Stadi e arene polifunzionali

06.12.2011

La sicurezza negli stadi: intervista a Skidata

a cura di Alice Spiga

Questo articolo è pubblicato in stadi e arene polifunzionali, sicurezza negli impianti sportivi

Un settore che ha vissuto, da quattro anni a questa parte, cambiamenti importanti, in parte dovuti alle evoluzioni tecnologiche del mercato informatico e in parte a importanti modifiche normative.

Ci riferiamo al mercato dell'automazione e informatizzazione, in particolare alle applicazioni nell'ambito del controllo accessi e della gestione informatica di centri sportivi e stadi.

Insieme a Josef Lageder, General Manager di Skidata Italia, e a Maurizio Gubitosi, referente commerciale per il segmento aziendale FAS (Fair Attraction & Stadia), approfondiamo le esigenze degli impianti sportivi a grande affluenza (primi tra tutti gli stadi), i passi evolutivi svolti dalla tecnologia e le sue principali funzionalità, fino a toccare l'argomento investimenti e mercato.

Un'intervista a due voci per approfondire il rapporto, sempre più stretto, tra soluzioni informatiche, controllo accessi e stadi.

Indice delle domande
  1. Quali sono le principali esigenze di un grande impianto sportivo, come ad esempio uno stadio, in tema di automazione, sicurezza, controllo accessi?
  2. Può ripercorrere per noi i principali passi evolutivi compiuti dalla tecnologia in materia di informatizzazione e automazione di impianti sportivi e stadi?
  3. In estrema sintesi, quali sono le funzioni che la tecnologia moderna può automatizzare in un impianto sportivo?
  4. È possibile quantificare l’investimento necessario per l’automazione di un impianto sportivo di grandi dimensioni? Quanto vale questo mercato?

      

1) Quali sono le principali esigenze di un grande impianto sportivo, come ad esempio uno stadio, in tema di automazione, sicurezza, controllo accessi?

Risponde Josef Lageder. Il controllo accessi, negli stadi come negli impianti sportivi, chiama in causa t re differenti considerazioni: la sicurezza, l’abuso e il dato di accesso. Quando si parla di “dato di accesso”, si chiama in causa una logica prettamente di marketing, per cui ogni accesso corrisponde a informazioni di transito; in pratica, si tiene sotto controllo quando, dove e con quale frequenza vengono effettuati gli accessi. Per quanto riguarda gli stadi, questo tipo di informazioni viene sfruttato per quella che viene definita “analisi del flusso e del comportamento”. Ad esempio: se io so che due ore prima dell’inizio dell’evento normalmente arrivano tot persone, so anche quando e quali servizi attivare (forze di polizia, ambulanza, biglietterie ecc…), così da agire tempestivamente e senza sprechi di risorse.

Quando si parla di “abuso”, invece, si entra nel campo del controllo della validità del titolo d'accesso. Studi recenti hanno dimostrato un incremento del fatturato del 20% nel passaggio da un controllo manuale a un controllo automatico; e questo perché ogni singolo biglietto è utilizzabile una ed un’unica volta, senza possibilità di frode. In questo modo, si può contare su una considerevole diminuzione del tempo di ritorno dell’investimento, stimato in circa 2/3 anni.

Infine, il tema più importante quando si parla di stadi: la sicurezza. I tornelli inseriti negli stadi sono quelli a tutta altezza, che da un lato possono essere considerati un “disservizio” (formano infatti code più lunghe per l’accesso), ma, allo stesso tempo, il controllo accessi elettronico permette di poter acquistare il biglietto direttamente da casa propria (i classici “print@home”, oppure tramite l’utilizzo della tessera del tifoso), accorciando i tempi di attesa alle biglietterie e fornendo dunque un migliore servizio.

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2) Può ripercorrere per noi i principali passi evolutivi compiuti dalla tecnologia in materia di informatizzazione e automazione di impianti sportivi e stadi?

Risponde Maurizio Gubitosi. Ho iniziato in Skidata nel 2005, e mi sono sempre occupato del segmento aziendale definito FAS, "Fair, Attraction & Stadia”, ovvero fiere, attrazione (principalmente parchi di divertimento) e appunto stadi. Il segmento più florido, prima della legge sulla sicurezza negli stadi, erano le fiere. Dal decreto Fusano in avanti, ho potuto notare una vera rivoluzione nel mercato italiano dell’automazione degli stadi, trascinato principalmente dalla necessità di assicurare una sicurezza a 360° del sistema stadio. Per intenderci, fino al 2007, i lavori più importanti in tema di stadi li avevamo fatti solo all’estero, dove potevamo contare su una reputazione consolidata, solo per fare un esempio: ci eravamo occupati dell’Alliance Arena di Monaco. Esperienze che ci hanno permesso di approdare a un grande risultato: l’essere scelti per l’informatizzazione dello Stadio della Juventus (che approfondiamo nello specifico a questo link , ndr).

