Progettare una spa

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09.02.2015

Centri benessere e spa ieri e oggi: intervista all'architetto Bizzarro

I punti di forza e di debolezza di vent'anni di progettazione di centri benessere e spa in Italia

Categorie: wellness, wellness news, progettare una spa, strutture ricettive,

Intervista di Lucia Dallavalle

Puntano sull’emozione, sulla "memorabilità" e sul rigore impiantistico, i progetti dell’architetto Sergio Bizzarro, da oltre vent’anni impegnato nella realizzazione di centri benessere, termali e spa in Italia e all’estero.

Con uno stile di comunicazione franco, diretto e immediato, l’architetto mette in luce punti di forza e di debolezza di vent’anni di progettazione di spa e centri benessere in Italia, soffermandosi sulle tendenze all’epoca della crisi e sui valori che lo guidano nell’affrontare ogni nuovo progetto di struttura dedicata al benessere.

Architetto Bizzarro, sta cambiando qualcosa nel modo in cui imprenditori e architetti si avvicinano al progetto di un centro benessere?

«Trovo che negli ultimi anni si stia affermando una tendenza nuova: la consapevolezza che costruire il centro benessere non basta. Dopo un periodo in cui tutti pensavano di realizzare queste strutture per guadagnare, il risveglio è stato molto brusco e ci si è resi conto che la spa è un argomento estremamente delicato, sia perché costa tanto sia perché è difficile gestirla.

Sono tanti gli investitori per i quali ha generato delle perdite o, se non delle perdite, dei ritorni non commisurati alle aspettative. Questo discorso vale anche per i centri benessere inseriti all’interno di strutture come alberghi e centri wellness: in questi casi, molto spesso, di fronte a un’attrattiva che si presumeva fosse importante, i ritorni dell’investimento non sono stati soddisfacenti.

Parlo chiaro: in Italia il 90% delle spa è in rimessa. Ultimamente, però, si è diffusa la consapevolezza che il centro benessere debba essere fatto bene, dove “bene” significa nel modo giusto, corretto e adeguato, quanto al mercato di riferimento, al formato rispetto alla struttura in cui deve essere inserita, agli impianti, alla funzionalità

A livello di design quali mutamenti ravvisa?

«Anche sotto questo profilo, oggi è chiaro che non basta costruire una spa: occorre soprattutto suscitare un’emozione (attenzione, però, perché persino del discorso “emozionale” si è dato troppa importanza in questi anni, trascurando fattori più importanti come la sostenibilità gestionale).

Bisogna dare al cliente, a chi utilizza il centro, la consapevolezza di vivere un’esperienza importante, unica, che lasci il segno.

Quindi occorre “costruire” un’esperienza memorabile per il cliente: questo è, secondo me, l’aspetto fondamentale, che va chiaramente affiancato al discorso della profittabilità.

Si è arrivati alla consapevolezza che non basta più collocare una sauna, un bagno turco, una piccola piscina, un idromassaggio e due camerini per “fare spa”: a “fare spa” è l’esperienza.

All’utente finale si deve fornire qualcosa che veramente gli rimanga dentro, che dia un valore aggiunto importante, che appaghi la ricerca di qualcosa di tangibilmente diverso, memorabile, e che appartenga a un brand, a un format in grado di creare passaparola.

Se si dà valore a un centro benessere, le persone lo frequenteranno.»

Mya Spa & Wellness di Genova, realizzata su progetto dell'arch. Bizzarro

  

La crisi economica ha cambiato i criteri di progettazione e design di questi spazi?

«Prima si spendeva a prescindere, oggi c’è piena coscienza del fatto che le s pese di manutenzione e gestione – quindi i tempi di ammortamento – di queste strutture siano elevate; ciò determina un’attenta valutazione dei costi di gestione quando si parte con un nuovo progetto e, di conseguenza, la tendenza a realizzare strutture più facili da ammortizzare e da gestire.

In questo contesto si è inserito, tuttavia, un fattore per così dire “facilitante”: il crollo del mercato. Se prima, di fronte al boom di strutture per il benessere e all’ampiezza della domanda, i prezzi erano lievitati, oggi si possono trovare attrezzature che, a parità di prestazioni, costano la metà rispetto a prima della crisi. Questo elemento ha aiutato molto a contenere i costi

In che modo l’attenzione all’ambiente e all’ecosostenibilità influenza le scelte e le soluzioni progettuali nella realizzazione dei centri benessere?

«Quando si parla di centri benessere, facciamo riferimento a strutture “energivore”, che di per se stesse necessitano di una quantità enorme di energia per poter funzionare, quindi con consumi fuori dalla norma.

