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Coronavirus 2
03.03.2020

Coronavirus, l'invito di ANIF a rivedere chiusure e divieti

Anif Lombardia, l'Associazione nazionale impianti fitness&sport, ha indirizzato una missiva alle istituzioni per chiedere che le attuali disposizioni relative all'emergenza coronavirus vengano riviste, proponendo soluzioni alternative volte alla tutela della sicurezza pubblica, ma anche alla ripartenza del settore.

Categorie: sport, news sport

A cura della redazione

        

Riportiamo di seguito il testo integrale della missiva che Anif Eurowellness Lombardia ha indirizzato alle istituzioni relativamente all’emergenza coronavirus e, in particolare, alle disposizione in materia di sicurezza e contrasto alla diffusione della malattia contenute del Dpcm.

Anif rappresenta nelle diverse regioni, i centri sportivi, fitness e wellness, piscine e campi da gioco affiliati al Coni a livello nazionale di un settore che complessivamente rappresenta migliaia di società e associazioni sportive in cui lavorano più di 100.000 collaboratori sportivi solo nella regine Lombardia, senza contare l'indotto, e che ogni giorno accolgono migliaia di frequentatori/tesserati affiliati agli enti di promozione sportiva/fsn che praticano esercizio fisico per prepararsi a varie discipline sportive, per migliorare il proprio stato di salute nel casi malattie metaboliche e per mantenere un ideale stato di forma fisica e salute generale.

Purtroppo verifichiamo che, anche se formalmente fuori, siamo ancora oggi operativamente e di fatto “all'interno della zona rossa”: attività completamente bloccate per i nostri tesserati. Ma come da nostra tradizione, siamo a richiedervi di rivalutare le decisioni prese proponendo quelle che potrebbero essere delle modifiche che consentirebbero al settore di ripartire, garantendo in diverse forme la massima tutela della salute nel pieno rispetto delle preoccupazioni che stanno alla base delle scelte effettuate.

     

Considerando che:

  • È indubbio che gli impianti sportivi e l'esercizio fisico nelle sue diverse forme, agonistico e amatoriale, rappresentano la prima difesa e rinforzo del sistema immunitario;
  • Chi si dedica a una regolare attività fisica corre un rischio molto più basso di contrarre infezioni o di esporsi a contagi rispetto ai soggetti sedentari.

     

Proponiamo:

  1. Di eseguire e attenersi a rigidi protocolli di sanificazione;
  2. Identificare modelli di contingentamento relativo al numero degli ingressi alle strutture in funzione dei mq delle palestre/piscine limitando al massimo ad una contemporaneità di utenti per mq di superficie e utenti per mq di superficie delle vasche;
  3. L'eventuale sospensione per una maggiore tutela sanitaria di particolari attività (minori sotto i..........anni, corsi gestanti, etc.);
  4. Definizione orari specifici di funzionamento degli impianti;
  5. Valutazione specifica per zona geografica.

      

Siamo naturalmente disponibili ad un confronto fattivo per la realizzazione di modelli standard da adottare. Tali parametri andrebbero verso soluzioni di garanzia per la salute pubblica da un lato e consentirebbero al settore di riprendere un percorso verso la normalità operativa che a prescindere da una lenta ripresa, avrà inevitabili ripercussioni negli equilibri economico/finanziari difficili da recuperare nel breve periodo. Siamo infine a richiedervi l’estensione delle misure di compensazione/supporto previste per le attività commerciali e produttive della zona rossa al nostro settore e ai nostri associati che di fatto sono stati colpiti da un ordinanza di chiusura praticamente totale che mette a rischio l’intero sistema e la tranquillità economica delle famiglie e società coinvolte direttamente dal punto di vista lavorativo.

     

Le misure dovrebbero prevedere:

  1. Sospensioni per un tempo congruo delle incombenze fiscali;
  2. Sospensione delle bollette di energia elettricità, gas ed acqua;
  3. Sospensione delle bollette acqua con revisione della tariffa vigente da equiparare a quella “pubblica” almeno per gli impianti pubblici;
  4. Sospensione dei mutui contratti dalle aziende del settore;
  5. Possibilità di accesso a fondi di garanzia e/o solidarietà per la necessaria liquidità atta a sostenere i prossimi mesi di ripresa;
  6. Forme di indennizzo da valutare insieme a voi da proporre al governo centrale per il danno indotto da cause di forza maggiore per i giorni di chiusura.
  7. Altre forme da definire.

    

 
 
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