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Ragazzo sdraiato su campo da calcio
22.05.2019

Sorveglianza Passi, gli ultimi risultati

I sedentari in Italia sono il 34,5%, una percentuale che tende ad aumentare nel tempo. Questo è solo uno dei tanti aspetti emersi dall’indagine Passi, un progetto del ministero della Salute e delle Regioni e Province Autonome avviato nel 2006 con l’obiettivo di monitorare lo stato di salute della popolazione italiana, in particolar modo degli adulti dai 18 ai 69 anni.

Categorie: sport, news sport, ricerche e studi scientifici

A cura di Rita Cesarini

Immagini: portale EpiCentro

                

Sul portale EpiCentro sono stati recentemente pubblicati i dati relativi al quadriennio 2015-2018 della Sorveglianza Passi, dati che vanno a confermare ed evidenziare significative disuguaglianze sociali – già emerse in passato – relative alla salute degli adulti, ai comportamenti connessi alla salute (come abitudine al fumo, consumo di alcol, sedentarietà, scarso consumo di frutta e verdura, eccesso ponderale e obesità), all’accesso alla prevenzione per la diagnosi precoce dei tumori o all’adottare misure di sicurezza per la prevenzione degli incidenti stradali.

Maria Masocco, responsabile presso l’ISS del coordinamento nazionale PASSI, a tal proposito ha affermato che “I dati della Sorveglianza PASSI aggiornati al 2018 confermano e mettono ancora una volta in evidenza significative differenze sociali nella salute e nell’accesso alla prevenzione che si aggiungono alle differenze geografiche a svantaggio delle regioni del Sud e delle Isole, dove povertà e carenza nell’offerta di programmi di prevenzione e di servizi cura si concentrano. È dunque necessario continuare a porre l’attenzione su questi aspetti, con una lettura trasversale dei dati proprio in questa ottica, per programmare e ri-orientare adeguatamente le politiche di contrasto alle disuguaglianze in salute, verso azioni di sistema orientate all’equità, che rappresenta uno dei principi cardine del Piano Nazionale della Prevenzione”.

           

Attività fisica, focus sui dati

Tenendo conto delle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulle caratteristiche che devono possedere i soggetti per essere considerati attivi, gli adulti nel nostro Paese si distribuiscono in modo quasi equo in tre gruppi, ovvero:

  1. Fisicamente attivi (31,4%) – praticano 30 minuti di attività fisica moderata per almeno 5 giorni alla settimana o almeno 20 minuti al giorno di attività intensa per almeno 3 giorni a settimana o svolgono un’attività lavorativa che richiede un consistente sforzo fisico;
  2. Parzialmente attivi (34,1%) – praticano attività fisica, senza però raggiungere i livelli raccomandati;
  3. Sedentari (34,5%, quota più alta delle tre) – non praticano attività fisica e non svolgono un lavoro pesante.

Nel dettaglio, all’avanzare dell’età corrisponde un aumento della sedentarietà – nella fascia dei 18-34 anni si aggira al di sotto del 30%, mentre in quella dei 50-69 anni sale al 40% –. Risulta influente, inoltre, anche il sesso e lo status socioeconomico: la sedentarietà aumenta fra le donne e fra coloro che hanno difficoltà economiche o un basso livello di istruzione.

                    

               

Per quanto riguarda l’aspetto geografico, dai dati di Sorveglianza Passi è emerso chiaramente uno squilibrio tra il Nord e il Sud, con alcune delle Regioni meridionali in cui la quota di sedentari raggiunge e supera abbondantemente il 50% della popolazione, ovvero Campania (50,6%) e Basilicata (62,2%), e altre Regioni in cui la quota è molto vicina a questi valori, ovvero Puglia (46,3%), Sicilia (46%) e Calabria (45,4%). La realtà più ‘virtuosa’ per lo svolgimento di attività fisica è la Provincia Autonoma di Bolzano (49,3% di fisicamente attivi), seguita dalla Sardegna (41,7%), le cui quote superano sensibilmente quella della media nazionale di attivi, ferma al 31,4%.

Un altro aspetto interessante emerso dalla Sorveglianza Passi riguarda la percezione che i soggetti intervistati hanno del proprio livello di attività fisica: il 50,7% dei parzialmente attivi e il 22,5% dei sedentari hanno affermato di percepire come sufficiente la quantità di attività fisica svolta.

          

                

L’indagine, inoltre, ha toccato un altro punto importante, vale a dire l’attenzione degli operatori sanitari al problema della sedentarietà. Come si può chiaramente vedere dalle percentuali pubblicate sul portale EpiCentro, i soggetti ai quali è stato consigliato dal medico/operatore sanitario di fare più attività fisica corrispondono solo al 30,2% (media nazionale), con un picco in positivo in Molise (41,8%) e un picco in negativo in Puglia (19,2%). Entrando maggiormente nel dettaglio, solo il 44% di individui affetti da almeno una patologia cronica hanno ricevuto lo stesso suggerimento e solo il 38,5% di persone in condizione di obesità o sovrappeso è stato invitato ad aumentare il tempo dedicato all’attività fisica.

              

Come dimostra il grafico, la percentuale dei sedentari, nel tempo, è in costante aumento.

             

              

Passi, focus sul progetto

Passi, acronimo di “Progetti delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia”, è un progetto del ministero della Salute e delle Regioni e Province Autonome avviato nel 2006 con l’obiettivo di monitorare lo stato di salute della popolazione italiana, in particolar modo degli adulti dai 18 ai 69 anni.

Attraverso delle indagini campionarie vengono raccolte informazioni sugli stili di vita, sui fattori comportamentali di rischio connessi all’insorgenza di malattie croniche non trasmissibili e sul grado di conoscenza e adesione ai programmi di intervento che l’Italia realizza per la loro prevenzione. Le tematiche analizzate sono numerose e tra queste sono comprese anche l’inattività fisica, il sovrappeso e l’obesità. Il rigore metodologico nella realizzazione delle indagini è garantito dal coordinamento centrale dell’Istituto Superiore di Sanità, che interviene a partire dalla definizione del piano di campionamento e dallo sviluppo delle procedure standardizzate di raccolta e analisi dei dati, degli strumenti di monitoraggio della qualità dei dati e delle performance, per arrivare fino alla comunicazione e alla diffusione dei principali risultati.

La peculiarità di Passi è insita nel suo fine, ovvero quello di offrire alle Regioni e alle Asl un utile strumento di sorveglianza della salute e, in particolare, dei dati concreti a livello locale da sfruttare per migliorare gli approcci di prevenzione.

           

Per approfondimenti e maggiori informazioni:

Definizioni operative sull’attività fisica

Salute e disuguaglianze sociali: sfavorito chi non è abbiente, chi è poco istruito e chi vive al Sud

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia: la sorveglianza Passi

           

 
 
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