A cura della redazione di Sport Industry
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Coinvolgere i ragazzi, vigilare, e soprattutto promuovere il dialogo, mai il silenzio. E questa la ricetta offerta da Telefono Azzurro e Aics per combattere il bullismo, a scuola come in palestra, sui campi da calcio, oltre una rete da pallavolo. Lo sport, fra tutti spiegano le associazioni, promotrici della campagna antibullismo #Insiemesipuò, presentata alla Camera lo scorso 18 maggio è lambito migliore nel quale far crescere gli anticorpi a ogni forma di violenza e abuso, grazie alla promozione dei valori sportivi e della condivisione, ma servono preparazione e nessuna sottovalutazione del fenomeno.
Un fenomeno in crescita, quello del bullismo, spesso aggravato dal cyberbullismo. Secondo lultimo rapporto pubblicato dallIstat sul tema, infatti, nel 2014, poco più del 50% degli 11-17enni ha subìto qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi o ragazze nei 12 mesi precedenti. Il 19,8% è vittima assidua di una delle tipiche azioni di bullismo, cioè le subisce più volte al mese. Per il 9,1% gli atti di prepotenza si ripetono con cadenza settimanale. Che non si verifica solo tra i banchi di scuola. Anzi, spiegano le associazioni, il tema degli abusi nel mondo dello sport occupa spesso le pagine della cronaca nazionale e internazionale. Fatti che ci mostrano come in alcuni casi, anche negli ambienti sportivi, più o meno organizzati, a fianco dei notevoli benefici si verificano una serie di episodi negativi e dannosi per il benessere psico-fisico dei minori.
In una ricerca inglese, ad esempio, il 29% dei soggetti intervistati riferiva di aver subito molestie sessuali, sia di tipo fisico che verbale. E per quanto concerne lItalia, il 10% dei ragazzi intervistati da Telefono Azzurro e Doxa Kids in unindagine condotta nel 2017 fra i ragazzi delle scuole italiane è stato vittima di bullismo in ambienti sportivi. Episodi in cui non sempre la vittima trova supporto psicologico e morale da parte dei genitori. Infatti sempre secondo la stessa indagine il 12% degli adulti ritiene che il bullismo sia sempre esistito e non sia un problema così grave.
Scene di bullismo, spiegano Telefono Azzurro e Aics, che non di non di rado sfociano nei pre-adolescenti e adolescenti in forti disagi, sofferenza e autolesionismo, espressione dirompente della rabbia, aggressività nei confronti di se stessi e degli altri, abuso di droghe e di alcol: Cogliere tali segnali permette di attivare tempestivamente una rete per la diagnosi e la successiva presa in carico.
Nel 2016, i casi di abuso sessuale e pedofilia gestiti da Telefono Azzurro attraverso la linea 1.96.96, il 114 Emergenza Infanzia e la chat sono stati 301. In 1 caso su 10 il responsabile è un estraneo.
Sono pochi ed eccessivamente frammentari gli interventi di formazione sulle tematiche dellinfanzia e delladolescenza diretti a chi lavora nei movimenti sportivi dilettantistici spiega Ernesto Caffo, professore ordinario di Neuropsichiatria infantile presso lUniversità di Modena e Reggio Emilia e presidente di Telefono Azzurro Onlus - oltre alla sottoscrizione di un dettagliato codice di comportamento gli operatori dovrebbero essere in grado di conoscere i segnali di disagio che i bambini e i ragazzi manifestano più o meno esplicitamente. Lavorare nella cornice della protezione significa anche comprendere che alcuni bambini, più vulnerabili per una serie di caratteristiche, sono più a rischio di violenze, maltrattamenti ed abusi. Occorre quindi costruire una rete virtuosa per diffondere formazione nel contesto agonistico e costruire azioni di contrasto. In questo ambito nasce il rapporto di collaborazione con AICS, che più in generale porta la nostra esperienza nell intero mondo dello sport.
E arrivato il momento sottolinea il deputato Bruno Molea, presidente di Aics, ente di promozione sociale e sportiva, e di Csit, la Confederazione mondiale dello sport amatoriale - in cui il movimento sportivo, le famiglie e le scuole, in collaborazione con le istituzioni e le associazioni, creino sinergie per offrire una risposta immediata ai disagi. La proposta di Aics è quella di istituire percorsi formativi per i nostri dirigenti e tecnici, per sviluppare competenze atte a promuovere i valori dello sport e saper cogliere i segnali del disagio giovanile, attuare iniziative di coinvolgimento diretto di ragazzi e ragazze nellanalisi del problema e nellindividuazione delle soluzioni, istituire prassi che gestiscano in anticipo il rapporto privilegiato individualizzato tra un adulto e un minore. In Italia, nel 2014, lIstat ha contato quasi 500 denunce di abusi su minore: una volta su 10, chi infligge violenza è una persona nota alla vittima. Ciò si sconfigge con preparazione e prevenzione. Lo sport è lambiente che offre le occasioni migliori per superare il disagio, grazie al dialogo, alla condivisione, al valore sportivo dellimpegno comune. E da qui che dobbiamo cominciare.
Per ulteriori informazioni:
Aics Associazione Italiana Cultura e Sport
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