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03.05.2012

Intervista ad Antonio Urso, Presidente FIPE

a cura della redazione

Questa intervista è pubblicata in sport, news sport, istituzioni sportive

di Davide Venturi

Federazione Italiana Pesistica, sinteticamente FIPE, è la nuova denominazione della Federazione Italiana Pesistica e Cultura Fisica, ufficialmente presentata lo scorso ottobre presso la sede del CONI a Roma, come già annunciato in "La forza nel cambiamento": la nuova FIPE punta su giovani e formazione.

A qualche mese di distanza da questo importante cambiamento, la nostra redazione ha incontrato il Presidente della “rinata” Federazione (nella foto) per porgli alcune domande su questo nuovo corso. Antonio Urso ha infatti condiviso con noi le iniziative che FIPE intraprenderà per aumentare la propria visibilità nel settore fitness e sport, entrando nel dettaglio anche dei trend più significativi in atto in questi due settori, del ruolo delle prossime Olimpiadi e della lotta al doping.

L'intervista, di cui di seguito riportiamo un breve estratto, è pubblicata nella sua interezza su www.fitnesstrend.it: Intervista con Antonio Urso, presidente della Federazione Italiana Pesistica, che vi invitiamo a consultare.

L'intervista

Quali iniziative intraprenderà la FIPE per aumentare la propria visibilità nel settore fitness e sport?
La formazione resterà l’elemento chiave per mantenere il contatto con questo mondo, ma vorremmo ridare al panorama fitness la possibilità di esprimersi attraverso un ambito competitivo dedicato. Parallelamente a questo, la FIPE ha inserito all'interno del proprio statuto anche il termine wellness, con il quale intendiamo promuovere l’attività motoria finalizzata al benessere, con la speranza di ottenere sempre maggiore attenzione dalle istituzioni preposte; l’esercizio fisico consente infatti un enorme risparmio per la sanità.

Quali sono, a suo parere, i trend più significativi in atto nel mondo dello sport? E come possono i centri sportivi e i fitness club inserirsi positivamente nel contesto di questi cambiamenti?
Lo sport sta vivendo un momento di particolare riflessione su come riorganizzare il proprio futuro agonistico. Sono sempre più convinto che i due mondi, quello sportivo e quello del fitness, non siano separati e possano scambiarsi esperienze e saperi utili a entrambi.

Come vede il futuro delle discipline che la FIPE rappresenta e regolamenta?
La disciplina principe della FIPE, la pesistica, vede in questo momento la nascita di un promettentissimo settore giovanile e di una nazionale maggiore maschile e femminile ancora capaci di regalaci importanti soddisfazioni. Oltre alle Olimpiadi di Londra, i nostri programmi guardano già a Rio de Janeiro 2016 e alle Olimpiadi giovanili del 2014 la cui gara di qualificazione per l’Europa si svolgerà proprio in Italia. Dal versante del fitness ci aspettiamo moltissimo, crediamo di potere condividere molte iniziative, alcune in corso, altre in via di programmazione.

Le Olimpiadi di Londra sono ormai vicinissime. Crede che un evento del genere possa essere un volano per il movimento sportivo e, più i generale, per il fitness e l’attività fisica?
Come sempre, subito dopo un evento imponente come i Giochi Olimpici, tutti parlano di sport e molti, specie tra i giovani, intraprendono quelle discipline che li hanno maggiormente affascinati. Il vero problema, nel nostro Paese, continua a essere l’abbandono precoce e la mancanza di una cultura dell’attività fisica.

Nel corso degli anni la vostra Federazione ha profuso grandi energie per promuovere lo sport, sostenere l’attività giovanile e, non meno importante, lottare contro il doping. Quali sono, a suo avviso, gli strumenti più efficaci per contrastarlo e migliorare l’immagine del settore agli occhi di tanti potenziali utenti?
Il doping purtroppo inquina ancora la cultura sportiva. Il vero grande problema del doping continua a essere lo stallo culturale, il cui superamento non può avvenire solo attraverso i controlli antidoping, che tra l'altro hanno costi da capogiro e non contribuiscono nemmeno in minima parte a ridimensionare il fenomeno. A fare ricorso al doping sono sia i professionisti sia gli amatori, rendendo il fenomeno ancor più preoccupante. Tutti i problemi di natura culturale, come il doping, richiedono molto tempo per essere metabolizzati. Credo pertanto che questo fenomeno non scomparirà velocemente.

 
 
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