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30.12.2014

Roma 2024: i pro e i contro delle Olimpiadi

Ancora una volta l'opinione pubblica si spacca in due tra favorevoli e contrari. E il Cio cambia politica.

Categoria: sport, sport news, stadi e arene, istituzioni sportive,

a cura di Alice Spiga

Nelle scorse settimane, ha suscitato grande interesse la candidatura di Roma per i Giochi Olimpici 2024. Come già successe sotto il Governo Monti, l'opinione pubblica si è spaccata in due: da una parte quelli convinti che la partecipazione a un'Olimpiade possa essere un volano per l'economia e un'opportunità da non lasciarsi sfuggire.

Dall'altra, sono in tanti a storcere il naso e a ricordare gli sprechi e le opere incompiute degli ultimi grandi eventi sportivi ospitati in italia, a Roma in particolare; basti pensare alle vele di Calatrava rimaste a demolire sotto le intemperie dopo i Mondiali di nuoto del 2009.

"Se vi è mai capitato di passare da Roma in autostrada, venendo da Sud - si legge nell'appassionato racconto pubblicato su pagina99.it -  gli occhi vi vengono subito rubati da una struttura imponente, bianca, che tende verso l’alto con aerea grazia.

Per chi ha un po’ a cuore l’architettura moderna, non può non riconoscere il tocco dell’archistar internazionale Santiago Calatrava. Per chi invece ha a cuore un po’ i conti della Capitale, sa che di grazioso c’è ben poco.

Perché sotto la Vela di Calatrava, molti soldi pubblici si sono volatilizzati per costruire una Città dello Sport il cui costo è aumentato di 10 volte nel giro di 6 anni: dai 60 milioni di euro previsti inizialmente, si è passati ai 600 del 2011".

Sono questi i dati che preoccupano l'opionione pubblica, soprattutto in tempi di crisi. La memoria è ancora fresca anche della pesante eredità lasciataci da Italia 90 - con stadi troppo grandi e troppo costosi in termini di realizzazione e di gestione - per non parlare di Torino 2006, costata circa 3 miliardi di euro di soldi pubblici, che ha lasciato alla città – e a buona parte dei paesi limitrofi – strutture in stato di abbandono o quasi a causa di alti costi di gestione e inutilizzabilità per buona parte della stagione.

>>l'elenco completo dei soldi pubblici sprecati per l'organizzazione dei grandi eventi è su pagina99.it <<

Il problema, in Italia, è che "troppo spesso - si legge nell'articolo pubblicato su Blastingnews.com - i grandi eventi che hanno sede nel nostro paese si rivelano un'occasione per qualcuno, che si arricchisce attraverso i soliti metodi clientelari e corruttivi, e finisce che un'opportunità così importante, invece che moltiplicare i posti di lavoro e accrescere il PIL, va a favorire i soliti noti.

In più, se si pensa che l'investimento prevede una spesa di non meno di 10 miliardi di euro, ecco che qualcuno andrà a storcere il naso, visto che i conti pubblici Italiani non sono di certo molto floridi".
  

I motivi per sostenerla

Le Olimpiadi, però, non hanno solo il volto dello spreco e delle opere incompiute. Se organizzate e gestite a dovere, possono risultare un evento di fondamentale importanza per il miglioramento di un paese.

Le prime a plaudire la candidatura alle Olimpiadi sono le aziende dello sport system, che la definiscono un’occasione per rilanciare l’immagine del nostro Paese e di tutte le imprese, soprattutto quelle che lavorano nel comparto sportivo.

«La candidatura di Roma per ospitare in Italia le Olimpiadi 2024 - spiega Luca Businaro, presidente di Assosport - è un segnale estremamente positivo per tutto il movimento sportivo e per l’industria dello sport che, per ogni euro speso, crea valore aggiunto e nuovi posti di lavoro.

In termini di fatturato, significherebbe almeno un +20%, considerando anche l’indotto«.

Dello stesso parere, il Prof. Franco Ascani, Membro della Commissione Cultura ed Educazione Olimpica del CIO e Presidente della FICTS - Fédération Internationale Cinéma Télévision Sportifs.

«Oggi, come allora, sostengo che la candidatura per i Giochi Olimpici - afferma con decisione il Prof. Ascani - costituirà un fattore di sviluppo, di slancio e di forza motrice per lo sport italiano, con l’obiettivo di far crescere la cultura sportiva del Paese (che ne ha bisogno).

L’Italia ha capacità, uomini e mezzi per essere sede dei Giochi; può farcela se vorrà e se saprà giocare bene le carte utilizzando tutte le risorse umane disponibili per analizzare le soluzioni per riportare nel nostro Paese il più affascinante evento di cultura sportiva del pianeta, con i giovani a fare da protagonisti».

>>si veda a questo proposito, l' articolo pubblicato su Sporteconomy <<
 

La svolta del CIO

Di grande importanza, in questo contesto, si rivela la proposta del Cio di organizzare le Olimpiadi in più città di uno stesso Paese, distribuendo le varie discipline sportive su tutto il territorio nazionale.

In questo modo, l'Olimpiade smette di essere un "peso" per il paese che la organizza e diventa un'opportunità per favorire la crescita di diversi territori e città, creando indotti importanti e meglio distribuiti.

Come si legge nell'articolo pubblicato da Salvatore Sanzo, Presidente del CONI Toscana e Assessore al Comune di Pisa con deleghe allo sport e all'impiantistica sportiva: «Organizzare i Giochi alla “vecchia” maniera è diventata una sfida “monstre”: a Sochi sono stati spesi 51 miliardi di dollari, decisamente troppi, fuori da ogni logica di sostenibilità».

E proprio sulla sostenibilità punta gli occhi la nuova politica del Cio, invitando gli organizzatori a utilizzare impianti sportivi già esistenti oppure temporanei, che possano ciò essere rimossi dopo l'evento, senza lasciare in eredità "cattedrali nel deserto".

Il Cio invita a realizzare nuovi impianti solo se necessario: stadi, palazzetti e campi gara che possano poi divenire una risorsa per la pratica sportiva quotidiana di una determinata disciplina, in un territorio dove essa abbia già una certa tradizione e quindi un’ammortizzazione garantita.

Nella foto: lo Stadio Olimpico a Monaco

 
 
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