Ricerche e studi scientifici

Sport che allungano la vita
02.12.2016

Tennis, nuoto e aerobica: ecco gli sport che allungano la vita

Secondo uno studio pluriennale coordinato dalla Sydney Medical School alcune discipline sportive comportano più benefici per la salute di altre. Primo classificato il tennis, che per i ricercatori riduce il rischio di mortalità del 47%, a seguire il nuoto, 38%, l’aerobica e la danza, 27%, e il ciclismo, 15%.

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A cura della redazione di Sport Industry:

Tennis, nuoto, aerobica e ciclismo. Sono questi gli sport che, secondo uno studio pluriennale coordinato dalla Sydney Medical School, e pubblicato in questi giorni sulle pagine del British Journal of Sports Medicine, allungano la vita. Per i ricercatori del team internazionale guidato dal professor Pekka Oja dello Ukk Institute di Tampere, in Finlandia, infatti, se l’attività fisica, in generale, comporta numerosi benefici per la salute delle persone che la praticano, non tutte le discipline sono uguali: alcune permettono di ridurre significativamente il rischio di mortalità. E sono più “preventive” e “curative” di altre. Primo in classifica il tennis, che per i ricercatori riduce il rischio di mortalità del 47%, a seguire il nuoto, 38%, l’aerobica e la danza, 27%, e il ciclismo, 15%.

Lo studio è stato avviato nel 1994, racconta alla Cnn il professor Oja, per approfondire la relazione tra sport e salute a lungo termine: “molto del materiale scientifico disponibile oggi è legato a studi sugli effetti dello sport a breve termine”. “I benefici derivanti dall’attività fisica sono moltissimi e conosciuti – si legge sulla nota pubblicata sul BJM – ma l’obiettivo dell’indagine era capire e quantificare l’impatto di ogni differente tipologia di sport e esercizio fisico rispetto alla possibilità di ridurre il rischio di mortalità”.

Tra il 1994 e 2008, quindi, i ricercatori hanno studiato un campione di 80.306 inglesi e scozzesi, sia uomini, sia donne, ai quali il team, nel corso dei 9 anni oggetto d’indagine, ha domandato di riferire alcune informazioni relative alle loro abitudini sportive. Nello specifico, ai partecipanti, il 45% dei quali praticava già un’attività motoria classificabile come tale in base gli standard stabiliti dalla World Health Organization, cioè almeno 150 minuti la settimana, è stato chiesto di riferire circa il tempo dedicato all’attività fisica (compresi i lavori domestici più faticosi), al livello di sforzo richiesto loro per concludere gli allenamenti, e su quale fosse lo sport che avevano scelto di praticare (i più popolari, il nuoto, il ciclismo, l’aerobica, la ginnastica o la danza, il jogging, il calcio o rugby, e poi gli sport da racchetta, cioè tennis, badminton e squash). Durante il periodo oggetto della ricerca, inoltre, 8.790 su 80,306 partecipanti sono deceduti per cause di varia natura, e 1.909 di attacco cardiaco.

Nel 2008, quindi, terminata la raccolta dei dati necessari a tracciare un bilancio della situazione, l’equipe di Oja a redatto le conclusioni, confrontando, da un lato il tasso di mortalità dei partecipanti allo studio impegnati in una qualche attività fisica, e dall’altro quello relativo ai sedentari. Ed è arrivata la prima verifica: “lo sport come attività è davvero benefico per la salute. I partecipanti che dedicavano tempo all’attività motoria, a prescindere da quale fosse, hanno ridotto il loro rischio di mortalità del 28%”.

Inoltre, secondo i risultati dello studio dell’equipe internazionale, gli iscritti a uno sport da racchetta (tennis, badminton e squash), hanno dimostrato un’aspettativa di vita più alta del 47% rispetto ai non iscritti a quelle particolari discipline, e un rischio di sviluppare problemi al cuore più basso del 59%. A seguire i nuotatori, il cui cuore ha il 41% in più di probabilità di mantenersi sano, e godono mediamente di un’aspettativa di vita superiore del 28%. Terzi classificati, gli appassionati di aerobica, che allenandosi riducono la possibilità di contrarre malattie cardiache del 50%, e una probabilità di vivere più a lungo superiore del 27%.

Per quanto riguarda gli altri sport praticati dagli iscritti allo studio, nessun particolare beneficio cardiaco è stato riscontrato per gli appassionati di calcio, corsa e rugby, né è i ricercatori sono stati in grado di attribuire a queste discipline la capacità di incrementare l’aspettativa di vita. Tuttavia, precisano gli studiosi, “il loro rischio sviluppare una patologia cardiovascolare è più basso del 45%”.

Lo studio condotto, precisa il team della Sydney Medical School, “è d’osservazione, quindi le conclusioni non possono essere considerate definitive, e ci sono sempre da tenere in presenti variabili come la temporaneità dell’indagine e la stagionalità di alcuni sport. Tuttavia – evidenziano gli scienziati – questi risultati dimostrano che fare sport, e in particolare svolgere alcune discipline specifiche, può comportare importanti benefici tangibili: tenersi in forma allunga la vita”.

 
 
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