Fatto questo preambolo, il tema è comunque sentito  e dipende anche molto da che cosa s'intende per "spa":

  • se pensiamo a un centro estetico con massaggi e trattamenti del corpo, allora in quest’area il risparmio energetico ha fatto sviluppi e ha raggiunto risultati enormi;
  • se parliamo, invece, di un centro per il benessere nel quale gli elementi che contano, quelli determinanti, sono una piscina, gli idromassaggi, i bagni turchi, le saune, tutti servizi in cui ogni apparecchiatura porta via dai 15 ai 30–40 kilowatt di potenza, allora il discorso è diverso.

In questo secondo caso si rivela fondamentale l'installazione di impianti di recupero energetico, anche se questo tipo di impiantistica ha costi elevati e gli investitori oggi vogliono discorsi chiari e ritorni veloci.

Quando un imprenditore scopre, ad esempio, che per ammortizzare un impianto per il recupero energetico occorrono dieci/dodici anni, con costi crescenti di manutenzione delle apparecchiature, ecco che le motivazioni vanno calando; quando invece si iresce a rimanere su tempi di ritorno dell’investimento tra i cinque e i sette anni, sono subito pronti ad aderire.»

Spa firmata da Bizzarro nel Premier Palace di Bucarest

  

Quali sono le richieste dei committenti?

«Tutti vogliono la spa più bella, che attiri, che sia “emozionalmente” importante, però anche una spa che costi poco e che dia ritorni; aspetti difficilmente conciliabili.

Io solitamente ribalto il discorso, dicendo: “Ti do una Ferrari, se hai bisogno di una Ferrari; una Mercedes, se hai bisogno di una Mercedes, ma ti do anche la Fiat Punto se è di questo che hai bisogno. Ricordati, però, che ciò che ti darò sarà commisurato alla cifra che mi assegnerai come budget”.

Parlare di budget è fondamentale, e ancora in pochi hanno preso questa buona abitudine. Bisogna essere onesti con i clienti, spiegare esattamente quello che potranno ottenere con l’investimento preventivato, purtroppo però vedo che molti ancora continuano a vendere "fumo"

Invece, io penso sia necessario educare il mercato; sul mercato del benessere ci hanno campato, per tanti anni, in tanti, e non tutti in maniera corretta: business plan campati per aria, sottovalutazioni dei costi energetici, sovrastimazione del mercato, ecc.»

A quali aspetti non rinuncia mai nel progettare centri wellness e spa?

«Non rinuncio all’emozionalità: voglio che il cliente finale che utilizza la mie spa abbia una “memorabilità” dell’esperienza, che gli faccia dire “ecco questa è un’esperienza che sono felice di avere vissuto, un’esperienza che mi ha dato qualcosa”. È dalla memorabilità che nasce il successo della struttura.»

Elegante e raffinata, la spa di 2000 mq dell’Hotel Almar di Jesolo, tra le più recenti realizzazioni dell’architetto Bizzarro.

  

C’è qualcosa che inserisce nei suoi progetti per garantire questa emozionalità e memorabilità?

«Tutto quello che stimola sensorialmente l’utente. La stimolazione sensoriale di tutti e cinque i sensi è l’aspetto più importante e uno degli elementi fondamentali è l’uso sapiente della luce.»

Le è capitato di occuparsi di ristrutturare e rinnovare spa e centri benessere già esistenti?

«Mi è capitato con frequenza, purtroppo, di intervenire in spa dove la valenza impiantistica è stata assolutamente trascurata, sia per ignoranza del progettista sia per la sottovalutazione dei problemi tecnici, il cui corretto inquadramento è invece alla base della realizzazione di ogni centro benessere.

Una struttura dove gli impianti sono mal progettati diventa fatiscente nel giro di due o tre anni, marcisce letteralmente, perché si tratta di impianti che devono vivere quotidianamente a contatto con l’umidità, con l’acqua e che, se non progettati a dovere, si trovano poi a scontrarsi con una serie di problemi di notevole portata».

Visto da vicino

Sergio Bizzarro
Architetto, titolare e fondatore dello Studio Bizzarro & Partners. Ha maturato una vasta e specifica esperienza nel campo della progettazione di strutture alberghiere di prestigio, di terme, centri benessere e spa, ambito in cui è considerato un riferimento a livello internazionale.

   

Per approfondire

Leggi l'intervista a Gianpietro Sacchi, direttore del Corso di Alta Formazione Design for Wellness & SPA di POLI.design, e ad Alberto Apostoli, fondatore dello Studio Apostoli & Associati.

Le prossime interviste in programma, ad Alessio Cuzzolin e Marco Vismara, saranno pubblicate a distanza di due settimane l'una dall'altra. Iscriviti alla nostra newsletter mensile per non perdere nemmeno un aggiornamento!

 
 
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