Norme e leggi per l'impiantistica sportiva

studio sport e salute
23.09.2020

L’indagine di Sport e salute sugli effetti del Covid-19 sullo sport

Durante il lockdown gli italiani hanno fatto più o meno attività fisica? Con l'arrivo dell'autunno pensano di riprendere le vecchie abitudini? E le organizzazioni sportive come si sono adattate ai cambiamenti? Continueranno a offrire servizi in digitale? Queste e altre risposte all’interno dell’indagine condotta da Sport e Salute in collaborazione con SWG.

Categorie: sport, news sport, ricerche e studi

A cura di Rita Cesarini

Immagini di Sport e salute spa

                  

La società Sport e salute ha analizzato il sistema sportivo italiano di questi ultimi mesi per studiare l’impatto che l’emergenza coronavirus ha avuto sulle abitudini delle persone durante il lockdown, oltre che nei mesi a seguire.

Durante il lockdown gli italiani hanno fatto più o meno attività fisica? Si sono presi maggiore cura del proprio benessere e della propria alimentazione? Con l’arrivo dell’autunno pensano di riprendere le vecchie abitudini? Come si sono adattate ai cambiamenti le organizzazioni sportive? Continueranno a offrire i tanti servizi in digitale che hanno proposto agli utenti durante il lockdown? Queste sono alcune delle domande che hanno trovato risposta nel corso dell’indagine condotta da Sport e salute, realizzata in collaborazione con SWG .

                 

Impatto sullo stile di vita durante il lockdown

La quota di italiani che afferma di essersi mantenuta attiva nel corso del lockdown è molto alta, in particolar modo il 58% degli intervistati ha dichiarato di essersi mantenuto attivo perché fa bene alla salute fisica, mentre il 63% ha dichiarato di averlo fatto per il benessere dalla propria salute mentale. È sempre la maggioranza ad affermare la grande importanza che ha avuto il tenersi attivi durante l’emergenza (53%) così come a dichiarare di aver colto l’occasione per trovare nuove modalità di essere attivi (54%). Tuttavia, solamente il 37% del campione intervistato ha affermato di essere stato più attivo rispetto al solito durante le settimane di lockdown.

Una categoria particolare di soggetti interpellati è quella che è rientrata nel tanto decantato smart working: il 56% ha dichiarato che, grazie allo svolgimento del lavoro da casa, ha potuto attuare uno stile di vita più sano, mentre il 51% ha sottolineato che ha potuto svolgere attività fisica e/o sportiva proprio grazie allo smart working.

Ovviamente la “reclusione forzata” necessaria a ridurre l’avanzata della pandemia sul nostro territorio ha portato alcuni soggetti a innescare circoli viziosi tra le mura domestiche. Qual è, dunque, l’altra faccia della medaglia? Il 50% dei soggetti intervistati ha dichiarato di aver sentito la mancanza delle attività fisiche e sportive svolte nella quotidianità regolare. È stata registrata un’ampia quota di persone che non è riuscita a valorizzare il tempo del lockdown sotto forma di cura della salute e svolgimento di attività fisica: il 39% di essi ha affermato di aver accumulato peso e il 35% ha dichiarato di sentirsi in colpa per non essersi mantenuto attivo nel corso della quarantena.

                 

            

E come hanno influito i comportamenti di chi era attorno a noi sulle nostre abitudini? Il 49% dei soggetti intervistati ha dichiarato che le persone a loro vicine sono state uno stimolo ad avere uno stile di vita attivo, mentre il 43% ha affermato di essere stato lo stimolo per le persone a lui vicine.

             

              

L’indagine condotta da Sport e salute in collaborazione con SWG non poteva non soffermarsi anche sull’impatto del lockdown sulle organizzazioni e sull’offerta di servizi sportivi. Il 96% del campione si è ritenuto d’accordo sul fatto che l’attività fisica e sportiva siano un importante aiuto per la società nel superamento dell’emergenza e l’80%, in particolare, le ha ritenute rilevanti per i singoli individui nel corso del lockdown.

Per quanto riguarda i servizi digitali, il 69% dei soggetti ha affermato di aver creato un’offerta sportiva online e/o a distanza per gli utenti, la quale è risultata gratuita per gli iscritti nel 60%, gratuita sia per gli iscritti sia per i non iscritti nel 30%, mentre la percentuale a pagamento si è suddivisa in un 7% per gli iscritti e 3% per iscritti e non.

E la soddisfazione per le attività online? Il riscontro è stato positivo per 3 su 4. Nei casi di insoddisfazione, il motivo è legato in particolar modo a una bassa adesione da parte degli utenti, seguita dal non raggiungimento dei risultati attesi e dalla difficoltà di lavorare con strumenti digitali e di coinvolgere i collaboratori in questo nuovo approccio all’attività fisica e sportiva. Senza contare che, in alcuni casi, è risultata difficile persino la comprensione della normativa, così come sono stati non indifferenti gli investimenti economici richiesti per avviare un servizio online e/o a distanza.

            

        

              

Per maggiori informazioni:

Scarica il report dettagliato dedicato all’emergenza sanitaria Covid-19 e sport durante il lockdown

    

 
 
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