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a cura della redazione di Sport Industry
Quante sono le imprese che operano nel settore termale in Italia? Con quali risorse? Quale giro d’affari alimentano direttamente e non?
Le risposte vengono dall’ultima ricerca di mercato presentata da Federterme Confindustria lo scorso maggio. La ricerca, volta a tracciare sia il profilo sia l’andamento di un comparto importante del turismo italiano, ha evidenziato una lieve contrazione rispetto al 2009, con una diminuzione dell'1,3 % del valore aggiunto.
Un calo prevedibile nell’attuale congiuntura economica e comunque, sottolineano gli autori dello studio, Nicola Quirino ed Emilio Becheri, “più contenuto di quello riscontrato in settori affini, quale quello degli esercizi alberghieri e complementari”.
Due ordini di motivi spiegano questo dato: prima di tutto, la domanda di cure termali reagisce più lentamente alle variazioni di reddito disponibile; in secondo luogo, il settore termale dipende meno di altri dal turismo proveniente dall’estero.
Numero e distribuzione:
378 sono le imprese termali in Italia. Il 46,8 per cento è al nord; il 15,1 per cento al centro; il 38,1 al sud.
Ragione sociale e dimensioni delle imprese:
la società di capitali è l’organizzazione scelta dalla netta maggioranza delle aziende (259). Primo il Veneto con 85 società, seguito dalla Campania (55), dalla Toscana (23), dall'Emilia-Romagna (19), dalla Lombardia (16) e dal Lazio (15). Prevalgono le imprese di medie dimensioni, con un numero di dipendenti compreso tra 25 e 100.
Ricettività:
nelle località termali le strutture alberghiere sono complessivamente 1.534; la capacità ricettiva è pari a 110.343 posti letto, di cui 27.867 appartenenti alle stesse aziende termali. Nella stagione primaverile si registra il maggior numero di arrivi.
Clientela:
la ricerca ha messo in luce un cambiamento significativo della domanda: il notevole abbassamento dell’età media dei clienti degli stabilimenti termali, registrato negli ultimi anni. Mentre gli over 65 oggi rappresentano meno del 40 per cento degli utenti, i frequentatori tra i 20 e i 45 anni hanno ormai superato il 30 per cento.
Linee di sviluppo:
la presenza sui principali social network, lo sfruttamento delle località pivot, l'integrazione con le altre forme di turismo presenti nelle zone termali e il miglioramento del rapporto con i medici del territorio; queste alcune delle possibili linee di sviluppo del settore individuate nell’ambito del medesimo studio.
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