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27.01.2012

Gli investimenti per lo sport del Comune di Verona, intervista a Federico Sboarina

Questo articolo è inserito in sport, news sport, istituzioni sportive

di Lucia Dallavalle

Quando le risorse scarseggiano, lo sport è una delle prime aree a essere penalizzata dalle politiche pubbliche e in particolare da quelle dei Comuni, proprietari del 97 per cento degli impianti sportivi del Paese.

Eppure c’è qualche Amministrazione lungimirante, che ha scelto di investire nella promozione dell’attività sportiva e nell’adeguamento delle strutture.

Un esempio, il comune di Verona, che in meno di cinque anni ha messo a segno una serie di interventi tali da rinnovare radicalmente l’offerta sportiva della città, in diverse discipline – dal nuoto alla pallavolo, dal rugby al baseball – contribuendo a incentivare la pratica giovanile.

Con l’assessore allo sport Federico Sboarina, che riunisce anche gli incarichi per Tempo Libero, Edilizia Pubblica e Sportiva, Ecologia e Ambiente, ripercorriamo le tappe più significative di un percorso iniziato quasi cinque anni fa, con il sostegno della Regione Veneto, tra le più “generose” nel supportare finanziariamente l’attività dei Comuni in questo ambito.
  

L'intervista

1) Assessore Sboarina, il Comune di Verona ha investito molto nello sport. Quante e quali risorse vi hanno permesso di sostenere questa politica di investimenti?

“In questi ultimi anni abbiamo investito qualche milione di euro. Devo dire che siamo stati sempre supportati molto positivamente e significativamente dalla Regione Veneto – nello specifico dall’assessorato che era seguito da Massimo Giorgetti – con contributi che il più delle volte hanno coperto il 50 per cento degli investimenti sostenuti. Non ho i dati specifici sotto mano, ma credo che, tra le risorse proprie dell’amministrazione comunale e i contributi della Regione, la somma superi i 15 milioni di euro.”
   

2) Sono state avviate collaborazioni anche con altri enti o privati?

“Mentre per le manifestazioni sportive collaboriamo molto con i privati, tramite sponsorizzazioni, per l’impiantistica, invece, il 100 per cento delle somme investite dal Comune proviene da risorse proprie e contributi regionali. Su questo fronte, soprattutto per la ristrutturazione degli impianti sportivi, abbiamo però adottato un’altra politica: porre a carico dei concessionari gli investimenti da sostenere per gli impianti, a scomputo dei canoni di concessione.

Prendo l’esempio del Bentegodi, il nostro impianto sportivo più grande e conosciuto, che ha avuto dei costi importanti di manutenzione straordinaria. Nella concessione rinnovata alle due società professionistiche che lo utilizzano, il Chievo e il Verona, sono state lasciate due possibilità: pagare il canone concessionario (la somma dei due è intorno ai 400.000 euro annui), che però sarebbe finito nel “calderone” del bilancio comunale, oppure sostenere, per la medesima cifra, di concerto con l’Amministrazione, alcuni interventi di manutenzione e ristrutturazione dello stadio, di cui altrimenti avrebbe dovuto occuparsi il Comune, senza averne la disponibilità economica.

È la stessa operazione che abbiamo fatto con la Federazione Italiana Nuoto, per la ristrutturazione del Centro Federale dove si allena la nazionale e dove, fino a qualche tempo fa, si allenava Federica Pellegrini.”
 

3) A parte i casi eccellenti che ha citato, come vi regolate per gli altri impianti?

“Questi sono gli esempi diciamo di massima, ma ci muoviamo nello stesso modo nelle gare per la concessione delle piscine e di altri impianti sportivi. Viene predisposto un programma degli interventi da attuare che la società concessionaria deve rispettare, realizzando quindi gli interventi previsti nel capitolato. In questi ultimi anni, viste le ristrettezze delle casse comunali, questo è diventato l’unico strumento che ci permette di intervenire. In realtà, è il privato che interviene direttamente, in cambio della concessione dell’impianto.”
  

