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Fa già parlare di sé l'articolo apparso a pagina 57 del numero odierno di Repubblica. Un articolo che fa parte di un'ampia inchiesta su La casta dello sport , pubblicato su La Repubblica.it.
Per coloro che ancora non hanno avuto modo di leggerla, l'inchiesta prende in esame i fondi che il Coni riceve dallo Stato e il modo in cui essi vengono distribuiti (tra federazioni, attività sportive e funzionamento del sistema), la composizione della casta dirigenziale, che vede il potere in mano a ultra-sessantenni che si vedono (più o meno controvoglia) rinnovare la propria carica di anno in anno, e la poca considerazione che le donne continuano ad avere nel mondo sportivo dirigenziale.
L'inchiesta arriva a toccare anche il ruolo giocato in questo quadro dalla Federcalcio e dalla Lega Nazionale Dilettanti, che viene definita "asso pigliatutto". Istantanea la risposta del Presidente della LND Carlo Tavecchio al Direttore Ezio Mauro, che in una lettera rettifica parte del contenuto dell'articolo.
Di seguito riportiamo dunque l'estratto della lettera divulgato dalla LND, che vuole essere una precisazione rispetto a quanto pubblicato nell'articolo a firma di Agnese Ananasso, dal titolo Gli sprechi dello sport, su 428 milioni pubblici solo 5 per i bambini, in particolare del paragrafo dedicato alla Lega, che risulta "decisamente fuorviante e basato su un'erronea interpretazione dei fatti".
"In merito al tesseramento del settore giovanile, tengo a precisare che l'istituzione nel 2007 del cosiddetto sportello unico ha permesso un risparmio di 1,5 milioni di euro all'anno alla Federazione Italiana Giuoco Calcio, evitando sovrapposizioni di strutture con una conseguente ottimizzazione delle risorse.
In virtù di questa trasformazione, la Lega Dilettanti ha attuato, come per le sue attività, un monitoraggio amministrativo-gestionale volto all'eliminazione di nicchie di mala gestio che avevano portato in passato a comportamenti poco virtuosi. Infine, il raggiungimento dell'obiettivo dell'informatizzazione dei tesseramenti è stato compiuto nell'ottica del miglioramento del servizio alle società sportive e il costo dei cartellini è di totale pertinenza della FIGC.
Per quanto rigurada il rimborso dei dirigenti, la Lega Nazionale Dilettanti prevede un rimborso spese tassato a norma di legge e legato alla prestazione giornaliera: non esiste nessun rimborso forfettario né tantomeno fisso come invece viene riportato erroneamente nell'articolo.
Discorso a parte: la mutualità diritti tv. La quota spettante ai Dilettanti è pari all'1% dei diritti televisivi del calcio professionistico di Serie A che devono essere impiegati per lo sviluppo del calcio in generale. La LND, di intesa con la FIGC che ha istituito i Centri Tecnici di Formazione Federale, ha inteso impiegare parte dei questi introiti nella costruzione di strutture moderne, nel pieno rispetto delle norme sulla sicurezza, da destinare proprio a questo importante progetto di rilancio del calcio giovanile.
Per quel che concerne invece l'assunzione di nuovi dipendenti (oltre 100 secondo le normative della Legge Fornero), è stato compiuto un enorme investimento per il Paese dando fiducia ai giovani, a maggior ragione in un momento di così grande crisi. E sinceramente non capisco come questa grande opportunità, quando ovunque si parla di licenziamenti, non sia stata percepita nella sua reale portata dall'estensore dell'articolo. Ciò dovuto anche dal fatto che il volontariato sportivo è in forte diminuzione e che in circa 40 delegazioni provinciali, proprio per questo motivo, è messa a repentaglio la prosecuzione dell'attività.
Infine, alcune precisazioni sull'erba artificiale. Limonta è solo una delle tante aziende operanti nel settore (non esistono aziende privilegiate) che hanno beneficiato di un indotto generale di oltre 500 milioni di euro in 10 anni, creando posti di lavoro e sviluppo nel nostro Paese, mentre Labosport, a suo tempo indicataci dalla UEFA come laboratorio accreditato, era l'unica realtà con la professionalità e la qualità necessarie ad assolvere quel compito.
L'omologazione di un campo in erba artificiale, ai fini assicurativi, per il rispetto dell'ambiente e in difesa della salute dell'atleta, è molto più complessa di quella di un campo in erba naturale, ma la LND ha stabilito una riduzione del 50% del costo (4.000 che diventano 2.000 euro, perché l'Iva è imposta dallo Stato) qualora chi ne fa richiesta dimostri che il campo venga utilizzato senza alcuno scopo commerciale (ad es. affitto) e a soli fini per l'attività giovanile e dilettantistica.
Inoltre, lo scorso 13 settembre la Lega Nazionale Dilettanti ha concluso un percorso importante ottenendo l'accreditamento FIFA quale omologatore iscritto all'Albo internazionale, ma è solo l'ultimo passo di una serie di prove superate brillantemente a partite dall'indagine del Ministero della Salute, fino all'informativa del Garante della Concorrenza che non ha inteso procedere confermando l'ottimo operato della stessa LND".