Categorie: complementi per l'impiantistica sportiva, energie rinnovabili e impianti sportivi,
Con la pubblicazione del DM 28/12/12, il c.d. decreto “Conto Termico”, si dà attuazione al regime di incentivazione di interventi di piccole dimensioni per l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili (fino a una dimensione di 1000 mq per il solare termico e 1000 kW per le altre fonti rinnovabili).
Gli interventi incentivabili si riferiscono all’efficientamento dell’involucro di edifici esistenti, alla sostituzione di impianti esistenti per la climatizzazione invernale con impianti a più alta efficienza, alla sostituzione o, in alcuni casi, alla nuova installazione di impianti alimentati a fonti rinnovabili.
Un incentivo che, essendo corrisposto in tempi molto brevi (2-5 anni), si rivela molto interessante anche per le società sportive dilettantistiche, che normalmente hanno in gestione gli impianti per periodi limitati nel tempo, come 3/6/9 anni, e che quindi possono pensare di efficientare l’impianto con tempi di incentivo adeguati alle loro esigenze.
Senza contare, che essendo accessibile anche a Regioni, Province, Comuni ecc, offre finalmente un'opportunità concreta a questi enti di ristrutturare dal punto di vista energetico le strutture di loro proprietà, rientrando velocemente dell'investimento e risparmiando poi sulle spese di riscaldamento.
E se pensiamo che gli impianti sportivi in Italia sono per la maggior parte di proprietà comunale e al bisogno che queste strutture hanno di risparmiare sui costi energetici (spesso decisamente insostenibili), capiamo l'importanza che questo Conto Termico potrebbe avere sull'impiantistica sportiva del nostro paese.
Ma, dunque, a chi si rivolge il nuovo meccanismo di incentivazione?
Principalmente a due tipologie di soggetti:
Il GSE predisporrà, anche in collaborazione con il CTI e le regioni, le linee guida per l’installazione di contatori termici per la contabilizzazione e la trasmissione telematica dei dati relativi all’energia termica prodotta.
Le spese sostenute per la diagnosi e certificazione energetica dalle amministrazioni pubbliche sono incentivate al 100%, mentre nel caso dei soggetti privati sono incentivate al 50%. Tale incentivo non concorre alla determinazione dell’incentivo complessivo.
Per approfondire alcuni aspetti di questa nuova formula di incentivo, abbiamo posto alcune domande a Valeria Verga, segretario generale Assolterm, associazione impegnata nella promozione del solare termico in Italia.
Prima di tutto, partirei raccontando la situazione attuale in materia di forme di incentivazione del solare termico, specificando quali opportunità e quali vantaggi si aprono con il nuovo Conto Termico.
"In questo momento, l’introduzione del Conto Termico ha aggiunto un nuovo incentivo, quindi non è subentrato sostituendosi agli altri già in vigore. Per riassumere, al momento abbiamo:
Questo significa che, un utente che si approccia oggi al settore delle rinnovabili termiche, ha queste tre possibilità. Ovviamente, sono tre possibilità alternative, non si possono cumulare e non si sa, alla data del 30 giugno, se le detrazioni si abbasseranno entrambe al 36% o se avranno un diverso destino. In questo clima di incertezze politiche è difficile fare previsioni".
E il Conto Termico quanto rimarrà in vigore?
"L’idea è che diventi un incentivo strutturale, dunque stabile. Come ogni Conto Termico sarà soggetto a una prima revisione dopo due anni e poi ogni tre anni.
Uno dei lati positivi di questo nuovo incentivo è il fatto di dare una maggiore stabilità e continuità rispetto alle detrazioni fiscali che venivano rinnovate di anno in anno. In una situazione di simile incertezza era infatti difficile per le aziende pianificare con un sufficiente livello di tranquillità i propri investimenti.
Insomma, è una situazione che ora appare più stabilizzata".
Oltre alla maggiore stabilità nei confronti degli investimenti, quali altri vantaggi vengono introdotti dal Conto Energia?
"Da più di un anno aspettavamo la pubblicazione del Conto Termico. Le detrazioni fiscali del 55% sono diventate sempre meno convenienti e appetibili per l’utente finale perché prevedono un incentivo spalmato su 10 anni; un periodo che, soprattutto di fronte a crescenti difficoltà economiche, è veramente troppo lungo, per cui ne ha di fatto ridotto l’ appeal .
Per quanto riguarda il 50%, invece, erano diventate molto interessanti perché, mentre sul 55% c’è una trafila burocratica molto complessa, sul 50% non c’è, per cui erano diventate più accessibili.
Però, nel calderone del 50% erano inclusi qualsiasi tipo di ristrutturazione, e si era persa qualsiasi forma di monitoraggio e di incentivazione verso gli interventi legati all’efficienza energetica.
Inoltre, con il Conto Termico l’incentivo non viene dato in forma di detrazione, ma viene corrisposta una cifra annuale a intervento effettuato. E viene data in un tempo molto breve: per impianti al di sotto dei 50 mq, si parla di due anni. Per impianti al di sopra dei 50 mq, l’incentivo viene dato in cinque anni".
Il Conto Energia presenta dei "limiti", degli aspetti che in qualche modo potrebbero essere migliorati?
"Premetto che, prima di modificare qualsiasi cosa, questo Conto Energia deve essere messo alla prova, però sì alcuni aspetti forse andrebbero ripensati.
Prima di tutto, sono state stanziate risorse complessive abbastanza limitate, se pensiamo che sono state inserite nell’incentivo moltissime tecnologie. Però, bisogna considerare che alcune di queste sono incentivate soltanto a livello privato, altre sia a livello pubblico sia privato.
Al momento abbiamo a disposizione 900 milioni all’anno (200 milioni per le PA e 700 milioni per i privati) e non possiamo sapere se e in quanto tempo verrà raggiunto il tetto massimo disponibile per ogni anno di incentivo.
Per quanto poi riguarda il solare termico, l’incentivo è abbastanza contenuto e non è agganciato né alla performance degli impianti né a una equa remunerazione dei costi di investimento. Almeno per la circolazione forzata si doveva prevedere un incentivo più elevato".
Ho letto che, per le Amministrazioni Pubbliche, è prevista “una procedura di prenotazione a cui è riservato un contingente di spesa annua cumulata non superiore a 100 milioni di euro”. Può spiegare meglio in che cosa consiste la procedura e come ci si deve muovere?
"Si tratta di una procedura parallela a quella prevista anche per le altre tecnologie, e dedicata alla PA e alla quale, su 200 milioni complessivi, è dedicata una spesa massima di 100 milioni di euro. Per avere maggiori dettagli sulla procedura bisognerà aspettare che gli enti preposti definiscano le relative linee guida".
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