Stadi e arene polifunzionali

07.06.2012

Ristrutturazione degli stadi italiani: ritorno economico e fatturato generato

a cura di Alice Spiga

Questo articolo è pubblicato in sport, news sport, mercato impiantistica sportiva, stadi e arene polifunzionali

Quanto vale lo sport in Italia? Quali sono le prospettive in materia di stadi? Quanto potrebbe essere generato, in termini di fatturato, dalla ristrutturazione in chiave moderna degli stadi italiani? A queste e a molte altre domande risponde l’intervento tenuto da Giovanni Palazzi, Presidente di StageUp , in occasione del convegno dal titolo “Stadi e Impianti Polifunzionali” organizzato da QI (Quotidiano Immobiliare) a Milano il 10 maggio 2012.

Il convegno ha visto la partecipazione di eminenti personalità del mondo sportivo ed esperti del settore, tra i quali Pierluigi Marzorati del Coni Lombardia e Lucio Colantuoni dell’Università Degli Studi di Milano, con l’obiettivo di far capire quali siano le migliori tecniche per la gestione di un impianto polifunzionale e, numeri alla mano, quanto convenga in termini economici la sua realizzazione.

Un intervento, quello di Giovanni Palazzi, che apre importanti riflessioni sugli investimenti effettuati – in Italia e all’estero - in tema di sponsorizzazioni e ristrutturazioni di impianti sportivi e stadi, cercando di donare (numeri alla mano) un segnale di positività per il futuro del settore nel nostro paese.

Il valore economico dello sport

Lo sport rappresenta un linguaggio universale – esordisce Palazzi. A livello internazionale, la sua penetrazione è impressionante. Si pensi che è di molto superiore a quella delle maggiori organizzazioni politiche ed economiche mondiali; se le Nazioni Unite contano la presenza di 193 paesi membri, la Federazione Internazionale di Pallavolo e quella di Pallacanestro ne contano rispettivamente 220 e 213. Per quanto riguarda il nostro paese, le società sportive occupano il 2° posto tra le strutture ricettive di aggregazione, davanti a loro: solo i bar, con 130.000 punti d’offerta contro i 110.000 delle società sportive. In aumento costante è anche l’interesse della popolazione verso la pratica sportiva: secondo un’indagine demoscopica Sponsor Value , svolta da StageUp e Ipsos, dal 2005 al 2010 l’interesse verso lo sport è inoltre cresciuto del 5%, passando dal 78,6% all’80,1% (su una popolazione analizzata tra i 16 e i 64 anni)".

Ma, quanto vale lo sport in Italia? "Secondo i dati riportati da Nomisma, e rielaborati da StageUp - continua Palazzi - lo sport in Italia vale complessivamente 33 miliardi di euro, pari a circa l’1,5% del Pil, composto in massima parte dai consumi delle famiglie (80%) e per la restante parte da investimenti privati (5%), consumi delle P.A. (7%), investimenti pubblici (2%) ed esportazioni (6%)”.

Elaborazione StageUp su dati Nomisma. Tutti i diritti riservati.
        
Gli stadi tra polifunzionalità e sponsorizzazioni

Questi numeri dimostrano l’importanza che lo sport riveste a livello internazionale e nazionale, tanto da riuscire a coinvolgere, negli ultimi anni, una rappresentanza crescente di categorie un tempo escluse. L’affermazione dello sport come mezzo per la cura del corpo, per il miglioramento del benessere fisico e mentale, per l’incremento della qualità della vita ha portato a una sempre maggiore integrazione dello sport con il benessere, l’entertainment e il turismo, aprendo la strada a nuove innovative possibilità per gli impianti sportivi e, in particolare, per gli stadi. Ma non solo. Questi dati dimostrano che il futuro per lo sviluppo degli stadi sono le arene sportive di terza generazione, configurate come moderni spazi polifunzionali atti ad accogliere non solo eventi dedicati allo sport, ma anche concerti, negozi e merchandising, aree dedicate alla ristorazione, palestre e centri benessere, sale per i soci e conferenze, e molto altro ancora.

“A livello internazionale – sostiene Palazzi - gli esempi sono molteplici, mentre in Italia l’unico esempio è fornito dal nuovo stadio della Juventus che è ancora senza uno sponsor. Solo per citare un esempio d’eccellenza: l’Allianz Arena di Monaco che, con una capienza di oltre 66.000 posti, ha richiesto un investimento di 280 milioni di euro, di cui 140 a carico di Bayern Monaco e Monaco 1960. Lo sponsor: l’Allianz, che ha un contratto di 30 anni pari a un importo di 80 milioni di euro (circa un 25% dell’investimento richiesto per la costruzione in Italia)”. Nel nostro paese, una sponsorizzazione così lunga è quasi impensabile. “Si pensi che il Mediolanum Forum di Assago (MI) - pone a esempio Palazzi - ha all’attivo una sponsorizzazione di tre anni con la Datch, mentre il Futurshow Arena di Casalecchio di Reno (BO) è da poco diventato Unipol Arena, con un contratto di sponsorizzazione di 5 anni”.

Indagine Predittiva 2012 di StageUp e Ipsos. Tutti i diritti riservati.
    
Il fatturato generato dalle arene di terza generazione

Ma quanto generano in termini di fatturato queste moderne arene sportive? “Uno stadio multifunzionale europeo – spiega Palazzi, con capienza media di 40/50.000 posti per un club di massima serie, un bacino di utenza di almeno 500 mila abitanti e un numero di abbonati di circa il 70% della capienza dell’impianto, comporta un investimento medio di 170 milioni di euro, con un giro d’affari complessivo generato dalla gestione pari a 20 milioni di euro all’anno”.

E applicate alla realtà italiana? “Considerato che gli stadi del Campionato di calcio di serie A hanno un’età media di 67 anni (riferita alla data di costruzione dell’impianto), con una capienza media di 39 mila spettatori e un tasso di riempimento del 63%, sarebbero davvero molteplici i vantaggi garantiti da una ristrutturazione in chiave moderna. Sarebbe senza dubbio un motore di sviluppo nazionale e locale, migliorerebbe le condizioni di sicurezza, si interverrebbe sulla riqualificazione urbana, ambientale e territoriale. Ma non solo: riqualificare gli impianti significherebbe trasformali in un polo sociale e culturale d’aggregazione tutto l’anno, non solamente in occasione degli eventi. Tutto questo si convertirà in una diminuzione dei costi di gestione, che andranno a influire meno sulla collettività, nella una creazione di nuovi profili professionali e nuove opportunità di occupazione nel settore dei servizi per il tempo libero e in una maggiore competitività economica e organizzativa dello sport italiano”.

Tradotto in cifre? “Secondo le nostre previsioni, la costruzione e il rifacimento degli stadi italiani entro il 2022 potrebbe generare un introito di 4 miliardi di euro, di 6 miliardi quello degli impianti sportivi, con una stima di numero di posti di lavoro generati pari a 85.000, dei quali 35.000 diretti (generati per mezzo degli interventi sugli impianti) e 50.000 quelli indiretti, generati nell’indotto ai settori collegati, come il turismo, il terziario sportivi e l’I.T.”.

Schema elaborato da StageUp. Tutti i diritti riservati.

 
 
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