Finanziamenti e Bandi

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15.12.2014

L'impiantistica sportiva fuori del patto di stabilità: che cosa cambia?

Intervista a Roberto Bresci, commercialista specializzato in diritto sportivo e fiscalità degli enti sportivi dilettantistici

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Intervista di Alice Spiga

Il mondo dello sport ha espresso viva soddisfazione per la recente approvazione del provvedimento che pone l’impiantistica sportiva al di fuori dei vincoli del patto di stabilità.

Il Senato della Repubblica ha infatti approvato in via definitiva la conversione in legge del decreto-legge del 12 settembre 2014 n. 133 (c.d. decreto ‘Sblocca Italia’), al cui interno sono contenute importanti esclusioni dai vincoli del patto di stabilità per gli enti territoriali (comma 3 art. 4) in materia di edilizia scolastica, impianti sportivi, contrasto del dissesto idrogeologico e sicurezza stradale.

Per approfondire l’argomento, di sicuro interesse per il nostro settore, abbiamo intervistato Roberto Bresci, dottore commercialista, revisore contabile in Prato, specializzato in diritto sportivo e fiscalità degli enti sportivi dilettantistici.
 

1) Può offrirci una lettura del comma 3 art. 4 ed entrare nel dettaglio delle “importanti esclusioni” che riguardano più da vicino l’edilizia scolastica e gli impianti sportivi?

«In primo luogo dobbiamo definire cosa sia il Patto di stabilità.

Il Patto di stabilità interno (PSI) nasce dall’esigenza di convergenza delle economie degli Stati membri della UE verso specifici e condivisi parametri a livello europeo in seno al Patto di stabilità e crescita del Trattato di Maastricht.

Tali parametri sono i seguenti:

  • indebitamento netto della Pubblica Amministrazione / P.I.L. inferiore al 3%
  • rapporto debito pubblico delle PP.AA. / P.I.L. convergente verso il 60%.

L’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni rappresenta quindi il parametro principale da controllare, ai fini del rispetto dei criteri di convergenza e la causa di formazione dello stock di debito.

L’indebitamento netto degli enti territoriali (regioni ed enti locali) è definito come il saldo fra entrate e spese finali, al netto delle operazioni finanziarie (riscossione concessione crediti, partecipazioni e conferimenti, anticipazioni).

La definizione delle regole del patto di stabilità interno avviene durante la predisposizione e approvazione della manovra di finanza pubblica.

In generale le spese per investimenti, che comprendono ovviamente anche l’edilizia scolastica e l’impiantistica sportiva, rientrano nel totale delle spese finali. Tale rappresentazione rappresenta un forte limite alla capacità di spesa degli enti territoriali.

Ciò detto, il comma 3 dell’art. 4 del Decreto Sblocca Italia stabilisce che “i pagamenti (da parte degli enti pubblici territoriali) connessi agli investimenti in opere oggetto di segnalazione entro il 15 giugno 2014 alle Presidenza del Consiglio dei ministri (nel limite di 250 milioni di euro per l’anno 2014) sono esclusi dal patto di stabilità interno alle seguenti condizioni:

a) le opere alle quali si riferiscono i pagamenti devono essere state preventivamente previste nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche;
b) i pagamenti devono riguardare opere realizzate, in corso di realizzazione o per le quali sia possibile l’immediato avvio dei lavori da parte dell’ente locale richiedente;
c) i pagamenti per i quali viene richiesta l’esclusione dal patto di stabilità devono essere effettuati entro il 31 dicembre 2014;
c bis) i pagamenti per i quali viene richiesta l’esclusione dal patto di stabilità devono riguardare prioritariamente l’edilizia scolastica, gli impianti sportivi, il contrasto del dissesto idrogeologico, la sicurezza stradale.

Dalla lettura della norma risulta quindi evidente che una delle condizioni essenziali affinché i pagamenti inerenti agli investimenti effettuati dagli enti pubblici possano essere esclusi dal patto di stabilità è quella di essere riferiti all’edilizia scolastica, agli impianti sportivi, al contrasto del dissesto idreogeologico e alla sicurezza stradale.

In altre parole con tale esclusione viene facilitata la realizzazione e il completamento dei strutture scolastiche e sportive

2) In maniera concreta, può spiegarci che cosa cambia rispetto a prima, sia per gli enti territoriali, sia per chi gestisce impianti sportivi pubblici?

«La norma in oggetto rappresenta un forte incentivo per gli enti territoriali a sostenere quelle spese per investimenti (normalmente anche di importo rilevante), che altrimenti troverebbero un forte limite nella spesa corrente.

Per chi gestisce impianti sportivi pubblici il vantaggio potrà essere quello di avere a disposizione impianti più efficienti tenuto conto che anche le spese di manutenzione straordinaria rientrano in tale contesto.

Con questo provvedimento si sblocca una situazione di stallo che penalizzava in particolare i comuni più virtuosi che difficilmente potevano investire nell’impiantistica sportiva nonostante la carenza e l’inadeguatezza degli impianti che sempre di più hanno bisogno di innovazione e manutenzione anche considerando l’enorme crescita che il settore sportivo ha registrato negli ultimi anni

3) L’esclusione dal Patto di Stabilità avrà dunque ricadute positive sulla riqualificazione degli impianti sportivi italiani e delle palestre scolastiche?

«Sicuramente sì. Da una prima valutazione è stato stimato che lo sblocco del patto di stabilità degli enti territoriali consentirà il finanziamento e l’esecuzione di circa 269 opere ritenute prioritarie da 128 amministrazioni comunali e da 61 province italiane, di cui al momento 17 domande riguardano gli impianti sportivi».

Visto da vicino

Roberto Bresci

Dottore Commercialista, è revisore contabile in Prato. Nella propria attività professionale si è specializzato in diritto sportivo e fiscalità degli enti sportivi dilettantistici. Giornalista pubblicista iscritto all’Albo di Firenze dal 1991, collabora stabilmente con riviste a carattere sportivo a mezzo di rubriche di consulenza fiscale.

Collaboratore del Settore Istruzione Tecnica della FIN partecipa in qualità di docente ai corsi di formazione e aggiornamento. Membro della Commissione fiscale della Federazione Italiana Nuoto. Presidente del Comitato Regionale Toscano della Federazione Italiana Nuoto.

 
 
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