4) In questi ultimi anni, vi siete occupati di valorizzare lo sport agonistico e d’eccellenza, con interventi impiantistici come la copertura della vasca olimpica del Centro Federale, inaugurata qualche settimana fa, e la ristrutturazione dello stadio Bentegodi. Quale significato hanno queste opere per la città di Verona?

“Hanno un impatto notevole. Prendiamo ancora l’esempio del Centro Federale. In questo caso, dobbiamo considerare, tra l’altro, l’impegno, personale e a nome di tutta l’amministrazione, che mi ero preso alla morte di Alberto Castagnetti, di raccogliere la sua eredità. Abbiamo incominciato un percorso, intitolando il centro a Castagnetti, poi siglando l’accordo con la FIN per ristrutturare e mettere a nuovo il centro di Alta Specializzazione. Nella convenzione – e arrivo alla sua domanda – sono stati inseriti degli aspetti per me fondamentali.

È stato stabilito, punto primo, che i ragazzi delle nostre scuole possano andare ogni settimana a vedere gli atleti della nazionale mentre si allenano. Questa primavera, poi, quando ospiteremo gli stage e i collegiali preolimpici, potranno vedere anche altleti di altre nazioni che verranno qui ad allenarsi per l’appuntamento con Londra.

Poi, abbiamo previsto l’”obbligo” per gli atleti della nazionale di andare nelle scuole, seguendo i programmi impostati dall’Amministrazione per promuovere tra i giovani i valori dello sport. Questo crea una osmosi tra la città, la scuola e il mondo dei giovani e le eccellenze del nuoto che abbiamo la fortuna di ospitare nelle nostre piscine.

Inoltre, sempre in questa convenzione, abbiamo stabilito che, una volta all’anno, nel centro federale venga organizzato un meeting internazionale in memoria del ct Castagnetti, per portare i migliori atleti di nuoto nella nostra città.

Quindi, il centro federale, nonché impianto sportivo di eccellenza, ci permette di avere atleti della nazionale e di proporre ai nostri giovani esempi positivi importanti. Non è un caso che il mondo del nuoto tra i giovani veronesi si sia decuplicato in questi ultimi anni: andare a nuotare nella piscina dove, nella corsia accanto, si allenano Federica Pellegrini o Emiliano Brambilla o altri campioni, non capita a tutti. E ancora, con il meeting internazionale, ci permette di dare visibilità alla città."
  

5) …e vi permette di disporrre di un impianto ristrutturato. Può fare qualche altro esempio, in altre discipline?

“Per ospitare i Campionati del Mondo di Pallavolo ci siamo impegnati con la Federazione di Pallavolo a costruire, accanto al palazzetto dello sport, una tensostruttura, praticamente un nuovo palazzetto, da utilizzare per il riscaldamento delle nazionali. Anche questo intervento è stato sostenuto da Regione Veneto e Comune.”

6) Costi e benefici di questa operazione?

“Abbiamo ottenuto una promozione territoriale che sarebbe costata milioni e milioni di euro per raggiungere ogni angolo del pianeta: la partita Brasile-Cuba, con la presentazione della citta di Verona, è andata in onda in più di 140 paesi ed è stata seguita da 14 milioni di persone solo in Brasile. Ci ha permesso anche di avere, accanto al palazzetto dello sport, una tensostruttura di eccellenza dove si allenano alternativamente le nostre squadre di serie A di basket, di pallavolo di calcio a cinque.

L’abbiamo realizzato in tre mesi, limando sui costi, perché abbiamo dovuto costruire solamente uno spazio dove poter esercitare attività sportiva (come spogliatoi si usano quelli del palazzetto a fianco). In un colpo solo, quindi, investendo 300-400.000 euro non di più, abbiamo avuto i campionati del mondo di pallavolo, promosso il territorio ed ereditato e mantenuto nella nostra città un nuovo palazzetto, che è pieno dalle due del pomeriggio a mezzanotte, tutti i giorni.”

