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Di Guido Martinelli
>>> aggiornamento del 5 maggio 2021:
Ci sono alcune novità contenute negli emendamenti approvati che dovrebbero essere ratificati dall’aula del Senato. Il provvedimento andrà alla Camera, poi, dove non dovrebbe subire ulteriori modifiche per poi approdare finalmente in Gazzetta Ufficiale.
Le tre notizie più importanti sono:
<<< approfondiremo questi punti non appena saranno disponibili informazioni dettagliate
Il rinvio della riforma dello sport – del resto preannunciato nello stesso comunicato del Consiglio dei Ministri che aveva approvato i decreti di riforma dello sport – con ogni probabilità ha la sua ragione d’essere nella volontà da parte del Governo di intervenire, con gli strumenti che ha già a disposizione (già la legge delega conteneva la possibilità di emanare da parte del Governo, nei due anni successivi alla emanazione dei provvedimenti delegati, dei decreti correttivi) o con nuovi provvedimenti legislativi sui contenuti della riforma. Ne deriva la palese inutilità di stare a descrivere contenuti che potrebbero mutare e che comunque entrerebbero in vigore tra otto mesi. Avremo tutto il tempo per farlo.
Va, però, evidenziato che continua l’incertezza normativa nella quale gli operatori dello sport sono costretti ad agire. Ma, principalmente, non ci si consente di capire quale possa essere il modello di sviluppo dell’attività dei centri sportivi.
Già la riapertura sarà caratterizzata da importanti tensioni finanziarie: dovremo fare i conti, nella quasi generalità dei casi, con maggiori costi legati all’applicazione delle norme anti-covid, ivi compreso un contingentamento degli accessi, e allo spazio che dovrà essere destinato ai nostri iscritti che dovranno (giustamente) recuperare la quota parte degli abbonamenti non fruiti. E quando, presumibilmente, si potrebbe ricominciare a navigare in acque più tranquille, ecco scattare il maggior costo del lavoro legato all’entrata in vigore della riforma sullo sport. Sempre che la sempre maggiore presenza sindacale nello sport e la potenziale natura interpretativa delle norme sul lavoro sportivo non portino a un’anticipata conflittualità rispetto all’entrata in vigore della novella sul lavoro.
In questo quadro non possiamo fare a meno di denunciare che mentre l’istituendo terzo settore si vede beneficiato di un fondo straordinario di cento milioni di euro dal decreto in esame, nulla viene previsto di specifico per il mondo dello sport.
Le uniche due norme di nostro potenziale interesse sono:
Un dettagliato approfondimento su questi due punti è contenuto nel numero 180 della rivista Il Nuovo Club .