News

simone, micheli, progettazione, spa, centri benessere, wellness,
19.05.2015

La progettazione di spa e centri benessere secondo Simone Micheli

Intervista all'architetto Simone Micheli che festeggia 25 anni di attività

Categorie: wellness, wellness news, progettare una spa,

Intervista di Lucia Dallavalle

«Desidero che le spa e i centri benessere da me progettati offrano ai visitatori esperienze uniche, profonde e autentiche e desidero che tali esperienze non esauriscano il loro flusso vitale una volta varcata l’uscita».

Questa l’aspirazione dell’architetto Simone Micheli ogni volta che intraprende il “viaggio” per dare vita a un nuovo progetto. Venticinque anni di attività, premi e riconoscimenti, svariate partecipazioni a eventi di prestigio, molti progetti realizzati in tutto il mondo.

Questi ultimi rappresentati, per quanto riguarda l’area benessere, dal percorso espositivo di Spa World, la mostra dedicata al wellness e all’ospitalità appena conclusa alla DesignLibrary di Milano.

«Spa world è stato un modo grandioso per ripercorre la mia carriera», ha commentato l’architetto che, nell’intervista rilasciata in esclusiva a Sport Industry, svela la sua suggestiva idea di spa, come si configura il rapporto con il committente, con il territorio e con i futuri frequentatori degli ambienti da lui ideati, il ruolo per nulla ancillare della tecnologia nei suoi progetti e che cosa sia per lui il “vero lusso”.
  

L'intervista a Simone Micheli
   
Simone Micheli e il mondo SPA: dalle sue prime progettazioni ad oggi come è cambiato il suo modo di intendere e progettare le spa?

«Il mio modo di concepire spa e centri benessere mantiene di fondo costanti le sue caratteristiche primarie e la sua ideologia fondativa, saper cioè creare luoghi adatti a soddisfare l’esigenza di benessere e di risveglio dell’originaria sensorialità, spesso assopita a causa della frenesia della quotidianità dell’uomo contemporaneo.

L’acqua, simbolo di freschezza e purificazione, resta l’elemento centrale attraverso cui dare forma a spazi “altri”, al di fuori delle canoniche visioni del mondo. Le modalità concrete attraverso cui progetto spa e centri benessere si sono però evolute con il trascorrere del tempo, plasmandosi in base alle mutate esigenze dell’uomo, alle richieste che si fanno sempre più articolate e ai ritmi sempre più vorticosi che spesso è necessario interrompere per riappropriarsi del proprio animo.

Il modificarsi della vita, quindi, e l’innovazione tecnologica che continuamente conduce alla scoperta di nuovi materiali e di nuovi mezzi attraverso cui garantire massimo comfort all’uomo, sono fattori il cui peso direziona e fa sì che il mio fare progettuale sia senza sosta aggiornato.

Progettare luoghi sospesi, unione mistica di tempo passato e momenti presenti, in grado di squarciare il velo della contemporaneità per volgersi e tendere verso il futuro è il fulcro del mio pensiero e della mia azione architettonica.»
  

Le sue creazioni sono connotate da forte identità ed unicità: quanto contano il rapporto con il territorio e le aspettative del committente e come si conciliano con la sua idea di “spa come opera”?

«Un centro benessere, per poter essere definito un’opera d’arte, deve saper creare una fitta rete di relazioni che sottende tutto lo spazio ad esso circostante. Vivificare il territorio in cui sorge, sottolineandone le positività e contribuendo a colmarne le carenze, è suo intento primario.

Una spa che aspira ad essere considerata una vera e propria opera d’arte sarà in grado di generare un volano comunicativo di amplissime dimensioni, teso non solo a mostrare il suo intrinseco valore ma inoltre volto ad esprimere il potenziale di tutta l’area in cui la nuova opera sorge.

I tratti distintivi, unici ed iconici, che contraddistinguono i miei progetti sono quindi proprio il risultato delle esigenze che ciascun territorio pone, reinterpretati in chiave anticanonica e cioè colti secondo prospettive nuove, non banali. Profondi e dettagliati studi circa il contesto storico, culturale, sociale e certamente circa gli aspetti tecnici che caratterizzano ogni area precedono lo sviluppo di ogni mio progetto.

Di quest’analisi preliminare, che costituisce la base essenziale ed irrinunciabile di ogni nuovo lavoro da affrontare, fanno parte le richieste e le aspettative del committente. Esse hanno un ruolo determinante nello svolgersi e nel prendere forma dalla “spa come opera”: architetto e committente intraprendono insieme un viaggio che conduce entrambi a conoscersi e che, esplorando territori fino a quel momenti ignoti, giunge fino alla completa fusione degli intenti, tridimensionalmente manifesta nell’eccellente riuscita dell’opera.»

Rimanendo ancora sul tema della committenza, nel corso di questi anni ha osservato dei cambiamenti sostanziali nella domanda?

«Le richieste dei committenti, con il trascorrere del tempo, si fanno sempre più articolate e chiare. La maggiore informazione oggi accessibile, le possibilità di poter guardare dall’altra parte del mondo con un “click” fanno sì che dettagliate e estremamente nitide siano le esigenze a cui i committenti necessitano di dare risposta.»
 

Quale ruolo riveste la tecnologia nei suoi progetti?

«Certamente centrale!

Concepisco la tecnologia come una modalità attiva e continuamente in evoluzione di rendere migliore la vita dell’uomo, offrendo risposte sempre più soddisfacenti e complete ai suoi bisogni e alle sue richieste.

La componente tecnologica non deve configurarsi come un freddo elemento aggiunto al progetto a posteriori, piuttosto questa deve scaturire dalle esigenze stesse dell’opera, esserne la naturale e integrata conseguenza, radicata nel contesto.

