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04.07.2011

Innovativa e sostenibile, l’impiantistica sportiva del futuro

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di Lucia Dallavalle

(28 giugno 2011) Mentre l’attesa legge sugli stadi alimenta il dibattito sul futuro dei grandi impianti, si intensificano, soprattutto a livello locale, gli incontri e le iniziative dedicate all’impiantistica sportiva di base, per dare risposte concrete alle esigenze di un pubblico sempre più variegato e per attrarre il popolo dei sedentari.

Su questo tema abbiamo interpellato Fabio Casadio, presidente del Comitato Provinciale di Bologna della UISP, Unione italiana sport per tutti, da sempre attenta alle necessità di sport e movimento di ogni fascia della popolazione.

  1. Presidente Casadio, nel corso di un’assemblea pubblica oganizzata a Bologna, si è discusso di impiantistica sportiva “innovativa”. In che cosa consiste questo nuovo modo di progettare impianti sportivi per le città?
  2. Si è anche parlato di sostenibilità economica a supporto di questa nuova progettualità. Come si realizzerebbe?
  3. Vi siete ispirati a un modello europeo per lo sviluppo di questo progetto sull’impiantistica sportiva di base?
  4. Veniamo invece ai grandi impianti, cosa ne pensa della cosiddetta “legge sugli stadi” di prossima approvazione?
  5. La riforma del sistema sportivo italiano è un tema centrale nel dibattito che anina gli enti che si occupano di sport e molto sentito dal vostro presidente UISP nazionale che, a questo proposito, propone di rilanciare il ruolo delle Regioni. A livello locale, in città come Bologna, secondo lei, quali dovrebbero essere le tappe e quali gli interlocutori per riformare il sistema sportivo?
  6. Lo scorso aprile avete avviato, a Bologna, la campagna Pillole di movimento, in collaborazione con le Farmacie Comunali, il Servizio sanitario regionale e l’Ordine provinciale dei medici. A distanza di poche settimane, quali sono i risultati raggiunti? C’è l’intenzione di estendere la campagna su base nazionale?
  7. Quali altre iniziative ha in serbo la UISP, con particolare riferimento agli impianti e alla promozione dell’attività motoria e sportiva di base?

1- Presidente Casadio, nel corso di un’assemblea pubblica oganizzata a Bologna, si è discusso di impiantistica sportiva “innovativa”. In che cosa consiste questo nuovo modo di progettare impianti sportivi per le città?

La politica del movimento di UISP sta andando nella direzione indicata dall’OMS. La preoccupazione è quella di dare delle risposte al popolo dei sedentari (i cosiddetti “seduti”), risposte che non siano in contraddizione con le proposte tradizionali, ma che si integrino anche grazie ad una nuova progettazione impiantistica. L’innovativa concezione di impiantistica sportiva è quella di creare strutture “leggere” a servizio dell’esercizio fisico rivolte ai cittadini di qualsiasi età, genere e condizione fisica e sociale.

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2- Si è anche parlato di sostenibilità economica a supporto di questa nuova progettualità. Come si realizzerebbe?

La nuova progettualità porta a:

  • diminuzione dei costi di gestione attraverso l’uso di nuove tecnologie;
  • possibilità di realizzazione di nuovi progetti rivolti a tutta la comunità, con il risultato che più persone utilizzano per diversi motivi e con diversi scopi la stessa struttura;
  • sostenibilità economica, proveniente proprio dal risparmio in salute che la sanità pubblica potrebbe ottenere investendo in questi progetti.

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3- Vi siete ispirati a un modello europeo per lo sviluppo di questo progetto sull’impiantistica sportiva di base?

Il settore “Spazi di sport” ha commissionato lavori di consulenza che misurano i bisogni del territorio sui quali pensare la nuova impiantistica. Dai bisogni nasce un progetto complessivo in cui le nuove tecnologie sono applicate ed applicabili.

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4- Veniamo invece ai grandi impianti, cosa ne pensa della cosiddetta “legge sugli stadi” di prossima approvazione?

