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16.05.2012

Gli impianti sportivi nella Regione Toscana: investimenti e promozione

Intervista a Sandro Tacconi, responsabile del piano regionale per lo sport in Toscana, di Alice Spiga

Categorie: sport, news sport, impianti sportivi, istituzioni sportive,

Approvato di recente il “Piano Regionale per la promozione della cultura e della pratica delle attività motorie, ricreative e sportive 2012 – 2015” (Pratica e impiantistica sportiva: approvato il Piano di incentivazione della Regione Toscana). All’interno di questo Piano è stata inserita una “clausola” per cui verranno privilegiati i progetti di ristrutturazione o di creazione di impianti sportivi che prevedano l’inserimento di tecnologie che permettano un effettivo risparmio, tra cui quello energetico.

“L’idea - ci racconta Mauro Romanelli, Consigliere Regionale Toscana e promotore di tale proposta - è nata per risolvere uno dei maggiori problemi a livello Regionale: la mancanza di fondi per la ristrutturazione degli impianti sportivi. L’installazione di impianti fotovoltaici permetterà di risparmiare sulle bollette e di contare sui ricavi dati dall’attuale sistema di incentivazione, ovvero il 4° Conto Energia”.

Perché avete scelto di iniziare proprio dagli impianti sportivi? “Come specificato nel Piano Regionale - continua Mauro Romanelli - lo sport rappresenta un luogo di integrazione sociale e culturale, un luogo di educazione, un validissimo aiuto alla prevenzione di malattie e problematiche non solo fisiche. Incentivare lo sport è il cardine del Piano elaborato dalla nostra Regione e gli impianti sportivi rappresentano il veicolo essenziale a tale promozione. Per questo motivo, gli impianti sportivi meritano di essere riqualificati e ristrutturati, diventando al contempo un esempio virtuoso anche dal punto di vista energetico. Un modello per tutte le generazioni”.

Per approfondire l'argomento, abbiamo intervistato Sandro Tacconi , titolare delle posizioni organizzative della Regione Toscana e ideatore, promotore e responsabile del piano regionale per lo sport .

L'intervista, parte integrante di un articolo pubblicato su Sport Industry Magazine n°8 che approfondisce le iniziative messe in atto a livello nazionale per garantire risparmi effettivi negli impianti sportivi , ci offre una panoramica molto interessante non solo sul Piano Regionale e sulle iniziative volte alla promozione delle energie rinnovabili nelle strutture sportive, ma anche sulle iniziative all'attivo nella Regione per favorire l'integrazione sociale e l'eticità dello sport, che passa anche attraverso una riqualificazione e ristrutturazione delle strutture ad uso sportivo.

L'intervista

Da quali premesse/necessità prende il via la scelta di privilegiare, all’interno del vostro “Piano Regionale per lo Sport”, i progetti che prevedano l’utilizzo di tecnologie per il risparmio energetico?
“La premessa parte circa 4 anni fa, quando la Regione Toscana ha dato il via a interventi di promozione mirata su tutto il territorio in materia di sfruttamento delle energie alternative e sarebbe stato abbastanza strano non coinvolgere anche l’impiantistica sportiva. Senza contare che la Regione ha approvato, lo scorso anno, un atto, che è ovviamente un atto politico, di importanza fondamentale: la Carta Etica dello Sport, che fissa quali siano i valori ai quali uno sportivo dovrebbe attenersi, validi sia per chi pratica sport sia per chi lo insegna. Siamo convinti che ci sia una grande necessità di etica nel mondo sportivo, noi abbiamo cercato di fare il nostro piccolo pezzetto sia prendendo in esame tutti gli aspetti di questo concetto sia intervenendo per promuovere una riqualificazione degli impianti sportivi, che rappresentano il veicolo privilegiato dell’eticità dello sport. Oltre a questo, la promozione delle energie rinnovabili passa anche attraverso motivazioni di carattere pratico, perché le risorse stanno fortemente diminuendo a tutti i livelli, negli enti locali come nell’associazionismo sportivo, perché ci si ritrova a gestire impianti realizzati in epoche abbastanza lontane, costosi dal punto di vista energetico e manutentivo. Per questo la scelta è stata di investire qualche risorsa, magari più modesta, nelle tecnologie rinnovabili, in modo da mantenere attivi e funzionanti impianti che, altrimenti, si sarebbero trovati, di qui a qualche anno, di fronte a una scelta ineludibile: o la chiusura o la totale ristrutturazione, in molti casi economicamente difficile da sostenere.”