Dopo i tristemente noti “fatti di Catania”, con la conseguente chiusura degli stadi e il decreto Fusano, la volontà fu di ristrutturare e mettere a norma gli stadi italiani; una volontà che si è scontrata con le diatribe tra enti pubblici (proprietari delle strutture) e società sportive (che ne avevano la gestione); la decisione su chi doveva finanziare gli interventi non è stata effettivamente semplice. Alla fine, sono stati messi a norma 20 stadi circa, a tutto vantaggio della sicurezza come del mercato.

Dal punto di vista più prettamente tecnologico, penso che i maggiori cambiamenti siano avvenuti per quanto concerne i titoli di accesso, con il passaggio dal biglietto classico alle soluzioni Print@Home, stampate da internet. Ma il vero cambiamento deve ancora arrivare, e noi siamo pronti. È un sistema che abbiamo già sperimentato all’estero, e che consente di scaricare un codice sul proprio telefonino e farlo comparire sul display. In Italia, il discorso è un po’ più complesso, ci sono ancora molte resistenze, soprattutto dal punto di vista normativo.

Risponde Josef Lageder. Le prossime evoluzioni? Sicuramente il cellulare. Grazie agli smartphone è infatti già possibile acquistare il biglietto via internet e accedere grazie a un codice bidimensionale visualizzato sul display del telefonino. Accanto a questa, sta prendendo piede una seconda evoluzione tecnologica, basata sulla Near Field Communication (NFC), che permette di trasformare il telefonino stesso in una chip card, contenente tutti i servizi.

Ci tengo a precisare che ormai da molti anni abbiamo investito nelle possibili evoluzioni e applicazioni di titolo di accesso DTA (Direct to access), che permettono l’acquisto in mobilità con sistemi di mobilità; uno studio che ci ha permesso di ottenere la certificazione SIAE sulle tecnologie smaterializzate. Grazie a queste tecnologie, il telefonino stesso potrebbe diventare un titolo di accesso valido, contenente informazioni su cosa è permesso e cosa no; un vero e proprio device multimediale da portare sempre in tasca.

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3) In estrema sintesi, quali sono le funzioni che la tecnologia moderna può automatizzare in un impianto sportivo?

Risponde Josef Lageder. Lasciando da parte le funzioni più classiche (illuminazione, controllo accessi di persone fisiche e parcheggi, phon, docce, ecc.), l’automazione può essere considerata in un’ottica molto più vasta. Un esempio è fornito da specifiche “carte servizio”, di nostra produzione, che permettono di acquistare, con un unico titolo a prezzo forfettario, servizi differenti, tenendo ovviamente sotto controllo ogni singolo accesso. In un centro polifunzionale, può essere la mossa vincente sia in vista di una maggiore fidelizzazione, sia per tenere monitorati gli accessi e i conseguenti ricavi di ogni singola area del centro.

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4) È possibile quantificare l’investimento necessario per l’automazione di un impianto sportivo di grandi dimensioni? Quanto vale questo mercato?

Risponde Maurizio Gubitosi. Gli investimenti per questo tipo di struttura sono di fascia medio alta. Ma non bisogna dimenticare che si tratta di tecnologie che hanno una durata nel tempo molto ampia. Solo per fare un esempio: il sistema che abbiamo installato in Fiera a Bologna è ancora valido nonostante abbia già 11 anni, e in 11 anni di passi avanti la tecnologia informatica ne ha fatti davvero tanti.

Per quanto concerne il mercato, è legato a doppio filo a quello degli stadi, che in Italia ha un peso notevole, trascinato soprattutto da due fattori: il prestigio agli occhi del mondo del gioco del calcio e l’importanza dei Grandi Eventi sportivi, come i Mondiali. Dal punto di vista dell’informatizzazione, si tratta di un mercato in continua evoluzione, che segue i passi compiuti dalla tecnologia informatica, ma penso che, come in molti altri segmenti di mercato, la vera svolta risieda soprattutto nel saper ascoltare il cliente e le sue necessità, saperlo consigliare. In questo settore, più che in altri, è importante saper riportare il proprio interlocutore con i “piedi per terra”, verso progetti fattibili.

Nel nostro campo, la posta in gioco è alta: si parla della sicurezza di migliaia di persone, assecondare il cliente in progetti poco concreti può diventare molto più che controproducente. Da parte nostra, continueremo a investire in ricerca e sviluppo, così da rimanere al passo con i tempi.

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Questa intervista è parte di un articolo  espressamente dedicato all'automazione e informatizzazione di centri sportivi e stadi, pubblicato sul numero 6 di Sport Industry Magazine . Registrati al portale e richiedi una copia gratuita della rivista.

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