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«Il primo investimento dopo anni di risparmio, dove l’unico obiettivo era stato tagliare i costi. Ma anche questo intervento ha, in definitiva, l’obiettivo di tagliare i costi!».
Una sintesi efficace, quella del direttore delle Terme di Castel S. Pietro, Attilio Menconi Orsini, che introduce il tema di cui si è discusso lo scorso 6 maggio, in un convegno tenuto proprio nella località termale emiliana: “Efficienza energetica nelle strutture termali e ricettive” .
L’investimento di cui Orsini parla è quello di efficientamento energetico, individuato come uno dei fattori chiave per agire contemporaneamente sui costi di queste strutture altamente energivore.
Il complesso termale ha infatti adottato un modello d'intervento, fondato sulla micro-cogenerazione e già collaudato in molte strutture termali, natatorie e ricettive, che copre tutte le fasi - dalla diagnosi alla progettazione dell’impianto, dai finanziamenti agevolati all’installazione, grazie al know-how messo in campo da ciascuna delle tre aziende partner:
Grazie all'intervento effettuato si sono abbattuti drasticamente i costi di energia elettrica da CHP e da PV e quelli di energia termica, con un risparmio annuale netto di 52.000 euro, su un investimento di circa 187.000 euro chiavi in mano, con contributi regionali.
«La cogenerazione è uno strumento che non può essere proposto a tutti. Allo stesso tempo però genera un risparmio che, se supportato dagli strumenti di finanza agevolata, può dare delle risposte concrete», ha osservato Eric Lanzoni, di Energifera.
I costi energetici di uno stabilimento termale, senza efficientamento energetico, rappresentano infatti una quota variabile dal 10 al 15% dei ricavi. «Con un intervento di efficientamento energetico ben fatto – ha osservato in proposito Marco Bertuzzi di Protesa – attraverso il risparmio ci si ripaga l’investimento e, in genere, si crea persino della “cassa” fin dal primo anno».