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Sin dai primissimi anni in cui ho iniziato a insegnare nuoto nelle piscine, ho capito quanto sia importante garantire un ambiente sicuro in cui far nuotare neonati, bambini, ragazzi, adulti, siano essi normodotati o disabili.
La piscina è un luogo di sport, di divertimento, oggi è anche luogo di relax, ma può diventare anche luogo di incidenti e annegamenti, spesso causati da distrazione, negligenza, sottovalutazione del pericolo.
Come avevo già evidenziato in un mio precedente articolo, l'annegamento in piscina non è (purtroppo) un fenomeno che riguarda solo l'America. Nel mese di dicembre 2008 l’Oms e l’Unicef, nel Rapporto Mondiale sulla prevenzione degli infortuni nei bambini, denunciano l’annegamento come una delle prime cause di mortalità accidentale.
Ogni anno nel mondo, oltre 3 milioni di bambini e adolescenti rischiano l’annegamento. In Europa sono stati riscontrati più di 5000 annegamenti mortali in bambini tra gli 1 e i 4 anni; mentre sono circa 175.000 le vittime tra gli 0 e i 17 anni.
Con questo manuale, il mo obiettivo è far apprendere tanto agli addetti ai lavori (studenti di Scienze Motorie, istruttori di nuoto, assistenti bagnanti, ecc.) quanto ai genitori, gli elementi indispensabili per la sopravvivenza acquatica di neonati e bambini.
Perché i genitori? Perché sono loro i primi “maestri” dei bambini e devono comprendere quanto sia importante il loro contributo in fase di apprendimento del nuoto. Il genitore deve anche capire i rischi nei quali si può incorrere in piscina e quanto la loro sorveglianza sia di fondamentale importanza.
Insegnare a galleggiare e a sopravvivere in acqua diventa un atto naturale, se ben interpretato dal punto di vista educativo e didattico. Per cui mi auguro di riuscire a trasmettere entusiasmo e divertimento, attraverso questi semplici metodi didattici, così da creare un rapporto unico tra maestri e bambini e far diminuire gli incidenti in acqua in maniera drastica.