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A cura della redazione
Riportiamo di seguito il testo integrale della missiva che Anif Eurowellness Lombardia ha indirizzato alle istituzioni relativamente all’emergenza coronavirus e, in particolare, alle disposizione in materia di sicurezza e contrasto alla diffusione della malattia contenute del Dpcm.
Anif rappresenta nelle diverse regioni, i centri sportivi, fitness e wellness, piscine e campi da gioco affiliati al Coni a livello nazionale di un settore che complessivamente rappresenta migliaia di società e associazioni sportive in cui lavorano più di 100.000 collaboratori sportivi solo nella regine Lombardia, senza contare l'indotto, e che ogni giorno accolgono migliaia di frequentatori/tesserati affiliati agli enti di promozione sportiva/fsn che praticano esercizio fisico per prepararsi a varie discipline sportive, per migliorare il proprio stato di salute nel casi malattie metaboliche e per mantenere un ideale stato di forma fisica e salute generale.
Purtroppo verifichiamo che, anche se formalmente fuori, siamo ancora oggi operativamente e di fatto “all'interno della zona rossa”: attività completamente bloccate per i nostri tesserati. Ma come da nostra tradizione, siamo a richiedervi di rivalutare le decisioni prese proponendo quelle che potrebbero essere delle modifiche che consentirebbero al settore di ripartire, garantendo in diverse forme la massima tutela della salute nel pieno rispetto delle preoccupazioni che stanno alla base delle scelte effettuate.
Considerando che:
Proponiamo:
Siamo naturalmente disponibili ad un confronto fattivo per la realizzazione di modelli standard da adottare. Tali parametri andrebbero verso soluzioni di garanzia per la salute pubblica da un lato e consentirebbero al settore di riprendere un percorso verso la normalità operativa che a prescindere da una lenta ripresa, avrà inevitabili ripercussioni negli equilibri economico/finanziari difficili da recuperare nel breve periodo. Siamo infine a richiedervi l’estensione delle misure di compensazione/supporto previste per le attività commerciali e produttive della zona rossa al nostro settore e ai nostri associati che di fatto sono stati colpiti da un ordinanza di chiusura praticamente totale che mette a rischio l’intero sistema e la tranquillità economica delle famiglie e società coinvolte direttamente dal punto di vista lavorativo.
Le misure dovrebbero prevedere: