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Acque termali “personalizzate” con un proprio “Dna” in grado di identificare le proprietà benefiche, curative e disinfettanti naturali. Le stanno studiando i ricercatori del Laboratorio di Epidemiologia e Biotecnologie dell’università di Roma Foro Italico e saranno presentate al Convegno patrocinato da Federterme presso ForumPiscine, in cui saranno trattati gli aspetti gestionali e normativi delle acque termali in piscina alla luce delle nuove soluzioni tecnologiche.

“Le acque termali in piscina sono una risorsa per il benessere ed hanno una tradizione millenaria di successo in Italia ed in Europa - spiega il prof. Vincenzo Romano Spica, ordinario di igiene e direttore del Laboratorio - rappresentano però oggi una sfida tecnologica e sanitaria, tra qualità, sicurezza e benefici per la salute. Le piscine termali sono un luogo per terapie, interventi di riabilitazione, attività motoria adattata e ludico-ricreativa”.

“Quando si parla di acque termali – aggiunge Romano Spica - si pensa ad un qualcosa di omogeneo con variazioni sul tema, mentre costituiscono un patrimonio altamente diversificato da valorizzare proprio per questa straordinaria unicità delle sorgenti. Il nostro gruppo di ricerca ha mostrato che alcune acque termali possiedono persino proprietà disinfettanti naturali, e ha suggerito metodi per poterle potenziare. La cosa più interessante emersa dalle ricerche è che tali acque non solo hanno una specifica composizione chimica individuale – da tutelare – ma possiedono anche un proprio “DNA” ossia una propria biodiversità, che le caratterizza contribuendo alle benefiche proprietà. La firma genetica di una sorgente termale rappresenta un interessante indicatore, che può contribuire a definirne caratteristiche di qualità, ma anche di sicurezza e stabilità, ad esempio proprio a seguito di eventi geosismici. Tali conoscenze e bio-fingerprint sono trasferibili anche ad altre applicazioni specifiche quali la maturazione di fanghi termali o sviluppo di cosmetici e prodotti per il wellness ”. Per valutare questa ricchezza e complessa potenzialità delle acque termali, i ricercatori hanno messo a punto metodi e realizzato un prototipo per “personalizzare” la gestione delle diverse acque termali. La sfida è tutelare le caratteristiche naturali, valutando in scala l’appropriatezza di eventuali trattamenti, materiali o procedure per il trasporto e la gestione dell’acqua.

Attualmente le applicazioni sono solo in Laboratorio, per valutare la compatibilità di nuove tecnologie come la risposta di materiali innovativi nella formazione di biofilm, l’efficacia di avanzate procedure di disinfezione o filtrazione. L’obiettivo è trattare l’acqua con metodi naturali, che rispettino dunque le caratteristiche e la filosofia stessa delle terme. L’ideale sarebbe applicare quello che accade nei processi di depurazione che avvengono in natura, ossia tramite la luce del sole e l’ossigeno disciolto nell’aria o nell’acqua. “Un’utopia? Forse no – conclude Romano Spica - sembrerebbe che le nuove nanotecnologie aprano promettenti prospettive per l’applicazione di materiali fotocatalitici anche nel trattamento di acque termali. Il prototipo in scala è già stato attrezzato anche per questa sperimentazione ed i risultati preliminari sono molto promettenti. Un gruppo di lavoro internazionale partecipa a queste interessanti ricerche promosse dagli studiosi del Foro italico, in collaborazione sia con enti scientifici che aziende del settore delle nanotecnologie, piscine e terme”.

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giovedì 16 e venerdì 17 febbraio: 9.00 -18.00
sabato 18 febbraio: 9.00 -17.00
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da giovedì 16 febbraio
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