All’interno del “Piano” non si parla infatti solo di risparmio energetico, ma puntate ad agevolare gli impianti sportivi che dimostrano un impegno concreto nel ridurre tutti i costi dell'intera struttura. Può fare alcuni esempi?
“Un esempio classico è la sostituzione, nei campi da gioco, della normale superficie in terra in una superficie in sintetico, che consente enormi risparmi in termini di costi vivi, dal gesso per tracciare le righe del campo alla manutenzione del verde all’irrigazione. Senza contare che su un campo in sintetico ci si può giocare 24 ore al giorno, non crea problemi di accessibilità e nemmeno di usura. Azzerati sono anche i costi indotti, da non trascurare, come ad esempio le spese per la pulizia degli spogliatoi e delle divise dei calciatori dalle macchie di terra e di fango. Un campo in terra sporca infatti molto di più sia le persone che vi giocano sia gli abiti indossati, fattori che, in un’economia di uso di risorse, a loro modo incidono. Sono quegli accorgimenti che raramente si prendono in considerazione, ma che vanno poi a influire sull’economia di gestione dell’intero centro sportivo. Il problema principale, in Italia, è che la maggior parte delle strutture è stata costruita circa 30/40 anni fa e da allora molte cose sono cambiate. Si considerino, ad esempio, i palazzetti dello sport con superfici vetrate immense costruite a vetro singolo, senza nessuna tutela per l’impianto di riscaldamento o di condizionamento che deve funzionare praticamente non stop. Come non c’era alcuna percezione dei costi del riscaldamento dell’acqua nelle piscine, che venivano costruite a gasolio e che ancora purtroppo esistono, con dei costi che, specialmente per i piccoli comuni, sono diventati assolutamente non più sostenibili. Ed è la motivazione principale per cui ci siamo impegnati negli ultimi anni nella promozione delle energie rinnovabili, altrimenti rischiamo di perdere strutture che sono costate, attualizzati, milioni di euro perché non si è più in grado di sostenere spese di gestione di decine di migliaia di euro." 

Nel corso di questi anni avete già ricevuto richieste di ristrutturazione di impianti sportivi che coinvolgono l’installazione di tecnologie che sfruttano fonti di energia rinnovabile?
“Sì, in realtà abbiamo già un discreto numero di impianti realizzati, inferiore alle aspettative, ma comune significativo. In tutto sono già 13 gli impianti finanziati e realizzati che si sono riconvertiti all’uso delle energie rinnovabili. Oltre a questi, 3 impianti hanno sostituito il manto erboso con il sintetico, caso classico dei campi da calcio. L'elenco completo degli ultimi interventi realizzati a favore dell'impiantistica sportiva è consultabile dal sito della Regione:
Interventi regionali sull’impiantistica sportiva in Toscana realizzati con contributo regionale: legislatura 2005-2010 .”

Nel caso di installazione di pannelli fotovoltaici, che hanno costi piuttosto ingenti e tempi di rientro mediamente più lunghi delle convenzioni stesse, come vi muovete, in maniera operativa, per sostenere le società sportive?
“Nel novero delle leggi che si rifanno allo sport, è stata approvata una legge che stabilisce le modalità con cui si debba sviluppare il rapporto di concessione in gestione dell’impianto sportivo da parte della Pubblica Amministrazione che lo mette ‘sul mercato’. Questa legge prevede che, laddove la società sportiva realizzi spese importanti di investimento, la convenzione possa essere ipotizzata per il tempo necessario previsto per l’ammortamento dello sforzo economico che l’associazione ha sostenuto. Orientativamente, la legge parla di un periodo di 15 anni oppure tale da garantire comunque il rientro dell’investimento. Altrimenti, la convenzione è una convenzione standard, della durata di 5 anni.”
 
