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04.03.2015

L'idroterapia nel mondo tra studi scientifici e il riconoscimento dell'OMS

Una panoramica sul settore termale in Italia e nel mondo, alla luce del recente riconoscimento dell’idroterapia da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

Categorie: wellness, wellness news, mercato benessere, ricerche e studi scientifici,

Di Lucia Dallavalle

La notizia non è nuova, ma letta insieme ad altre che riguardano il settore delle Terme e del benessere fotografa una situazione in movimento che induce a pensare positivo, a dispetto della crisi generale e delle performance poco brillanti del comparto termale nel 2013 e nei primi mesi del 2014 in Italia, che resta comunque uno dei Paesi più avanzati al mondo in questo settore.

Ci riferiamo al rapporto internazionale Hydroglobe, presentato a marzo dello scorso anno presso il Ministero della Salute, con il titolo "Definizione di un quadro complessivo mondiale per l’Idroterapia", con cui si intende l’uso dell’acqua a differenti condizioni fisiche e con diverse composizioni chimiche, mediante l’applicazione di varie metodologie, per curare e prevenire problemi di salute.

Il progetto, firmato FoRST, Fondazione per la ricerca scientifica termale costituita da Federterme, è stato sostenuto da partner internazionali, come FEMTEC (Federazione Mondiale di Idroterapia e Climatoterapia), ISMH (Società Internazionale di Idrologia Medica), e l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Idroterapia: il sì dell’OMS

Proprio grazie a studi scientifici come quello avviato da FoRST, nel segno della crescita e dell’evoluzione dei trattamenti idroterapici a livello mondiale, l’OMS-WHO ha inserito a pieno titolo l’idroterapia tra le strategie e gli obiettivi della medicina tradizionale e complementare per il 2014-2023.

Un traguardo importante, il riconoscimento da parte dell’OMS, ma anche una carta da giocare per rilanciare il concetto di percorso termale sia come cura sia come «insieme di pratiche di benessere che non escludono il termalismo terapeutico, ma lo comprendono in senso preventivo», spiega il prof. Marco Vitale, Coordinatore Scientifico FoRS.T.

«In quest’ottica – prosegue Vitale – le terme moderne andrebbero intese come una componente organizzata e già utilizzabile della welfare community, in grado di esprimersi positivamente in campo terapeutico e preventivo, includendo percorsi di corretta alimentazione e attività motoria».

Focus su: i dati Hydroglobe

Tornando ai dati Hydroglobe. Un enorme sforzo d'indagine, tramite interviste e questionari a circa 2700 strutture termali in 10 nazioni, è all’origine della ricerca che ha fotografato la situazione della medicina termale mondiale; sono stati coinvolti 1300 stabilimenti in Russia, 400 in Italia, 300 in Cina, 250 in Francia, i restanti in Romania, Ungheria, Polonia, Tunisia, Portogallo e Cuba.

“Le Thermae nella versione più aggiornata – 3.0, per usare il linguaggio informatico – oggi sono ben decise a recuperare il proprio ruolo terapeutico e di promozione della salute e del benessere, in chiave rigorosamente scientifica e professionale”, ha commentato il presidente di Femtec, Umberto Solimene, ritenendo lo studio un importante strumento sia scientifico sia di “governance” del sistema termale.

Tra i diversi aspetti presi in considerazione dallo studio troviamo:

  • i livelli di utilizzo,
  • le tecniche,
  • le patologie trattate,
  • la formazione del personale
  • i quadri normativi di riferimento di ogni singolo Paese, con relative politiche di sostegno economico.

Ne è emerso un sistema al quale fanno ricorso milioni di persone nel mondo, ma ancora privo di standard internazionali comuni. Grazie a questo studio, però, è stato possibile tratteggiare la mappa dell’idroterapia nel mondo, individuando tre aree distinte:

  • La prima area è costituita dall’insieme dei Paesi europei e dalla Federazione Russa che riconoscono l’idroterapia come cura e, in molti casi, la includono nei servizi erogati dal sistema sanitario nazionale.
    Questo “blocco” geografico è caratterizzato da un alto livello di regolamentazione normativa sull’utilizzo dei trattamenti idroterapici e dalla formazione per lo più a livello universitario degli operatori.
  • La seconda e la terza area, contraddistinte da una minore disciplina, sono rappresentate da Paesi del Nord Africa, di grandi tradizioni idroterapiche, e dai Paesi Orientali, come per esempio la Cina dove il processo di regolamentazione è ancora agli inizi.

Per quanto riguarda le acque termali più usate sono quelle ricche di calcio, magnesio o sodio, sulfureo-saline e sulfuree e carbonate; gli ambiti principali di utilizzo sono la cura di problemi dell’apparato muscolo scheletrico (il 40% delle patologie trattate con l’idroterapia, su scala mondiale), la cura delle affezioni respiratorie e quelle dell’apparato digerente.
 

Per approfondire

Si consiglia la lettura della notizia pubblicata sul sito della fondazioneforst.it

 
 
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