Progettazione spa e centri benessere

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09.03.2015

I criteri fondamentali per progettare un centro benessere che generi profitto

Intervista all'architetto Marco Vismara dello studio D73

Categorie: wellness, wellness news, progettare una spa,

Di Lucia Dallavalle

Con questa intervista si conclude (almeno per il momento) il viaggio di Sport Industry nel passato, presente e futuro della progettazione di centri benessere e spa attraverso una serie di interviste a cinque architetti specializzati nella realizzazione di queste strutture, sempre più diffuse anche nel nostro Paese sia come realtà autonome sia inserite in altri contesti, ricettivi o commerciali.

L’intervista pubblicata di seguito è all’architetto Marco Vismara, titolare, insieme al collega e socio Andrea Viganò, dello Studio D73.

L'architetto Marco Vismara ci illustra l’evoluzione nelle tendenze progettuali di centri benessere e spa, soffermandosi sui criteri fondamentali per progettare una struttura di successo.

 

Quali tendenze si sono affermate in questi anni nella progettazione e realizzazione di centri benessere e spa?

«Potrei cercare di chiudere gli occhi e far scorrere veloci le immagini delle spa realizzate da svariati studi nel mondo per notare come, negli ultimi dieci-quindici anni, si sia passati da centri benessere e spa con un’immagine “orientale”, spesso in contrasto o disaccordo con le altre parti del centro (area fitness, piscina), fino ad arrivare a centri molto “futuristici”, di elevato impatto estetico, ma spesso non funzionali per la clientela.

Direi che uno stile "internazionale", molto apprezzato dai clienti e utile allo sviluppo delle funzioni, è dato da ambienti moderni, con una luce calda, e molto ordinati, quasi simmetrici, privilegiando spazi ampi piuttosto che tante piccole funzioni diverse e labirintiche.»

La crisi economica ha mutato i criteri di progettazione e design di questi spazi? Come?

«Per chi lavorava nel settore, già prima della crisi, l’attenzione per i consumi energetici, sia diretti (consumi delle attrezzature) sia indiretti (ricambi d’aria, ecc.), è stato un valore importante nell’approccio progettuale.

Direi che oggi, soprattutto per la progettazione di Spa rivolte al pubblico, di 4000/5000 mq, l’esperienza progettuale specializzata evita problemi in corso d’opera ed enormi difficoltà di gestione nella fase successiva.»

L'attenzione all’ecosostenibilità influenza le scelte progettuali nella realizzazione dei centri benessere?

«Come anticipato, non è possibile progettare senza conoscere consumi e costi di gestione di un centro benessere nella sua globalità, inteso quindi sia come Spa, che aree piscina, impianti d’aria, macchinari fitness, illuminazione.

Penso che l’attenzione per l’ambiente e i consumi sia stato un grandissimo spunto progettuale per avanzare nelle conoscenze e nella creatività. Nel nostro studio, un ingegnere impiantista si occupa, per ogni progetto, di trovare la soluzione migliore, per poi usarla come tela per dipingere il quadro perfetto.»

 

Ci sono delle richieste da parte dei committenti che l’hanno colpita o sorpresa?

«Ancora oggi mi colpiscono molto le richieste sproporzionate alle reali necessità: da progettisti ci troviamo a dover contenere alcuni clienti che cercano di stupire il pubblico, senza valutarne poi le conseguenza gestionali.

A livello privato, che rappresenta un discorso diverso, è stato molto bello e stimolante realizzare una Spa di 1000 mq per un appassionato di auto da corsa; abbiamo utilizzato solo materiali tecnologici, come carbonio per le pareti, acciaio a vista per la piscina e tutti i punti tecnici.»

  

Ci sono spazi, elementi, aspetti a cui non rinuncia mai nel progettare centri benessere e spa?

«Certamente! Evidenzierei innanzitutto alcune aree fondamentali alle quali non si dovrebbe mai rinunciare:

  • l’ingresso, l’accoglienza che deve stupire e avvolgere il cliente;
  • gli spogliatoi, la parte più intima della nostra esperienza;
  • i percorsi d’acqua, che fanno parte della nostra origine e hanno sempre un effetto rilassante per il nostro relax
     

Inoltre, affinché un centro benessere sia “perfetto”, ovvero possa generare profitto, non si rinuncio mai a:

  • ciò che non si vede, ma si percepisce passivamente (la distribuzione corretta delle funzioni);
  • ciò che consente il perfetto clima all’interno del centro (gli impianti tecnologici);
  • ciò che stupisce e resta nell’esperienza emozionale dei clienti (quindi, estetica e design).
      

Dal mio punto di vista, non è possibile che un progetto abbia successo se non si affrontano questi semplici concetti.»

  

Quali sono le fonti di maggiore ispirazione nella progettazione di questi spazi benessere?

«Ogni progetto è diverso e non deve assolutamente risolversi nell’autocelebrazione del progettista; non deve essere una fotografia da mostrare, ma rappresenta una macchina perfetta che, una volta accesa, inizia un viaggio meraviglioso.

Sicuramente l’ambiente in cui si sviluppa il progetto è fondamentale. In questo momento stiamo seguendo progetti nel centro di alcune metropoli e, viceversa, progetti quasi isolati nella natura, in nazioni diversissime tra loro; ci piace così scoprire alcuni materiali del luogo, le tradizioni delle persone, la cultura, la luce, il freddo o il calore.

Io e il mio socio “viviamo” molto il luogo prima di affrontare un progetto; preferiamo realizzare progetti con una propria identità che non ripetere un’immagine uguale ovunque nel mondo.»

  

Si è mai occupato di ristrutturare o rinnovare centri benessere già esistenti?

«Ci capita di intervenire spesso in progetti già avviati sulla carta, ma non ancora realizzati, che sono arrivati ad un punto di stallo per problemi progettuali, quasi sempre dovuti a percorsi sbagliati e a una distribuzione delle funzioni non corretta; oppure, ma con minore frequenza, progetti datati che hanno bisogno di essere rivalutati.

In quest’ultimo caso, la prima cosa che analizziamo sono gli impianti, i locali tecnici: solo da questa analisi si può capire se il centro ha bisogno di un semplice restyling estetico oppure di un intervento impiantistico.

Noto con stupore che, in alcuni progetti da ristrutturare, venga richiesto di dare precedenza all’estetica piuttosto che agli impianti tecnologici: questo significa lavorare due volte!»

 

Visto da vicino

Lo Studio D73 degli architetti Marco Vismara e Andrea Viganò (entrambi nella foto di apertura), con sede in Italia e uffici a Mosca, Tunisi e Tbilisi, è specializzato nella progettazione residenziale e commerciale e nel design a livello internazionale. Le soluzioni all’avanguardia dello Studio D73 includono Spa, Ville, Hotel e Showroom.

 

Per approfondire

Come anticipato a inizio articolo, questo articolo fa parte di una serie di interviste in tema di progettazione di centri benessere e spa in Italia. Leggi anche le interviste a Alberto Apostoli, Sergio Bizzarro, Alessio Cuzzolin e Gianpietro Sacchi.

Nelle foto (dall'alto verso il basso): due immagini del Cascade Wellness & Spa dell’Hotel Parigi a Dalmine, in provincia di Bergamo. La spa dell’hotel La Torretta a Passo Tonale, in Trentino e il Golden Mile, a Mosca. Tutti realizzati su progetto dello Studio D73

 
 
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