione con alcuni campioni del mondo pattinaggio, durante la quale sono stati raccolti fondi per l’acquisto di defibrillatori.

Anche a Cagliari, in Lombardia, in Liguria e in Puglia sono state organizzate iniziative simili, volte soprattutto alla sensibilizzazione dei cittadini in materia di sicurezza nello sport.

E le amministrazioni locali? Tra le prime ad attivarsi per l’acquisto di defibrillatori c’è il Comune di Sarnano, nel maceratese, che ha recentemente comperato tre dispositivi salvavita da posizionare nelle strutture sportive comunali.

Mentre tra le società sportive, l’AS Roma si distingue per essere stata la prima a organizzare un corso di rianimazione cardio-polmonare e di utilizzo dei Dae per i propri operatori sportivi e staff medico.
               

Contributi dalle fondazioni?

Un contributo all’acquisto di Dae potrebbe arrivare dalle varie fondazioni a favore della prevenzione cardiovascolare. Fondazioni che si dimostrano già molto attive nella promozione di iniziative volte alla sensibilizzazione nei confronti delle disfunzioni del sistema cardiocircolatorio. Fra queste spiccano la Giornata Mondiale per il Cuore e Ci vuole cuore.

La prima è organizzata dalla Fondazione Cuore e dalla Fondazione Italiana Cuore e Circolazione e ha lo scopo di fornire informazioni sulle patologie cardiache, specialmente quelle legate ai bambini. Ci vuole cuore, invece, ha organizzato ad aprile una settimana di iniziative in collaborazione con Lega Basket e Lega Due per raccogliere fondi a favore della Lotta alla morte cardiaca improvvisa nei giovani.

Siamo sicuri che anche queste fondazioni potranno svolgere un ruolo importante nella raccolta di fondi per l'acquisto di un apparecchio così importante.
        

foto da sxc.hu

 
 
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