Basandosi sulla sua esperienza, quanto pensa sia diffusa la cultura del risparmio energetico nel mondo degli impianti sportivi?
“Quanto sia diffusa questa cultura all’interno dell’associazionismo sportivo e anche, e soprattutto, all’interno dei Comuni non ho dati per poter rispondere. Per quanto ci riguarda, questo è il 5° anno che continuiamo a martellare in ogni possibile occasione, e non sono poche perché ci siamo impegnati moltissimo per la divulgazione del Piano attuale, nelle Provincie e nei Comuni di grandi dimensioni e via a scalare, coinvolgendo anche tutto l’associazionismo sportivo, veicolando tali messaggi. Soprattutto perché inizia a diventare un’opportunità economica: chi investe nelle energie rinnovabili può infatti chiedere addirittura un doppio finanziamento, quello sull’energia rinnovabile erogato dal Governo e quello stanziato dalla Regione, per cui chi ha compreso bene il meccanismo e si è attivato, ha potuto e potrà fare delle buone realizzazioni con costi veramente bassi, risparmiando poi sui costi di gestione. Le risposte dunque iniziano, anzi ricominciano ad esserci, ma da qui a renderlo patrimonio comune di tutta la Regione c’è ancora tanta strada da fare."

Un altro problema che gli impianti sportivi in Italia si trovano ad affrontare è garantire l'accessibilità agli utenti con disabilità fisica. In che modo vi state muovendo a livello regionale?
"Quest'anno, per la prima volta abbiamo inserito all’interno del piano una clausola che prevede la presentazione di una dichiarazione sull’accessibilità all’impianto, nel rispetto delle normative vigenti che prevedono l’abbattimento delle barriere architettoniche. Tutto questo è propedeutico a una iniziativa che partirà non quest’anno ma già dall’anno prossimo: in collaborazione con il centro regionale di documentazione, che si occupa di fornire un servizio di consulenza per una costruzione corretta di qualsiasi tipologia di impianto, stiamo preparando un questionario di autovalutazione che divulgheremo in tutte le amministrazioni locali che gestiscono le strutture sportive, affinché i loro tecnici certifichino e verifichino che esse siano a tutti gli effetti accessibili. Un questionario che rischia di essere un libro, perché sono talmente tanti gli aspetti da prendere in considerazione che la prima bozza era addirittura di 12 pagine. Ora stiamo cercando di sintetizzare, in modo da rendere il questionario più semplice e immediato da compilare."

Da quanto si evince da quanto detto sinora, la ristrutturazione e riqualificazione delle strutture sportive regionali rappresenta dunque una priorità per la vostra amministrazione.
"Sì, è vero, e il primo passo sarà sicuramente il censimento delle strutture presenti sul territorio regionale. Il 10 aprile abbiamo infatti sottoscritto una convenzione con CONI Servizi e siamo già in possesso di una banca dati considerevole che stiamo lavorando per aggiornare. Proprio in questi giorni stiamo terminando la fase di assegnazione delle password per l’accesso al sistema, affinché ogni Provincia e ogni territorio sia in grado di aggiornare la propria pagina di riferimento. Tra qualche mese saremmo in grado di sapere anche lo stato di usura degli impianti; la percezione è che siano comunque tutti utilizzati al di sopra delle loro possibilità, perché è sicuramente più la richiesta dell’offerta . Però, aspettiamo i dati del censimento per poter avere un quadro più completo e cominciare a destinare in maniera più mirata i fondi che possiamo mettere a disposizione". 

 
 
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