Mi sembra importante che gli investimenti non siano sostenuti dall’Amministrazione Pubblica e che, al contempo, si permetta al privato di rientrare equamente dall’investimento sostenuto. La riforma del sistema sportivo italiano è un tema centrale nel dibattito che anina gli enti che si occupano di sport e molto sentito dal vostro presidente UISP nazionale che, a questo proposito, propone di rilanciare il ruolo delle Regioni.

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5- A livello locale, in città come Bologna, secondo lei, quali dovrebbero essere le tappe e quali gli interlocutori per riformare il sistema sportivo?

Partiamo col constatare che a Bologna il nuovo Sindaco ha nominato un Assessore affidandogli come deleghe Sanità, Sport e Lavori Pubblici. Questo per la nostra città è un dato di partenza assolutamente interessante. Sappiamo e ne siamo entusiuasti che il progetto è quello di trovare una rappresentanza del mondo sportivo ed ascoltarla, mettendola ad un tavolo di ascolto e programmazione condivisa. È un ottimo punto di partenza se pensiamo che molto spesso manca questa regia! Questo poi si dovrà accompagnare ad una consapevolezza. Partendo dal presupposto che un nuovo welfare non può nascere da un solo soggetto. Deve essere, a tutti i livelli, un “patto” tra Comune, Azienda Ospedaliera e associazioni sportive, uniti con l'obiettivo di trovare una soluzione ad un allarme sociale. È un sistema che può funzionare solo se tutti saranno disposti a fare la loro parte. Per completare il quadro segnalo che c'è anche una bellissima legge della Regione Emilia Romagna che, se applicata, riconoscerebbe nell'associazionismo sportivo uno degli interlocutori più accreditati.

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6- Lo scorso aprile avete avviato, a Bologna, la campagna Pillole di movimento, in collaborazione con le Farmacie Comunali, il Servizio sanitario regionale e l’Ordine provinciale dei medici. A distanza di poche settimane, quali sono i risultati raggiunti? C’è l’intenzione di estendere la campagna su base nazionale?

Pillole di Movimento è una campagna sulla quale abbiamo investito molto a livello locale. Ci ha permesso infatti di avviare una sinergia con alcuni importanti interlocutori quali i Comuni, la Provincia, l’AUSL, l’Ordine dei Medici e le Farmacie Comunali per progettare insieme. Questo è il primo grande risultato ottenuto che citerei. “Pillole” non vuole essere un progetto a sé ma un lancio di partenza in una progettazione condivisa sui temi della prevenzione della salute che si stanno a cuore. A questo si affianca il grande successo ottenuto. Sono stati attivati circa 5000 contatti a seguito della distribuzione mirata delle scatole di movimento. Le società sportive della nostra rete che sono state coinvolte hanno espresso soddisfazione per avere potuto offrire il movimento ad una ampia utenza. Il progetto sta suscitando interesse anche a livello internazionale, ISCA, International Sport and Culture Association, lo segnalerà tra le azioni per il contrasto alla sedentarietà. Siamo aperti quindi a collaborare e a ripetere l’esperienza per raggiungere il maggior numero possibile di sendentari.

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7- Quali altre iniziative ha in serbo la UISP, con particolare riferimento agli impianti e alla promozione dell’attività motoria e sportiva di base?

UISP è a disposizione per collaborare, proporre e lavorare in rete insieme agli interlocutori pubblici e privati, al fine di promuovere la salute attraverso il movimento. Proporremo convegni informativi per la nuova impiantistica e continueremo la nostra opera di sensibilizzazione attraverso il mondo della “Rete Blu UISP” che abbiamo attivato già da qualche anno con le società, senza dimenticare lo sport di base tradizionale, ma cercando di soddisfare le emergenze sociali che sempre più vengono indicate come prioritarie. Siamo sempre attenti all’etica sportiva ed ai valori educanti dello sport, pertanto proseguiremo con i progetti già avviati ad esempio nel mondo del calcio giovanile e non (Oltre Le Regole e Facciamo Fischiare gli Arbitri).

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Visto da vicino

Fabio Casadio, presidente del Comitato Provinciale di Bologna della UISP.

 
 
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