Primo Piano

turismo, benessere, dati, mercato, ricerche,
03.11.2014

Numeri e caratteristiche del mercato del turismo del benessere

Una leva strategica per le aziende del settore alberghiero e per la promozione del territorio

Categorie: wellness, news wellness, strutture ricettive, ricerche e studi scientifici, mercato benessere,

Di Lucia Dallavalle

Con un mercato stimato intorno ai 439 miliardi di dollari, la "vacanza benessere" è una delle tendenze più significative in ambito turistico e rappresenta il 14% della cifra spesa globalmente nel settore dell’ospitalità e dei viaggi.

Questi i dati emersi dal report 2014 Global Wellness Tourism Economy , commissionato dal Global Spa & Wellness Summit, con lo scopo di misurare e analizzare, per la prima volta, questo fenomeno.

Una domanda, quella della vacanza per la salute, destinata a crescere molto più velocemente rispetto al turismo “regolare”, stando alle previsione statistiche dell’ente che ha condotto la ricerca – SRI International – con una stima di sviluppo del 55% entro il 2017.

Si tratta di una tendenza salutare tanto per i clienti quanto per il business, che ha spinto molti gruppi alberghieri a dotarsi di programmi “healthy”, con varie declinazioni: dall’alimentare al fitness, dalla spa resort – con massaggi e trattamenti – allo sport.

Il turista del benessere, del resto, sembra propenso a spendere: in media circa il 130% in più del turista tradizionale. E infatti persino gli aeroporti hanno creato aree dedicate al turismo del benessere: tutti quelli più importanti hanno una spa, molti anche una palestra, alcuni – come San Francisco, Chicago e Dallas – aree per praticare lo yoga.

I numeri del mercato in Europa e in Italia

Tabella Europe Wellness Tourism Market (cifre espresse in sterline)

Una fetta consistente dell’economia del “Wellness Tourism” dipende dai paesi europei che, in questo specifico segmento, generano circa 203 milioni di viaggi all’anno, il 39% della cifra globale: un mercato che in Europa vale 158,4 miliardi di dollari.

Nella top ten delle nazioni che alimentano questo flusso, si contano del resto sei paesi europei: Germania, Francia, Austria, Regno Unito, Italia (con 8,1 milioni di viaggi) e Svizzera.

Healthy hotel

Lo studio introduce anche una distinzione tra due tipi di turismo del benessere:

  1. primario, che riguarda i viaggi espressamente intrapresi con obiettivi di salute e benessere psico-fisico;
  2. secondario, quando le attività correlate al benessere sono una delle componenti del viaggio.

    
Questo secondo target costituisce la fetta più ampia – l’85 per cento – del totale delle spese e degli spostamenti per il benessere: sono questi turisti ad avere alimentato il boom degli “healthy hotel”.

Un altro effetto è stata la trasformazione di strutture specializzate, nate per soddisfare la domanda di primo tipo (destination spas, le definisce la ricerca), in centri “ibridi” dove ci si può immergere in percorsi di benessere di lunga durata, con trattamenti articolati, intensive fitness, lezioni di yoga, personal training e diete speciali, per esempio, oppure fare un’occasionale esperienza di spa resort.

Alcune catene alberghiere hanno puntato sull’attività fisica, attrezzando in modo adeguato singole camere travel fit e mettendo a disposizione abbigliamento sportivo, oppure investendo sulle attrezzature del fitness center, proponendo corsi di yoga e delle attività di gruppo maggiormente gettonate.

Per i più attivi, l’offerta contempla anche boot camp e percorsi per i runner: una gamma di proposte impensabile fino a qualche anno fa.

Non solo sport

L’attività fisica non sembra però essere l’opzione preferita dal turista benessere, sebbene apprezzata da un numero cospicuo di clienti. Quali siano le richieste più comuni lo rivela una recente indagine realizzata negli Stati Uniti dalla società newyorkese Spafinder, specializzata nella comunicazione e nel marketing nel settore del benessere:

  1. cibo più sano (l’87% degli intervistati)
  2. sedute nella spa e massaggi (82%)
  3. allenamento con attrezzature per il cardiofitness e il potenziamento (70%)
  4. programmi per favorire un sonno più salutare (54%)
  5. percorsi di meditazione e di autoconsapevolezza (47%).
     

Una percentuale molto alta guarda anche alla possibilità di fare esperienze a contatto con la natura (82%) e all’offerta eco sostenibile della struttura ricettiva (73%).

Gli esempi e i dati illustrati mostrano che, in una visione di più ampio respiro e con un progetto industriale e un piano di investimenti a monte,il turismo correlato alla salute e al benessere può trasformarsi in una leva di sviluppo economico e occupazionale per un intero territorio, come ha recentemente sottolineato lo stesso presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.

Per approfondire

La ricerca completa è disponibile, in lingua inglese, sul sito web professionalspawellness.com

Foto in apertura da Freeimages.com

 
 
Torna indietro