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29.10.2010

Eurobarometer: i trend dello sport in Europa

Con la ratifica del Trattato di Lisbona sancita alla fine dello scorso anno, lo sport è entrato a pieno titolo nella sfera di competenze dell’Unione Europea. I singoli Stati membri saranno pertanto incentivati a migliorare l’offerta di strutture sportive e le relative opportunità di fruizione. Per la prima volta nella sua storia, l’UE si è dunque posta l’ambizioso obiettivo di promuovere lo sport e l’attività fisica a livello politico: non solo per migliorare la salute dei cittadini europei, ma anche per rafforzare il ruolo che lo sport può svolgere nella coesione sociale e nell’educazione. L’indagine Eurobarometer è stata commissionata dal Direttorio Generale per l’Educazione e la Cultura della Commissione Europea (DG EAC) proprio in linea con il nuovo corso avviato dal Trattato. I dati raccolti – ottenuti intervistando un campione di quasi 27mila cittadini appartenenti ai 27 Stati dell’Unione – fotografano una realtà fatta di eccellenza e arretratezza. Ma l’aspetto forse più rilevante è che l’importanza del legame fra salute e attività fisica è ormai stata compresa dalla maggioranza dei cittadini europei.

Il divario nord-sud

I numeri sulla pratica sportiva in Europa non sono del tutto positivi perché, se in sette stati membri la maggioranza dei cittadini si allena in modo regolare, negli altri venti i più sono sedentari o si muovono molto raramente. Se poi si considera soltanto lo sport praticato all’interno di strutture dedicate, allora il dato è ancora peggiore, perché il 60% dei cittadini europei afferma di non praticarlo mai o soltanto molto di rado. I “veri” sportivi, quelli che si allenano almeno cinque volte alla settimana, sono invece il 9% del totale. E si trovano soprattutto in Irlanda (23%) e Svezia (22%). In generale, il Nord Europa è decisamente più attivo del Sud, con valori di pratica sportiva nettamente superiori alla media: Svezia e Finlandia, ad esempio, registrano valori superiori al 70% per quanto riguarda il numero di coloro che dichiarano di allenarsi almeno una volta alla settimana. Fanalini di coda sono invece Bulgaria, Grecia e Italia, nei quali solo il 3% della popolazione è composto da sportivi che si allenano almeno cinque volte alla settimana.

Gli uomini fanno più sport delle donne

Il 43% degli uomini dichiara di praticare sport almeno una volta alla settimana, contro il 37% delle donne. La differenza è particolarmente evidente nella fascia più giovane della popolazione, quella che va dai 15 ai 24 anni: se il 19% dei ragazzi si allena almeno cinque volte alla settimana, solo l’8% delle ragazze ha una tale dedizione.

L’esercito dei sedentari

Un dato che invece preoccupa, soprattutto dal punto di vista sanitario, è quello relativo alle persone del tutto inattive, che rappresentano ben il 14% dei cittadini UE.

Lo sport piace “informale”

L’attività fisica praticata in modo informale (come l’uso della bicicletta, le passeggiate, il ballo e il giardinaggio) riscuote ampi consensi in Europa, tanto che a praticarla – almeno una volta alla settimana – è ben il 65% della popolazione. Il 48% dei rispondenti, ad esempio, predilige parchi pubblici e altri luoghi all’aperto. Fitness club (11%) e centri sportivi (8%) sono comunque abbastanza popolari, con un 4% di giovani che li frequenta a scuola o all’università e un ulteriore 8% di persone che si allenano al lavoro. I centri sportivi, in particolare, sono prediletti in Italia (15%), Finlandia (13%) e Svezia (12%), ma poco apprezzati in Bulgaria e Romania (3%). Livelli di frequenza delle strutture sportive e ricreative I due terzi (67%) dei cittadini europei affermano di non essere iscritti ad alcun centro sportivo o fitness club. Coloro che dichiarano il contrario sono invece il 9% nel caso dei fitness e wellness club e il 12% nel caso dei centri sportivi. Questo trend è invertito in due soli paesi europei: parliamo del 61% nel caso della Germania, e del 57% nel caso dell’Austria.

La salute conta più della vanità

In merito alle ragioni che spingono a compiere attività fisica, dalle risposte raccolte è emersa un’ampia gamma di motivazioni. Non è certo particolarmente sorprendente scoprire che il 61% dei cittadini europei pratica sport (o fitness nella più ampia accezione del termine) per preservare e migliorare il proprio stato di salute. Le altre ragioni più frequentemente indicate sono il miglioramento della forma fisica (41%), il relax (39%) e il divertimento (31%). La vanità ha un peso solo secondario nello spingere le persone a muoversi: il 24% si allena per migliorare il proprio aspetto fisico, il 15% per contrastare gli effetti dell’ invecchiamento, il 10% per rafforzare la propria autostima.

Europei a corto di tempo

Oltre alle motivazioni, anche gli ostacoli possono avere un peso altrettanto determinante nella scelta di fare o meno attività fisica. La mancanza di tempo è senza dubbio la ragione principale per la quale i cittadini europei non praticano sport. Nel complesso, il 45% delle persone si lamenta per il fatto di non avere tempo a sufficienza per muoversi. Le altre motivazioni indicate hanno invece un peso molto più limitato: il 13% indica disabilità o patologie, il 7% dice di non essere interessato, il 5% parla di costi troppo elevati.

Mancanza di interesse nell’esercizio fisico

A fronte di un 54% di persone che affermano di essere interessate all’attività fisica, c’è un consistente 42% che preferisce dedicare ad altro il proprio tempo libero. Il dato positivo è che, rispetto al 2005, si nota una crescente consapevolezza dell’importanza dell’attività fisica.

Nuovi traguardi

Dalla ricerca emergono differenze considerevoli fra i diversi paesi europei, e in particolare tra nord e sud. Con la collaborazione fra stati e organizzazioni competenti si potrebbero colmare molte delle disparità più forti. Ma per raggiungere questo obiettivo è necessario che la classe politica valuti con più attenzione l’impatto a lungo termine delle proprie scelte.

 
 
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