News

05.09.2011

Il valore dell’industria cosmetica

Categorie: wellness, wellness news, mercato benessere, ricerche e studi scientifici,

a cura della redazione di Sport Industry

Presentato di recente, presso la Camera dei Deputati, il secondo rapporto nazionale dedicato al settore della cosmetica, promosso da UNIPRO, l’Associazione italiana delle imprese cosmetiche, e realizzato dalla società Ermeneia – Studi & Strategie di Sistema.

Il Beauty Report 2011 ha posto l’attenzione non solo sulle imprese industriali, ma anche sul primo anello della filiera cosmetica, quello degli acconciatori, che rappresentano l’insieme più numeroso tra i molti operatori che costituiscono tale filiera (come le farmacie, le profumerie, le erboristerie e i centri estetici).

Un mercato in crescita

Sono quattro le conclusioni fondamentali cui giunge il Beauty Report 2011:

  1. una ripresa vigorosa che fa seguito alla solida “tenuta” messa in luce nell’anno precedente, con un +5,2% per la produzione industriale contro il -3,2% del 2009; +17% per l’export contro il -11,8% del 2009; +28,3% del saldo commerciale contro il -13,8% del 2009; +6,8% degli investimenti pubblicitari contro il -9,0%), un andamento positivo degli ordinativi e una valutazione di attraversamento della crisi come fatto ormai compiuto, visto che il 32,1% delle imprese non ha subito conseguenze o comunque le ha superate.
  2. La ripresa ha favorito l’“incorporazione in alto” della crisi, il 75,5% degli imprenditori intervistati afferma che la crisi è stata utilizzata come una vera e propria “leva” per riposizionarsi sui mercati, inoltre una particolare attenzione è dedicata alle strategie specifiche di rafforzamento sui mercati, a cui si sommano una previsione di crescita decisa dell’internazionalizzazione da parte di più di 3/4 delle imprese (77,7%), a fronte di una proiezione già presente sull’estero che è oggi del 31,6%.
  3. Viene confermata la caratteristica di una tendenziale a-ciclicità di fondo del settore rispetto alla crisi. Il 71,4% dei titolari intervistati afferma di aver continuato a investire in maniera convinta e, in parallelo, il 62% degli italiani dichiara di non aver cambiato sostanzialmente le abitudini di acquisto dei prodotti cosmetici.
  4. Si è in presenza di un processo di differenziazione aziendale. Il 40,3% delle aziende ha risentito della crisi e il 57,9% non ne ha risentito per nulla o solo un po’. Il 70% delle aziende presenta ordinativi, fatturato, export e investimenti in decisa crescita e il restante 30% denuncia andamenti in diminuzione o in tenuta modesta. Ci sono infine aziende che puntano a strategie di radicale evoluzione e aziende che preferiscono restare all’interno di strategie più “continuiste”.

Il Rapporto 2011 si conclude ribadendo l’importanza di guardare al settore cosmetico in una logica di filiera allargata che comprende non solo le aziende industriali in senso stretto, bensì anche quelle dell’indotto e soprattutto dei soggetti che stanno a diretto contatto con i consumatori (come gli acconciatori, gli istituti di bellezza e i centri estetici, le profumerie, le erboristerie, le farmacie).

Nell'immagine: trattamenti estetici al Fonteverde Natural Spa Resort

Per approfondire

articoli correlati:

Estetica: regole certe per le apparecchiature
Estetica: un nuovo standard europeo

 
 
Torna indietro