L’ingrediente tecnologico deve contribuire a rendere il progetto caldo e accogliente, garantire risultati ottimi, monitorabili e personalizzabili, accrescere il comfort e il livello di benessere per l’uomo.»

La maggiore accessibilità delle spa ad un pubblico più ampio come si traduce nelle sue scelte progettuali e stilistiche?

«Il mio pensiero progettuale si è sempre rivolto alla totalità delle persone cercando di carpire le caratteristiche dell’universale animo umano. I luoghi che creo sono fatti per emozionare e per arrivare a toccare in profondità il cuore degli uomini.

Un approccio olistico e organico contraddistingue ogni mia opera, l’intento primario è quello di avvolgere lo spettatore in una dimensione sospesa tra spazio e tempo, al di fuori delle contingenze e delle differenze.

Il mio fare architettonico è volto alla valorizzazione delle peculiarità di ciascuno, affinché esse siano stimoli e non limiti e affinché i frammenti di bellezza possano essere toccati con mano da tutti.

I luoghi che creo hanno cura che tutte le tipologie di persona possano godere del massimo comfort e benessere e con facilità raggiungere ciò di cui hanno bisogno.

Sperimentare e tenersi continuamente aggiornati sono le vie corrette affinché non si smetta mai di migliorare e quindi di accrescere la qualità ed il valore degli spazi ideati. Invitare l’uomo ad andare oltre le barriere e i limiti della realtà quotidiana scoprendo nuovi accessi a dimensioni inesplorate è da oltre 25 anni l’obiettivo del mio “fare architettonico”.»
  

E per quanto riguarda le spa del segmento che potremmo definire “luxury”, qual è l’idea di lusso che si esprime nelle sue creazioni?

«C’è una frase che spesso ripeto: “Credo che il vero lusso sia saper vivere il proprio mondo nel mondo”. Essere cioè in grado di stare bene con se stessi, di non perdere la propria individualità e i propri tratti distintivi, facendo sì che l’ambiente in cui vivere ci faccia sentire a nostro agio e sia confortevole. Contemporaneamente non va però dimenticata l’importanza che ha la relazione con l’altro e con lo spazio a noi circostante. Soltanto attraverso il contatto con ciò che è al di fuori di noi siamo in grado di riconoscerci e definirci.

Questo è ciò che chiamo vero lusso, benessere autentico; non determinate caratteristiche fisiche che un luogo deve forzatamente mostrare, quanto piuttosto la sua abilità nel condurre ogni essere umano alla riscoperta della propria intima armonia e del proprio interno equilibro.

Il lusso si esprime nei luoghi da me progettati attraverso la loro capacità di risvegliare la sensorialità intorpidita, di far uscire l’intelletto dagli schemi monotoni che strutturano la quotidianità, permettendo a ciascun uomo di tornare ad essere se stesso, di vivere ed abitare il mondo in maniera migliore, autentica, illuminata.

Desidero che le spa e i centri benessere da me progettati offrano ai visitatori esperienze uniche, profonde e autentiche e desidero che tali esperienze non esauriscano il loro flusso vitale una volta varcata l’uscita, ma che piuttosto restino impresse nella mente degli uomini, trasformandosi in memoria attiva e vitale in grado di essere guida per affrontare la vita di tutti i giorni.

Il lusso non si manifesta nell’utilizzo di materiali suntuosi, piuttosto esso deriva dalla veridicità dei rapporti umani e dal valore della relazione che lega spazio e tempo insieme.»
  

Tra i tanti progetti di spa realizzati in tutto il mondo e rappresentati dal percorso espositivo di Spa World, quali sono quelli che le hanno dato più soddisfazione, in Italia e all’estero, e perché?

«Ogni progetto per me rappresenta una nuova sfida da affrontare, un modo per mettermi alla prova, accrescere la mia conoscenza ed esperienza e mi permette di cogliere il mondo da una prospettiva nuova.

Questi 25 anni di attività sono stati intensi, pieni di progetti entusiasmanti, idee meravigliose, novità, innovazione e traguardi raggiunti. Ogni progetto per me è come un figlio al quale continuamente dedico cura ed amore, che seppur lontano o cresciuto, non smette mai di essere al centro dei miei pensieri.

Spa World, la mostra dedicata al wellness e all’ospitalità che è stata visibile alla DesignLibrary fino al 15 maggio, è stato un modo grandioso per ripercorrere la mia carriera, mostrare al pubblico frammenti di come il mio pensiero futuro si configurerà e l’importanza che per me ha da sempre la partnership con eccellenti aziende.

Non c’è dunque un’opera che preferisco o una che ritengo più soddisfacente, sono tutte il frutto di una parte di me che si è plasmata, accresciuta e modificata in base alle richieste del committente e alle caratteristiche del territorio.

Dare vita a un nuovo progetto significa intraprendere un viaggio, allargare la mente e condurla in spazi inesplorati».
    

Visto da vicino

Simone Micheli
Fondatore dell’omonimo Studio d’Architettura nel 1990, nel 2003 crea la società di progettazione “Simone Micheli Architectural Hero”, con sede a Firenze, Milano, Dubai e Rabat. La sua attività professionale si articola in plurime direzioni: dall’architettura all’architettura degli interni, dal design al visual design passando per la comunicazione. Numerose sono le sue realizzazioni per pubbliche amministrazioni e per importanti committenze connesse al mondo residenziale e della collettività.
  

Per approfondire

Molteplici sono le interviste a progettisti e architetti del settore benessere che la nostra redazione ha realizzato. Potete trovarle nella categoria "Progettare una spa".

La foto dell'architetto a inizio articolo è di Maurizio Marcato. Le altre sono state scattate in occasione di Spa World.

 
 
Torna indietro