7) Avete puntato molto sugli eventi di rilievo. Con quali risultati?

“Le grandi manifestazioni hanno una serie di aspetti positivi. Prima di tutto, quello del marketing territoriale, cioè quello di promuovere la città. Ancora adesso, nella presentazione del giro d’italia 2012, il frontespizio della brochure è quello dell’arrivo in Arena dell’anno scorso. Per la quarta volta, negli ultimi cinque anni – quindi con questa amministrazione – il giro sarà a Verona, entrando come partner importante; sarà infatti la tappa di inizio, dopo i tre giorni in Danimarca.

Il secondo risultato importante è quello di avvicinare soprattutto i giovani allo sport e a discipline diverse dal calcio. Vedere dal vivo atleti che si possono vedere qualche volta in tv non capita tutti i giorni.”
  

8) …ed esercita un forte potere di attrazione sui giovani.

“Tutto un altro fascino, Così come ha avuto tutto un altro fascino, per trenta mila persone, vedere la nazionale di rugby italiana contro l’Argentina al Bentegodi (a novembre 2010). Avere la nazionale in città è stato un volano incredibile per il mondo del rugby. Però, non si può andare in una sola direzione. Quindi, se da una parte si lavora sulle manifestazioni sportive, sul marketing territoriale e sull’avvicinamento dei giovani, dall’altra tutto questo deve essere ovviamente anticipato – o seguito di poco – dall’impiantistica sportiva. Bisogna lavorare su vari fronti”.
 

9) Occorre, quindi, adeguare l’offerta. Vi siete attrezzati anche per il rugby?

“A Verona avevamo soltanto un campo, ma tre mesi fa abbiamo inaugurato il nuovo centro del rugby: due nuovi campi e l’anno prossimo faremo il terzo, in riva all’Adige, sotto le colline. Uno scenario per me spettacolare, un centro sportivo bellissimo anche per la posizione. Anche in questo caso, un’operazione fatta da privati, su un intervento urbanistico importante nella zona ovest della città, dalla parte opposta rispetto all’attuale stadio del rugby.

Questo ha dato un volano ulteriore al movimento giovanile del rugby che ha avuto un’impennata incredibile negli ultimi anni e ormai ammonta a centinaia e centinaia di bambini. Mentre prima c’era un limite fisico – avevamo solo quel campo – adesso, con due, presto tre campi in più, abbiamo la possibilità di dare un’ulteriore accelerata alle iscrizioni.”
 

10) Ospitare manifestazioni di eccellenza, portare in città la nazionale di diverse discipline, rinnovare l’ impiantististica sportiva: questa è quindi la formula del Comune di Verona. Altri esempi?

“Così abbiamo fatto anche per il baseball. Abbiamo portato i Mondiali di Baseball nel 2009, con un investimento di 500.000 euro, facendo diventare il diamante di Verona uno dei migliori d’Italia, così almeno dicono gli addetti dei lavori. Lo abbiamo rifatto praticamente nuovo – e anche questo ha permesso di portare eventi internazionali nella nostra città – ed è stato lasciato in eredità alla città un nuovo impianto sportivo, completamente risttrutturato, anche in questo caso con l’intervento della Regione Veneto e del Comune di Verona.”
 

11)  Il Comune di Verona ha in programa un vastissimo piano di interventi che trasformeranno la città nei prossimi 10-15 anni. Cosa si prevede per il settore sport e impianti sportivi?

“Obbiettivamente quello che abbiamo realizzato in questi cinque anni è veramente tanto. Potrei fare molti altri esempi. In questo momento, però, devo dire che le amministrazioni locali sono veramente con il cappio al collo.

Abbiamo in progetto due interventi importanti, che però fanno parte di quelli già programmati. Il primo è un nuovo palazzetto nella zona est della città, in Valpantena, che è una delle aree completamente scoperte da impianti sportivi di un certo rilievo: abbbiamo investito un milione e trecentomila euro e i lavori dovrebbero cominciare tra la fine di questo mese e l’inizio di febbraio.

