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A cura della redazione di Sport Industry
Inclusione sociale anche in piscina. E’ questa la scelta effettuata dall’impianto sportivo Sun Club di Siracusa e dalla piscina comunale di Melilli (SR), che per aver deciso di andare incontro ai bisogni di bambini e dei ragazzi affetti da un disturbo dello spettro autistico, oppure con necessità comunicative complesse, hanno meritato il titolo di prime strutture d’Italia “comunicativamente accessibili”.
I due impianti siciliani, infatti, seguono le metodologie della Comunicazione Aumentativa Alternativa, e sono dotati di un’etichettatura visiva degli ambienti, con foto e simboli pensati per fornire stabilità a chi si trova in difficoltà ad usare i più tradizionali canali comunicativi, e in particolar modo il linguaggio verbale. Inoltre, per permettere ai bambini di effettuare richieste o esprimere concetti ed emozioni, in entrambe le strutture state realizzate delle tabelle di comunicazione a tema, contribuendo a migliorare il loro livello di partecipazione al contesto e all’attività svolta.
A seguire i due progetti, l’équipe della Terapia multisistemica in acqua metodo Caputo – Ippolito, che da tempo conduce un percorso terapeutico – riabilitativo ideato per unire lo sport all’integrazione sociale. La terapia, infatti, rivolta a soggetti con autismo, disturbo pervasivo dello sviluppo o della comunicazione, e si sviluppa in ambiente naturale – la piscina pubblica - con un modello teorico di riferimento e una tecnica strutturata attraverso fasi, che utilizza metodiche cognitive, comportamentali, relazionali e senso-motorie.
Gli obiettivi sono sia impliciti, sia espliciti: nel primo caso, si tratta di insegnare a nuotare e sapersi adeguare alle regole della piscina, mentre nel secondo, lo scopo è migliorare la capacità dei soggetti di muoversi nel mondo, così da incrementare la qualità della loro vita.