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a cura di Alice Spiga
«In Emilia-Romagna, il 32% degli ultra 64enni risulta fisicamente non attivo; percentuale che risulta inferiore a quella registrata a livello nazionale (39%).
Nella popolazione ultra 64enne, la prevalenza di non attivi è più diffusa negli uomini, nelle persone con 75 anni e oltre, in quelle che riversano in gravi difficoltà economiche e tende ad aumentare al peggiorarsi delle condizioni di salute: si passa dal 22% tra chi è in buone condizioni e a basso rischio di malattia al 66% tra chi è a rischio di disabilità e al 79% tra chi ha disabilità.
La percentuale di persone ultra 64enni non attive fisicamente risulta, inoltre, maggiore tra quelle a rischio di isolamento sociale (46% rispetto al 34% di chi non lo è)».
Questi sono solo alcuni dei dati pubblicati nel documento, diramato a inizio mese dalla Regione, "Salute e invecchiamento attivo in Emilia-Romagna: cosa ci dice la Sorveglianza Passi dArgento 2012-2013".
Si tratta di una ricerca condotta da Passi dArgento per indagare il livello di attività fisica della popolazione ultra 64enne attraverso una serie di domande riferite a una settimana di vita normale (il sistema adottato, validato a livello internazionale, si chiama PASE - Physical Activity Scale for the Elderly).
I risultati dell'analisi hanno messo in evidenza che, tra gli ultra 64enni con problemi di deambulazione, «il 72% svolge regolarmente attività di svago sedentarie, come leggere, guardare la TV, fare lavoretti manuali o giocare a carte, mentre solo il 7% ha praticato ginnastica riabilitativa, in percentuale maggiore tra gli uomini».
La prevalenza regionale di ultra 64enni non fisicamente attivi non mostra particolari differenze tra Regioni e risulta inferiore tra le persone che risiedono nei Comuni di collina/pianura.
Un dato interessante, che teniamo a rimarcare, riguarda gli operatori sanitari. Dalla ricerca emerge infatti che questi ultimi «mostrano un interesse insufficiente rispetto alla pratica dellattività fisica da parte dei loro assistiti ultra 64enni, analogamente peraltro, a quanto avviene anche per la popolazione adulta.
A una persona su tre con 65 anni e oltre (34%) è stato, infatti, consigliato nellultimo anno, da parte di un medico, di fare attività fisica. Il consiglio è stato dato in modo particolare alle persone ultra 64enni in buona salute con un più alto rischio di malattia o di disabilità».
Nonostante la popolazione ultra 64enne sia perlopiù fisicamente inattiva, dalla ricerca emerche che: «è notevolmente aumentata, negli ultimi 10 anni, la conoscenza degli effetti dellattività fisica e dellesercizio tra le persone ultra 64enni.
Una regolare attività fisica ritarda il declino funzionale, riduce il rischio di malattie croniche e di cadute, migliora la qualità della vita, aumentando anche il benessere psicologico, e aiuta a restare il più a lungo possibile indipendenti; questa vale non solo per le persone ultra 64enni in buona salute, ma anche per quelle affette da malattie croniche».
Gli anziani rappresentano dunque un target nuovo per centri sportivi, palestre e piscine, che dovrebbero iniziare a prendere in maggiore considerazione le loro specifiche necessità ed esigenze, offrendo loro un percorso mirato, puntando su ginnastica dolce, riabilitazione, antalgica, stretching e attività che richiedano un apporto mimino di termini di affaticamento fisico.
Un percorso così strutturato permetterebbe all'anziano di trarre benefici dall'attività fisica, trovando nuovi spazi per socializzare e allontanando il senso di isolamento che spesso accompagna l'età avanzata della vita.
Nell'avvicinamento degli anziani alla pratica sportiva dovrebbero avere un ruolo fondamentale i medici e gli operatori sanitari, che ancora - come dimostra la ricerca - consigliano troppo poco l'attività fisica come medicina (preventiva e curativa).
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