Il secondo intervento importante, che si concluderà in primavera ma è iniziato un anno fa, è sul centro Coni Consolini, alle porte della città. Si tratta di uno storico centro sportivo veronese – con l’anello di atletica leggera, la palestra per basket, pallavolo e il geodetico per il calcio a cinque – dove nacquero nel secondo dopoguerra le realtà storiche della città riguardo alle arti marziali e al pugilato. Anche in questo caso si tratta di un intervento Regione-Comune.

Tra quelli invece realizzati in questi quattro anni e mezzo, ne cito un altro, di assoluta eccelenza: il tetto fotovoltaico del Bentegodi , nato da un’idea di metà marzo e inaugurato a novembre dello stesso anno (2009). Un intervento da 4 milioni e mezzo."
  

12) Il rifacimento del tetto del Bentegodi è un esempio di ristrutturazione intelligente ed ecologica. Ci può parlare di questa esperienza?

“Alla fine del 2009 scadeva il collaudo ventennale della copetura del Bentegodi: il terzo anello con la copertura venne realizzato nell’89, per i mondiali di Italia ‘90, e ogni 10 anni deve superare un collaudo. A quell’epoca il tetto faceva letteralmente acqua da tutte le parti: non era una scena insolita essere allo stadio, sotto la copertura, ma con l’ombrello aperto. C’era quindi sia un problema strutturale, sia di agibilità, perché, con il tetto in quelle condizioni, l’impianto non poteva superare il collaudo.

Per rimetterlo a posto serviva un milione e mezzo di euro che l’Amministrazione non aveva da investire, con risorse proprie, per un intervento in parte straordinario. Pur essendo a conoscenza del problema, infatti, le precedenti amministrazioni non ci avevano mai messo mano e quindi ci siamo trovati con la patata bollente, senza avere i soldi da investire.

Alla fine, visto che ho anche la delega all’ambiente, siamo partiti con il progetto dei pannelli fotovoltaici. L’intervento, proposto dalla nostra partecipata al 100 per cento, AGSM, ha permesso di rifare il tetto nel giro di poche settimane, superando quindi il problema della scadenza del collaudo al 31 dicembre 2009. L’energia elettrica prodotta dai circa 13.300 pannelli solari viene messa in rete, quindi venduta al GSE, e con il ricavato abbiamo potuto coprire anche la spesa del rifacimento della copertura.

Mi sembra che il piano economico finanziario preveda – nell’arco dei vent’anni – un ulteriore piccolo utile, di 200-300 mila euro. Tra l’altro, l’intervento ha reso il Bentegodi l’impianto sportivo con fotovoltaico più grande d’Italia e uno tra i più grandi d’Europa. Questa operazione non si deve valutare solo sotto il profilo economico, perché ovviamente dal punto di vista dell’energia pulita ha un valore incredibile: circa 550 tonnellate in meno di CO2 immesse nell’atmosfera e l’impianto serve l’equivalente di circa 450 famiglie.”
  

13) Un intervento che ha avuto un valore sportivo, economico e ambientale.

“Basti pensare che con l’energia prodotta dal tetto dello stadio Bentegodi più quella prodotta dalla nuova turbina della centrale idroeletrica del Chievo, realizzata nello stesso periodo, alla fine del 2009 – energia pulita, quindi, che proviene dal sole e dall’acqua dell’Adige – copriamo il fabbisogno dell’illuminazione pubblica della città. Quando, alla sera, si accendono i lampioni dei circa 1000 km di strade comunali, l’energia utilizzata è quella del Bentegodi e della turbina.”

 

Visto da vicino

Federico Sboarina

Assessore per lo sport, Tempo Libero, Edilizia Pubblica e Sportiva,

Ecologia e Ambiente del Comune di Verona

 
 
  
 

Per approfondire

Questa intervista fa parte di un articolo pubblicato sul numero 7 di Sport Industry Magazine . Registrati al portale e ricevi la rivista gratuitamente.

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